L’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) ha presentato uno studio sui potenziali impatti sull’ambiente degli Pfas polimerici sostanze utilizzate nei prodotti di consumo, nell’industria e durante le fasi di smaltimento dei rifiuti.
Il briefing dell’Aea “PFAS polimeri incentrati: sostenere l’inquinamento zero, le ambizioni a basse emissioni di carbonio e di economia circolare in Europa” è stato pubblicato il 29 aprile 2025. Gli Pfas polimerici rientrano nelle sostanze perfluoroalchiliche.
Il documento punta i riflettori sui Pfas polimerici conosciuti anche come sostanze “per sempre chimiche”, i cui impatti sono stati per anni considerati inferiori rispetto a quelli dovuti ai Pfas non polimerici (Pfoa e Pfos). Secondo lo studio durante la fase di fine vita, i polimeri Pfas possono essere degradati in sostanze che hanno il potenziale di danneggiare la salute umana l’ecosistema nonché lo strato di ozono.
Ciò può avvenire anche attraverso lo smaltimento dei rifiuti in discarica dato che tutti i polimeri Pfas sono estremamente persistenti nell’ambiente. Il monitoraggio o l’identificazione del contenuto di Pfas nei prodotti che diventano rifiuti è attualmente possibile solo per determinati tipi di prodotto attraverso sistemi di raccolta differenziata.
Ciò significa che la maggior parte dei prodotti contenenti Pfas sono spesso miscelati con altri flussi di rifiuti. Una restrizione sui Pfas è stata proposta ai sensi del regolamento Ce n. 1907/2006, conosciuto come “Reach” (acronimo di “Registration, Evaluation and Authorization of Chemical substances”). La Commissione Ue ha presentato una proposta per la potenziale restrizione dell’intero gruppo Pfas (cd. “restrizione Pfas universale”) che attualmente è allo studio dell’Agenzia europea le sostanze chimiche (Echa).