Ratificato dall’Unione europea il Trattato internazionale per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina delle zone non soggette a giurisdizioni nazionali, nel rispetto della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
Con decisione 2024/1830/Ue del Consiglio Ue, è stato approvato a nome dell’Unione europea il “Trattato per la protezione dell’alto mare”, finalizzato alla protezione di quelle acque, compreso il fondale marino, che si trovano oltre le 200 miglia dalle coste e che pertanto non ricadono nelle giurisdizioni nazionali, e in cui non è prevista un’esclusiva da un punto di vista economico.
Ora spetterà ai singoli Stati aderire o meno al Trattato che per diventare obbligatorio ha bisogno di 60 strumenti di ratifica. È il primo Trattato internazionale che ha come obiettivo di garantire la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marittima e prevenirne la sua perdita, combattere i cambiamenti climatici e inoltre tutelare l’ambiente e la salute umana nell’immediato e lungo termine.
Tra i principi e gli approcci necessari al conseguimenti dei suoi obiettivi l’accordo evidenzia il principio “chi inquina paga”, nonché un approccio che sviluppi la resilienza degli ecosistemi, anche agli effetti negativi dei cambiamenti climatici e dell’acidificazione degli oceani, e che mantenga e ripristini anche l’integrità degli ecosistemi, compresa la funzione del ciclo del carbonio a sostegno del ruolo di regolamentazione climatica degli oceani.