I biocarburanti sono dei combustibili ottenuti dalle biomasse, ovvero da fonti rinnovabili. Esistono i biocarburanti di prima generazione, cioè quelli derivanti da materie prime rinnovabili come canna da zucchero, mais e grano, tutte colture potenzialmente utilizzabili a fini alimentari. Oppure di seconda generazione, cioè ottenuti partendo da biomasse provenienti da sottoprodotti e scarti agricoli.
Cosa sono i biocarburanti o biocombustibili
Esistono principalmente quattro tipi di biocarburanti e sono suddivisi a seconda della tecnica di produzione: bioetanolo, biodiesel, biogas, biometano e bioidrogeno. Generalmente possono essere utilizzati per produrre energia termica, bruciando le biomasse per riscaldare un’abitazione, oppure usando la combustione della benzina sintetica per avviare il motore di un’auto. Inoltre permettono anche di trasformare l’energia termica ottenuta dalla combustione in energia elettrica: il biogas può essere adoperato per azionare una turbina e generare energia elettrica.
i biocombustibili per le auto? Il no della Commissione europea
A livello europeo il dibattito si è recentemente concentrato sui biocarburanti per la decarbonizzazione del settore dei trasporti, in particolare per il settore automotive. Promossi soprattutto dalla Germania, gli e-fuel – prodotti combinando chimicamente idrogeno e anidride carbonica – sono stati inseriti inclusi tra le soluzioni che sostituiranno le auto a combustione interna I biofuels, invece, sono stati tagliati fuori poiché secondo l’esecutivo Ue non sarebbero al 100% carbon neutral. Il ban dal 2035 sulla vendita dei veicoli a diesel e benzina ha aperto la strada a soluzioni alternative spesso promosse dall’industria come sostenibili. In questo caso, lo stop dalle istituzioni Ue sui biocarburanti per auto conferma diverse le preoccupazioni ambientali sollevate dagli attivisti.
I dubbi sulla sostenibilità ambientale
Timori dovuti alla necessita di colture dedicate per produrre biocarburanti. A questo consegue una perdita di biodiversità, un uso eccessivo di fertilizzanti, consumo di suolo e idrico; e soprattutto la possibile competizione con il mercato alimentare – problema che però può essere risolto passando da biocarburanti di prima generazione a quelli di seconda generazione.
“Combustibili di questo tipo sono sprecati nelle auto, vanno piuttosto utilizzati per decarbonizzare aerei e navi“, si legge in un recente report pubblicato dall’ONG Transport&Environment (T&E). Questo implica che i veicoli alimentati con biocarburanti richiedano una quota di energia nettamente superiore, emettendo perciò potenzialmente molta più CO₂ dei veicoli elettrici.
Come fa notare ancora T&E, piuttosto che investire nel biocarburante avrebbe più senso convertire gli impianti esistenti nella produzione di idrogeno verde, cioè prodotto a partire da fonti di energia rinnovabile. Dato che il futuro dei biocombustibili è molto incerto, mentre su quello dell’idrogeno si sta investendo parecchio, avrebbe più senso concentrare gli sforzi sulla fonte più promettente e fondamentale per produrre gli e-fuels necessari a decarbonizzare i settori hard to abate, ossia aereo e navale di lunga percorrenza.
Anche secondo la Corte dei conti europea i biocarburanti non sono ancora competitivi, non sono sempre rispettosi dell’ambiente e la loro produzione è limitata da problemi di disponibilità di biomassa.
Il futuro dei biocarburanti sembra molto incerto, soprattutto nel settore del trasporto su strada. “La scommessa ambiziosa sulle auto elettriche e la fine della vendita di auto nuove a benzina e a diesel prevista per il 2035 potrebbero far sì che i biocarburanti non abbiano un futuro su larga scala nel settore del trasporto su strada dell’Ue”, si legge in una nota della Corte. Tuttavia per decarbonizzare l’aviazione e il trasporto navale potrebbero tornare e comodi , tuttavia – secondo la Corte dei Conti – l’Ue sta vagando senza una mappa e corre il rischio di soffocare la filiera.
Il database antifrode
Intanto è diventato operativo l’Union Database for Biofuels, la prima banca dati UE per i biocarburanti. Lunedì 15 gennaio la Commissione europea ha annunciato l’apertura del registro online dedicato agli operatori economici della filiera, dopo ben quattro anni di consultazione e alcune sperimentazioni su piccola scala.
Lo strumento è stato introdotto dalla direttiva europea sulle energie rinnovabili del 2018, con un preciso obiettivo: tracciare lungo tutta la catena di approvvigionamento globale le transazioni di biocarburanti liquidi e gassosi che finiscono sul mercato dell’Unione. La banca dati permetterà di individuare con maggiore facilità le possibili frodi.