Circular guide

I principi dell’economia circolare  

Unità didattica 2

I principi dell’Economia Circolare sostengono l’obiettivo dello Sviluppo Sostenibile. Il rinnovamento della materia genera nuove opportunità economiche con una maggiore responsabilità sociale delle imprese. 

II principi dell’economia Circolare nascono dalla consapevolezza che l’attuale modello economico di sviluppo, non è più in grado di sostenere determinati ritmi produttivi senza danneggiare valori tangibili e intangibili dell’attuale società. 
Questo modello ha trovato forza e ispirazione anche dal più ampio concetto di Sviluppo Sostenibile promosso da diversi anni dai governi, che intende dare alle future generazioni le stesse possibilità di sviluppo economico, sociale e ambientale di quella attuale. 
Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, corredata da una lista di 17 obiettivi (Sustainable Development Goals, SDGs nell’acronimo inglese) e 169 sotto-obiettivi, che riguardano tutte le dimensioni della vita umana e del pianeta e che dovranno essere raggiunti da tutti i paesi del mondo entro il 2030, alcuni di essi anche entro il 2020. 
Il concetto di Sviluppo Sostenibile si evidenzia in tre principali dimensioni: prosperità economica, rispetto ambientale e sviluppo sociale

Gli SDG’s dell’Economia Circolare 

I 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 prendono in esame tutte le dimensioni del pianeta e della vita umana, occupandosi di temi come l’agricoltura, il rispetto l’ecosistema terrestre, l’educazione e il miglioramento della salute, fino alla lotta a ogni forma di povertà. Nel complesso gli SDGs puntano a raggiungere quell’equilibrio globale rappresentato dalla sostenibilità dell’intero sistema. 
L’Economia Circolare ha come obiettivo principale supportare le imprese nel cambiare il loro modello economico, passando da un approccio produttivo lineare a uno circolare. 
Dei 17 obiettivi elencati, l’Economia Circolare è rappresentata in 6. 
Le imprese devono tenere in considerazione e cercare di rispettare i 6 obiettivi elencati nell’ALLEGATO DELL’UNITA’ 2 a questo articolo, non solo per dare il proprio contributo allo Sviluppo Sostenibile globale, ma soprattutto per avere delle chiare linee guida in un proprio percorso sostenibile aziendale e di transizione alla circolarità. Questi obiettivi possono essere utilizzati come principi da rispettare per la creazione di un nuovo modello di business con il CIRCULAR BUSINESS MODEL CANVAS,  o per creare un nuovo piano strategico di sostenibilità o come punto di riferimento per la stesura della DICHIARAZIONE NON FINANZIARIA (Bilancio di Sostenibilità) . 

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I principi dell’Economia Circolare 

L’Economia Circolare nella sua teorizzazione, riprende i tre principi dello Sviluppo Sostenibile, dando maggiore rilievo all’aspetto ambientale, in particolare quello del recupero della materia e della diminuzione del consumo di risorse. Il principio di “rinnovamento della materia” è il pilastro trainante dell’economia circolare che conseguentemente genera nuove economie creando differenti opportunità per il tessuto sociale in cui questa economia si trova. 
L’obiettivo di recuperare più risorse possibili in un processo produttivo implica un cambio di mentalità e l’adozione di un nuovo modello di business da parte dell’azienda, generando vantaggi economici che con il modello precedente non erano possibili da realizzare. Inoltre, nuovi paradigmi economici e di filiera, possono generare un diverso rapporto con il territorio con una maggiore responsabilità d’impresa, generando esternalità positive all’interno della società in cui l’azienda si trova e nuove condizioni di sviluppo per i lavoratori e per il settore industriale stesso. L’Economia Circolare è dunque un importante tassello per riuscire a soddisfare i principi dello sviluppo sostenibile, con un’applicazione concreta nella maggior parte delle filiere industriali, soprattutto quelle con un alto tasso di spreco di risorse e di consumo di materie prime (per citarne alcuni il settore minerario, tessile, edilizia, packaging, elettronica). 

1. Il Rinnovamento della materia 

Come già anticipato, uno degli obiettivi più importanti dell’economia circolare è la tutela e valorizzazione dell’ambiente con un focus particolare al rinnovamento della materia. 
Per rinnovamento della materia si intendono tutte le ottimizzazioni nella progettazione e nel design di prodotto, l’ottimizzazione dei processi industriali e di filiera che riescono a ridurre il consumo e l’utilizzo di materie prime in fase di produzione/costruzione, l’utilizzo di materie riciclate (END OF WASTE) o beni ricondizionati, la riduzione degli scarti di produzione, la riduzione dei rifiuti generati e il riciclaggio degli stessi. 
Dato che l’attuale andamento di estrazione delle risorse del nostro pianeta risulta insostenibile (negli ultimi 30 anni abbiamo consumato 1/3 delle risorse della Terra), in quanto consumiamo materie prime più di quelle che possiamo utilizzare a una velocità maggiore della loro stessa rigenerazione (figura 1), l’economia circolare può essere la chiave per riuscire a ridurre il nostro impatto ambientale sul pianeta. 

Figura 1 – Estrazione globale delle risorse per tipologia di prodotto (European Commission) 

2. Vantaggi economici 

L’economia circolare presuppone un cambiamento dei modelli di business che contraddistinguono la maggior parte delle imprese a livello mondiale, passando da una produzione lineare a una circolare. 
Questo implica l’adozione di nuovi obiettivi e strumenti già dalla fase di progettazione (ECO-DESIGN), il riutilizzo di materia riciclata in fase di produzione (CIRCULAR GAP), l’utilizzo di energia rinnovabile o la ridistribuzione di responsabilità all’interno di una filiera (EPR). 
 
Si stima per esempio che grazie all’economia circolare, il risparmio di materie prime per l’industria Europea nel 2025 potrebbe essere almeno pari al 14% a parità di output, una percentuale che equivale a circa 400 miliardi di Euro. Per l’industria Italiana questo potrebbe valere almeno 12 miliardi di Euro risparmiati. 
Un altro grande obiettivo dell’Economia Circolare che unisce il primo e il secondo pilastro è il decoupling, cioè il disaccoppiamento della crescita economica dal consumo delle risorse. 

3. Responsabilità d’impresa 

I primi due pilastri sopra enunciati, non possono funzionare senza che l’impresa presti attenzione anche agli aspetti sociali dell’economia circolare. 
Ogni azienda deve rendersi attore partecipe del cambiamento sostenibile del territorio a cui appartenente per rispondere a problemi ed esigenze della società in cui si trova. I nuovi modelli di business possono generare valore per certe categorie di persone svantaggiate, creare nuovi posti di lavoro e generare opportunità economiche e di integrazione sociale che prima non erano visibili. 
Il rapporto con il territorio può generare opportunità di SIMBIOSI INDUSTRIALE e generare investimenti, oltre che ridurre l’impronta ecologica dell’impresa rispondendo a problemi non solo locali ma di interesse globale (glocal), come i cambiamenti climatici o il consumo di suolo. Prevedere anche un’ETICA D’IMPRESA attenta ai principi dell’economia circolare può aiutare ad aumentare il welfare aziendale aumentando produttività e la qualità del lavoro. 

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