News

Pneumatici fuori uso: fissato un extra target per la raccolta

di Circularity

Data 02/10/2024
Tipo News
pneumatici

Ogni anno in Italia a fronte delle oltre 380.000 tonnellate raccolte, ci sarebbe un flusso di pneumatici immessi illegalmente in commercio, quindi non coperti da contributo, compreso tra le 30.000 e le 40.000 tonnellate annue.  A dirlo è l’osservatorio Cambio Pulito di Legambiente che stima 12 milioni di euro di mancati ricavi e 80 milioni di evasione fiscale.

Considerando anche il problema della gestione delle gomme “fantasma”, che si accumulano nei punti vendita e nelle autofficine oppure vengono disperse nell’ambiente, si tratta di una vera emergenza. 

Per fronteggiarla il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha disposto per il 2024 un extra target per la raccolta, invitando il sistema nazionale di gestione dei PFU a incrementare l’obiettivo annuo fino a un massimo del 10%, dal 95% al 105% dell’immesso sul mercato.

“Quello dell’extra raccolta è un tema emergenziale e, per affrontarlo adeguatamente, è necessaria una riforma complessiva delle normative nazionali, per garantire una maggiore trasparenza e tracciabilità lungo tutta la filiera”, ha dichiarato Alessandro Marchisio, presidente di Ecopneus, società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero di PFU. 

La risposta del consorzio Ecopneus

Il consorzio Ecopneus – che nel 2023 ha gestito circa 20.000 tonnellate di pneumatici fuori uso (+12% rispetto al target di legge) – comprende i principali produttori di pneumatici operanti in Italia: Bridgestone, Continental, Goodyear-Dunlop, Marangoni, Michelin e Pirelli.

In vista dei nuovi extra target di raccolta, Ecopneus ridefinirà l’organizzazione delle attività previste fino a fine 2024 in modo da assicurare i nuovi livelli di raccolta, compresa la quota che va oltre quella di competenza, mantenendo inalterato il contributo ambientale.

“Il nostro obiettivo è evitare un incremento del contributo versato dal cittadino che acquista uno pneumatico nuovo, grazie a una pianificazione efficiente e a una gestione delle risorse economiche rigorosa e trasparente, come rendicontato al MASE, ma anche sul nostro sito web e nel Rapporto di Sostenibilità annuale”, ha aggiunto Marchisio.

La normativa per la gestione dei PFU 

In base all’art. 228 del Decreto Legislativo 152/2006, produttori e importatori di pneumatici sono obbligati a provvedere alla gestione di un quantitativo di PFU pari a quello immesso sul mercato del ricambio l’anno solare precedente, secondo il principio della responsabilità estesa del produttore (EPR), come nella maggioranza dei Paesi europei.

Oltre al corretto recupero, è previsto anche l’obbligo di tracciamento e rendicontazione verso le autorità: in caso di mancato raggiungimento dei target, produttori e importatori sono sottoposti a sanzioni.

Per facilitare e garantire il sistema, contrastando i fenomeni di evasione e illegalità, lo scorso aprile il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha istituito il Registro nazionale dei produttori e degli importatori di pneumatici. “Uno strumento importante che contribuirà alla gestione corretta e sostenibile degli pneumatici che non possono più essere utilizzati”, ha spiegato il ministro Gilberto Pichetto Fratin.

Come sottolinea il provvedimento, anche i soggetti che immettono pneumatici sul mercato nazionale attraverso la vendita a distanza devono adempiere agli obblighi, pubblicando sul proprio sito web il numero di iscrizione al Registro e comunicandolo alle varie piattaforme online utilizzate.

Il processo di raccolta dei pneumatici usati

Una volta correttamente recuperati, gli pneumatici a fine vita possono imboccare due strade alternative: quella del recupero sotto forma di energia in impianti specifici, grazie a un potere calorifico pari al carbone, ma con emissioni climalteranti decisamente minori, oppure quella del riciclo, attraverso un processo di macinazione meccanica a temperatura ambiente, che porta alla generazione di nuovi materiali, come gomma, acciaio e fibre tessili.

In particolare, dalla gomma riciclata da PFU si ricavano numerosi prodotti ecosostenibili in diversi settori: per esempio, isolanti acustici e antivibranti per l’edilizia, playground per parchi giochi, pavimentazioni sportive polivalenti, asfalti “modificati” silenziosi e duraturi, piste ciclabili, arredi urbani e una grande varietà di oggetti di design.

Ti potrebbero interessare
Gestione Rifiuti: il gap con l’Europa orientale è ancora ampio

La transizione circolare europea non corre alla stessa velocità. Ci sono paesi con un assetto e un approccio alla gestione…

Leggi adesso arrow_right
textile recycling
Tessile, il primo impianto pilota che separa il nylon dalla fibra elastica

Aquafil ha inaugurato in Slovenia il primo impianto pilota per la separazione chimica della fibra elastica dal nylon, una tecnologia…

Leggi adesso arrow_right
Le "terre rare" non sono poi così rare

Sono note come "rare" perché è molto insolito trovarle in forma pura, ma in realtà le terre rare sono presenti…

Leggi adesso arrow_right