Per aiutare gli Stati Ue a scrivere i Piani sociali per il clima e accedere al fondo europeo che finanzia le piccole imprese colpite dagli obblighi “green”, la Commissione europea ha pubblicato nell’ottobre 2025 un’apposita guida operativa.
Il Fondo sociale per il clima è stato creato dall’Unione europea con il regolamento 2023/955/Ue per sostenere i soggetti che sono maggiormente colpiti dagli obblighi imposti dalla “transizione verde” europea. In particolare, le piccole imprese che fanno più fatica ad adeguarsi.
Per aiutare gli Stati a finalizzare i Piani nazionali per il clima, la Commissione europea il 9 ottobre 2025 ha diffuso le “Linee guida per l’attuazione del Fondo sociale per il clima” che forniscono agli Stati consigli pratici affinché la stesura del documento, che dovrà essere approvato dalla Commissione europea, sia in linea con il regolamento europeo del 2023 in materia.
Il Fondo, dotato di oltre 86 miliardi di euro da distribuire tra i vari Stati, coprirà il periodo 2026-2032. Il budget è coperto dai proventi delle quote di emissione a carico delle imprese dei settori edilizia, trasporto stradale e alcuni settori industriali: si tratta del sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas serra chiamato “Ets 2” che si affianca dal 2025 allo storico “sistema Ets” vigente dal 2003.
I finanziamenti saranno erogati agli Stati solo se questi avranno recepito negli ordinamenti nazionali le disposizioni europee del sistema Ets 2 (direttiva europea 2023/959/Ue). L’Italia ha implementato le norme Ue relative nel diritto interno con il Dlgs 10 settembre 2024, n. 147. Inoltre, ogni Stato membro dovrà presentare un Piano sociale per il clima in cui indica come spenderà le risorse.