Per tracciare, elaborare ed immagazzinare il flusso di materia presente nei rifiuti abbiamo bisogno di nuovi metodi e tecnologie. Dalla digitalizzazione all’uso dell’intelligenza artificiale, fino ai sistemi decentralizzati della blockchain. La gestione rifiuti può finalmente diventare intelligente, ma solo grazie ad un approccio olistico e collaborativo.
Partiamo dal processo apparentemente più semplice e fattibile, ma che non è così diffuso tra i sistemi di gestione rifiuti comunali europei, ovvero la digitalizzazione. Tracciamento e rendicontazione dei rifiuti sono le applicazione a cui ambiscono paesi come il Regno Unito che ha annunciato l’obbligo di digitalizzare e centralizzare entro il 2025 i sistemi di waste management – attualmente frammentati – in un unico servizio che sia in grado di monitorare la quantità, il tipo di rifiuti prodotti e il loro fine vita.
Ad un servizio informatico simile sta lavorando da tempo anche il governo estone che vorrebbe sostituire i report sui rifiuti, attualmente compilati manualmente, con una piattaforma digitale più smart ed efficiente.
L’obiettivo è rendere la catena dei rifiuti finalmente tracciabile e trasparente, così da poter instaurare un rapporto di fiducia con i cittadini. In Estonia il tasso di raccolta differenziata non supera il 33%, una cifra molto lontana dal 50 che chiede l’Unione europea entro il 2030. Grazie al processo di digitalizzazione in atto, inoltre le aziende potranno abbandonare i noiosi formati excel per rendicontare il trasporto rifiuti quasi in tempo reale, questo permetterà di ridurre gli errori e alleggerire il lavoro dell’agenzia ambientale nazionale. Nonostante il primo prototipo abbia registrato alcune criticità, i tecnici sono fiduciosi che il nuovo sistema informatico sarà operativo entro il 2025.
Le tecnologie AI per smistamento dei rifiuti
Attraverso telecamere e sensori multispettro, lo scanner integrato nel furgone dell’azienda Saubermacher è in grado di calcolare grazie all’intelligenza artificiale quanta materia riciclabile il proprietario di casa ha sbadatamente buttato nel sacchetto per l’indifferenziato.
L’utility austriaca per ora sta testando diversi progetti pilota in tutta l’Austria, facendo predisporre ai partecipanti un microchip sui bidoni, così da permettere alla piattaforma di dare un feedback immediato sulla qualità della differenziata.
Un responso personalizzato in questi casi potrebbe rendere le persone immediatamente consapevoli, specialmente in un Paese come l’Austria, nel quale – se ci fosse una più attenta raccolta differenziata – si potrebbero risparmiare circa 350.000 tonnellate di CO2 all’anno. Non solo l’intelligenza artificiale è in grado di migliorare il processo di raccolta, ma anche quello di smistamento.
Un esempio formidabile di questo è Greyparrot Analyser, un sistema di analisi che sfrutta l’intelligenza artificiale (IA) per tracciare e riconoscere più di 50 categorie di rifiuti che passano attraverso i centri di sorting . Così il flusso di rifiuti è vagliato da telecamere e una dashboard che mostra l’analisi dei dati sulla composizione dei rifiuti in tempo reale.
Blockchain: un flusso di materiali decentralizzato
L’utilizzo dell’AI è utile per efficientare la raccolta e lo smistamento, ma non è sufficiente a rendere un sistema di gestione rifiuti pienamente circolare. Per farlo, è necessario che tutti gli attori della catena del valore collaborino affinché il flusso di materia sia trasparente e verificabile.
Si tratta di un gioco collaborativo in cui la blockchain funziona solo se ci sono stakeholders che di comune accordo scelgono di inserire i loro dati in un unico database.- Dal produttore della materia prima vergine al produttore del packaging, fino al riciclatore finale.
Per comprendere la tecnologia blockchain bisogna immaginarsi un grande registro che annota il flusso in modo sicuro, trasparente e immutabile. Può essere utilizzato per tracciare l’origine, la quantità e la qualità dei materiali, nonché per verificare le dichiarazioni di sostenibilità o circolarità dei prodotti.
Al momento in Europa esiste solo qualche progetto pilota che sta tentando di implementare un processo di tokenizzazione del flusso di materia, nessuno di questi ha coinvolto le municipalità.
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