Solo mettendo in gioco valori economici, sociali e di governance è possibile generare nuovo valore: con questa convinzione torna dal 14 al 15 maggio a Riva del Garda REbuild, l’evento che riflette su come fare innovazione nel comparto delle costruzioni, che quest’anno ha scelto come titolo, per l’appunto, Values drive Value, il valore genera valore.
Sono molteplici le ragioni per cui questa nuova spinta alla transizione in edilizia è l’unica strada percorribile per non perdere competitività nel mercato del Real Estate e come sistema Paese, e REbuild le ha elencate alla conferenza stampa di presentazione dell’evento. Oltre al programma, è stata presentata anche una ricerca esclusiva appena pubblicata per l’Osservatorio di REbuild dal Dipartimento di Culture del Progetto dell’Università Iuav di Venezia guidato dal Prof. Ezio Micelli, presidente del Comitato Scientifico dell’evento: la riqualificazione immobiliare è premiata dal mercato, ma con forti disomogeneità che penalizzano in modo molto più marcato le piccole e medie città.
Il patrimonio immobiliare italiano
La ricchezza delle famiglie italiane è significativamente legata alle abitazioni di proprietà, un asset che vale oltre 5.200 miliardi di euro, destinati però in gran parte a perdere di valore in assenza di interventi di efficientamento e riqualificazione. Il parco immobiliare italiano è infatti vetusto e altamente energivoro. Si tratta di circa 35 milioni di unità immobiliari, di cui il 70% ha più di 40 anni, l’80% dei quali è precedente al 1990, a cui va la responsabilità del 45% dei consumi energetici nazionali (quasi il 30% va ricondotto al settore abitativo, composto per il 79% da consumi termici e per il 21% da consumi elettrici) e di buona parte delle emissioni di CO₂. Cinque milioni di immobili residenziali, appartenenti alle classi più energivore, dovranno essere riqualificati in tempi relativamente brevi.
La direttiva “Case Green” e lo studio di REbuild
In concomitanza con la revisione della direttiva UE sulle Case Green, la nuova ricerca amplia e approfondisce quella presentata a REbuild 2023. Riqualificare il patrimonio edilizio esistente significa investire sulla manutenzione di un bene che, se ben ristrutturato, è in grado di generare nuovo valore economico e una migliore qualità della vita. Tuttavia, segnala lo studio, se nei mercati più importanti, ad esempio a Milano o Firenze, la domanda sostiene ampiamente l’offerta e gli interventi più innovativi di deep retrofit generano da soli la propria redditività, in altri contesti la situazione è differente. Nelle città minori, dove la proprietà diffusa è nelle mani di fasce di popolazione a bassa capacità di spesa, secondo i ricercatori è necessario che lo Stato intervenga con un sostegno, per evitare che la transizione venga percepita come ingiusta, nonché causa di polarizzazione territoriale, penalizzando oltretutto l’Italia rispetto ad altre nazioni d’Europa.
Lo studio considera il mercato immobiliare in sei città italiane: tre metropolitane (Milano, Torino e Firenze) e tre di medie dimensioni (Padova, Mestre e Bergamo). Il campione include quasi 3.000 proprietà di cui sono state registrate le principali caratteristiche locazionali, tipologiche e tecnologiche in conformità con la classificazione dell’Agenzia delle Entrate.
Ciò che emerge con chiarezza è che nelle città di medie dimensioni il divario medio nel prezzo premium tra proprietà ad alta efficienza (classe A) e proprietà a bassa efficienza (classe G) è del 30%, mentre arriva al 14% tra proprietà di classe D e classe G. Nelle città metropolitane, il divario nel prezzo premium tra proprietà ad alta efficienza (classe A) e proprietà a bassa efficienza (classe G) è del 15%, e diminuisce al 6% tra proprietà di classe D e classe G. Le grandi città con mercati immobiliari significativi sono meno influenzate dalla crescita del valore associata a una maggiore efficienza energetica, a causa della maggiore domanda e della maggiore vitalità del mercato. Le città più piccole con mercati meno vivaci si distinguono per i loro divari più significativi.
I temi di REbuild 2024
Lo studio sarà quindi un tema centrale alla decima edizione di REbuild, ma non l’unico. Industrializzazione dei processi e deep-retrofit, decarbonizzazione, ESG, salute e benessere abitativo avranno ampio spazio di discussione, oltre a esempi pratici sui cambiamenti che la digitalizzazione e l’AI stanno imprimendo, con una velocità impressionante, nei processi di progettazione, costruzione e trasformazione del mercato, aggiornamenti sui materiali e sul riciclo e su l Proptech che avanza cambiando le regole del Real Estate lungo tutta la filiera immobiliare.
Una sessantina di ospiti e relatori di livello internazionale approfondiranno i vari aspetti delle questioni in 16 conferenze e 8 workshop, dal 14 al 15 maggio a Riva del Garda. Da Martin Wood a Margot Pellegrino, da Mahesh Ramanujam a Dominik Campanella, fino a Lia Turri, Davide Agazzi, Angelica Krystle Donati, Andrea Ciaramella, Giuseppe Milano, Roberta Bulgari, Nadia Boschi e molti altri.
La spinta all’innovazione porterà inoltre quest’anno REbuild a misurarsi con una nuova frontiera. La conferenza di chiusura vedrà infatti protagonista Walter Cugno, Vice-President, Exploration & Science di Thales Alenia che svilupperà una riflessione sull’abitare e vivere nello spazio, un ambiente che non permette sprechi di alcun genere e che valorizza al massimo le risorse disponibili grazie a tecnologie che in futuro potranno integrarsi nelle costruzioni sulla Terra.