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Auto, la circolarità del rigenerare la componentistica

di Circularity

Data 02/09/2025
Tipo Caso studio

La rigenerazione di componenti non è una moda recente, ma una pratica antica quanto la storia dell’uomo, nata in epoche in cui le risorse non abbondavano di certo. Oggi, in un contesto dominato da logiche di consumo rapido e dall’economia dell’usa e getta, recuperare e riportare a nuova vita i prodotti diventa una strategia cruciale per la sostenibilità e la competitività.

Il settore automotive, tra i più intensivi in termini di materiali utilizzati, genera ogni anno in Europa oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti derivanti da circa 6 milioni di veicoli a fine vita. In questi componenti si trovano terre rare e metalli critici come cobalto, palladio e platino, indispensabili per i veicoli elettrici e connessi del futuro. Nonostante il riciclo di queste materie prime resti marginale (solo l’1% delle terre rare viene recuperato), l’economia circolare offre un’alternativa concreta: il remanufacturing.

Rigenerare non significa semplicemente riparare: è un processo industriale che smonta, pulisce, sostituisce e riassembla, riportando il prodotto a prestazioni equivalenti al nuovo. Il vantaggio? Si riducono i consumi di energia e materie prime fino al 25%, con benefici ambientali ed economici. Un componente rigenerato può costare fino al 40% in meno rispetto a uno nuovo, mantenendo standard qualitativi elevati.

Renault: pioniera della rigenerazione

Renault ha iniziato questa attività nel 1949 e oggi la integra nel progetto The Remakers, con sede nell’impianto di Flin, in Francia. Qui rigenerazione, riparazione e riciclo coesistono in un hub dedicato alla circolarità. Ogni anno vengono rigenerati circa 25.000 motori, 30.000 cambi e 20.000 componenti elettrici. L’attività si concentra su componenti ad alto valore – come motori e trasmissioni – per garantire sostenibilità economica.

L’evoluzione tecnologica ha portato il remanufacturing anche nel mondo elettrico: Renault rigenera motori della Zoe e sistemi elettronici di controllo, mentre la divisione Gaia gestisce la riparazione e il riutilizzo delle batterie. Quando non più idonee alla trazione, queste trovano impiego in sistemi di accumulo stazionario.

Il mercato è in forte espansione: dai 6,8 miliardi di euro del 2022 si prevede una crescita fino a 8,2 miliardi entro il 2030, sostenuta da regolamentazioni, consapevolezza ambientale e ottimizzazione dei costi.

Tuttavia per essere sostenibile economicamente anche per le case automobilistiche, le attività devono focalizzarsi su componenti complessi e di altro valore come motori e cambi. La sfida principale è raccogliere componenti usati in quantità sufficiente e in buone condizioni. Poi è importante ottenere informazioni approfondite sul prodotto. A non aiutare il processo di remanufacturing è l’obsolescenza dell’elettronica, che si evolve così rapidamente che diventa difficile raggiungere volumi sufficienti per rendere la rigenerazione redditizia.

SUSTAINera: l’hub circolare di Stellantis

Anche Stellantis ha scelto la strada della rigenerazione con SUSTAINera, il polo inaugurato nel 2023 a Torino Mirafiori. Su una superficie di 73.000 mq, l’impianto integra smontaggio, remanufacturing di motori e batterie, ricondizionamento veicoli e riciclo materiali. Finora sono stati rigenerati 10.000 motori e cambi, oltre a 5.000 veicoli, con 1,8 milioni di componenti processati.

Il Core return – il recupero dei componenti attraverso la rete di dealer e demolitori – è strategico per alimentare il ciclo di rigenerazione. L’obiettivo Stellantis è ambizioso: rigenerare o riciclare 8 milioni di componenti entro il 2030.

Un percorso strategico per la transizione

Il remanufacturing non è solo un’opzione circolare e sostenibile, ma una leva competitiva per l’industria automobilistica europea. Riduce la dipendenza da materie prime critiche, diminuisce l’impronta di carbonio e ottimizza i costi, in linea con le aspettative normative e dei consumatori.

La transizione verso un automotive circolare è avviata. Non sarà immediata, ma rappresenta una traiettoria chiara: dal modello lineare al modello rigenerativo, con un impatto positivo sull’ambiente, sull’economia e sul posizionamento strategico dei brand che sapranno anticipare questo cambiamento.

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