Per quanto riguarda i rifiuti speciali, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale nel Rapporto 344/2021 fa una fotografia del 2019 (10,5 milioni di tonnellate in più di rifiuti prodotti rispetto all’anno precedente) che fornisce il quadro pre pandemia e consente di utilizzare le cifre del Rapporto per “tarare” la programmazione in vista della spinta che sarà data dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il 45,5% dei rifiuti speciali prodotti nel 2019 è costituito dai rifiuti provenienti dal settore delle costruzioni e demolizioni (oltre 70 milioni di tonnellate).
Va bene il riciclo (69% dei rifiuti avviati a gestione), mentre in discarica è smaltito il 7,3%. Molto efficiente anche il recupero, in particolare per i rifiuti da costruzione e demolizione laddove con il 78,1% l’Italia è sopra l’obiettivo europeo del 70% al 2020 (articolo 181, Dlgs 152/2006). Vanno meno bene i veicoli fuori uso: siamo al di sotto i livelli di recupero totale del veicolo richiesti dall’Unione europea (84,2% a fronte di un target Ue del 95%; vedi articolo 7, Dlgs 209/2003). Secondo Ispra l’industria vede affrontare la sfida della diminuzione della quantità di rifiuti speciali attraverso l’ottimizzazione dei cicli produttivi e la ecoprogettazione, applicando tecniche in grado di rendere i prodotti maggiormente riciclabili o facilmente smontabili.
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