Sangue, pelli, ossa e frattaglie non sono solo scarti dell’industria della carne : rappresentano sottoprodotti animali che, se recuperati, possono generare grande valore. Non farlo significa perdere opportunità economiche e rischiare conseguenze ambientali e sanitarie. Per esempio, lo smaltimento in discarica o lo scarico di reflui zootecnici in ambiente possono causare gravi pressioni sugli ecosistemi idrici.
Secondo la FAO, la produzione mondiale di carne ha superato le 350 milioni di tonnellate nel 2023 e continua a crescere. Di pari passo aumenta la quantità di rifiuti da macellazione. È qui che entra in gioco la carne circolare: un modello in cui sangue, ossa, frattaglie e scarti organici vengono valorizzati in nuove filiere, dalla cosmesi all’alimentazione animale, dall’energia alla chimica verde.
Fertilizzanti organici da scarti animali
Un esempio virtuoso arriva dai Paesi Bassi, dove l’azienda Sonac recupera milioni di tonnellate di scarti animali all’anno, trasformandoli in farine proteiche (di sangue, di piume, di pollame) e fertilizzanti organici. Grazie al processo di rendering, i sottoprodotti vengono sterilizzati e convertiti in nutrienti agricoli più sostenibili dei fertilizzanti sintetici, con rese paragonabili.
Sonac produce anche fosfati naturali (di calcio e tricalcio fosfato) ricavati dalle ossa animali, alternativa al fosforo estratto da miniere di rocce sedimentarie, risorsa sempre più scarsa a livello globale.
In Danimarca, la società Daka SecAnim raccoglie carcasse animali negli allevamenti per produrre biodiesel e farine animali. Oltre a creare energia e mangimi, questa pratica riduce il rischio di diffusione di zoonosi e malattie.
Secondo uno recente studio condotto in Piemonte dall’Università di Scienze Gastronomiche, nella regione italiana il recupero delle frattaglie di bovini viene destinata soprattutto al pet food, una filiera ancora poco redditizia per gli allevatori. Il grasso animale viene invece recuperato per cibi destinati al consumo umano come l’hamburger, mentre le pelli trovano spazio nei settori dell’automotive e della pelletteria.
Pet food, pelletteria e biogas
La circolarità degli allevamenti si traduce anche in energia rinnovabile. In Piemonte – ma anche in Lombardia ed Emilia-Romagna – letame e liquami vengono convogliati in impianti di digestione anaerobica per produrre biogas e biometano.
Il digestato residuo diventa fertilizzante organico, chiudendo il cerchio tra energia e agricoltura. Secondo il Consorzio Italiano Biogas, gli impianti agricoli italiani hanno un potenziale enorme: potrebbero coprire fino al 10% del fabbisogno nazionale di gas naturale, contribuendo alla riduzione delle emissioni climalteranti.
Recupero di proteine dal sangue animale
Uno dei filoni più innovativi riguarda la valorizzazione del sangue animale. Fin dai primi del ’900 si studia come sfruttare plasma ed emoglobina in ambito alimentare. Oggi la tecnologia consente di separare il sangue in diverse frazioni attraverso centrifugazione, ottenendo proteine ad alto valore nutrizionale.
In Spagna, i macelli generano ogni anno oltre 200mila tonnellate di sangue. Attualmente solo i grandi impianti in Catalogna lo trattano con sistemi centralizzati, ma i costi di trasporto e di gestione rendono il modello poco sostenibile per i piccoli macelli.
Qui entra in gioco il progetto europeo ELLIPSE, che punta a sviluppare tecnologie più accessibili e a basso impatto per trasformare il sangue di bovini e suini in:
- Idrolizzati proteici per integratori alimentari;
- Biostimolanti agricoli per migliorare la crescita delle colture.
Dal punto di vista nutrizionale, plasma ed emoglobina sono fonti eccellenti di proteine. Valorizzarli significherebbe offrire agli allevatori una nuova fonte di reddito e ridurre gli sprechi.
Carne circolare: dal rifiuto alla risorsa
Il recupero dei sottoprodotti animali mostra come la carne possa diventare più sostenibile all’interno di un’economia circolare. Trasformare scarti in fertilizzanti, proteine, energia e materie prime per diversi settori significa ridurre i rifiuti, tagliare le emissioni e generare nuove catene del valore. Una strada sempre più necessaria per coniugare produzione di carne e tutela ambientale.