In un momento storico unico, complicato e difficile come quello che stiamo vivendo, riuscire a comprendere quale sarà l’indirizzo dell’economia mondiale è difficile da prevedere o anche solo da ipotizzare. Sicuramente possiamo analizzare quello che non ha funzionato quando l’emergenza globale COVID-19 ha messo in evidenza i deficit del modello economico che abbiamo perseguito negli ultimi anni: confusione nelle priorità sociali, un rapporto difficile tra pubblico e privato, spreco delle risorse del Paese, disorganizzazione del lavoro, sottovalutazione della scuola e della ricerca.
Ci troviamo adesso davanti alla doppia sfida della ripresa economica e di trovare nuovi modelli di business più sostenibili e duraturi nel tempo, non centralizzati in pochi ambiti ma ridistribuiti all’interno della filiera. L’Economia Circolare nelle aziende e i principi di sostenibilità che questa rispecchia, può essere un modello da prendere come esempio per riuscire a far ripartire le filiere produttive e interi settori industriali che vogliono trovare nuova linfa in un’economia da tempo bloccata.
Se la ripresa è difficile, una ripresa sostenibile è ancora più delicata e complessa. Quali sono dunque gli strumenti che i manager delle imprese di produzione e di servizi devono conoscere per affrontare la sfida? Quali sono le opportunità reali e quali le questioni ancora lontane da una soluzione organizzata?
L’Economia Circolare con i suoi principi può fornire risposte e dare strumenti concreti a chi vuole cambiare rotta all’interno della propria azienda.
Economia circolare e aziende: Il contesto normativo in evoluzione
Il contesto normativo europeo delineatosi negli ultimi anni, aveva preannunciato il 2020 come un anno cardine per l’Economia Circolare, dato che già nel 2015 la Commissione Europea aveva definito un primo “Piano d’azione per l’economia circolare “ che prevede l’adozione di iniziative in materia di: stanziamento dei finanziamenti necessari, progettazione eco-compatibile dei beni, qualità di risorse e materie prime secondarie, riutilizzo delle acque reflue, spinta su prevenzione della produzione di nuovi rifiuti e recupero di quelli generati.
Per continuare il percorso circolare intrapreso, nel 2018 la Commissione ha pubblicato diversi strumenti normativi previsti dal Piano d’azione Ue tra cui spiccano quattro direttive (chiamate “Pacchetto economia circolare rifiuti“) che modificano le principali norme comunitarie in materia di rifiuti, ossia:
- La direttiva 2018/849/Ue di modifica delle direttive 2000/53/Ce (veicoli fuori uso), 2006/66/Ce (pile, accumulatori e relativi rifiuti), 2012/19/Ue (Raee, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).
- La direttiva 2018/850/Ue di modifica della direttiva 1999/31/Ce (discariche di rifiuti);
- La direttiva 2018/851/Ue di modifica della direttiva 2008/98/Ce (direttiva quadro sui rifiuti);
- La direttiva 2018/852/Ue di modifica della direttiva 94/62/Ce (imballaggi e rifiuti di imballaggio).
Al termine del 2019, la nuova Commissione ha presentato il Green Deal per l’Europa con l’ambizione di diventare il primo blocco al mondo che fosse neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Al termine del 2019, la nuova Commissione ha presentato il Green Deal per l’Europa con l’ambizione di diventare il primo blocco al mondo che fosse neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Per rispettare il programma sono stati previsti diversi step tra cui un nuovo Piano d’Azione per l’Economia Circolare presentato l’11 marzo 2020. In Italia il Pacchetto Economia Circolare deve essere recepito nella normativa nazionale nel 2020, rendendo questo anno cruciale per le aziende che dovranno fronteggiare nuove regole, obiettivi e cogliere opportunità.
Le aziende saranno dunque al centro di questo imminente cambiamento normativo, tecnologico, economico e sociale e dovranno essere in grado di cogliere la sfida che gli si pone davanti.
Il Circular Business Model Canvas
Il primo passo per approcciare l’Economia Circolare è tenere a mente che le aziende devono essere messe al centro degli obiettivi che si prefiggono, considerandosi come punto cardine attorno a cui si sviluppano nuovi modelli di business e da cui partono nuove opportunità di mercato. Per poterlo fare bisogna innanzitutto cercare di rivedere l’impresa nel suo insieme, cercando di individuare quali siano i suoi punti di forza e valutare se rispettino i principi di Economia Circolare che verranno presentati nelle Unità Didattiche successive. Uno strumento che si può utilizzare è il CIRCULAR BUSINESS MODEL CANVAS, in quanto permette di analizzare e rimodellare il proprio business attuale inserendo dei temi cardine aggiuntivi legati all’economia circolare.
STEP 1 – BUSINESS MODEL CANVASUtilizziamo il classico BUSINESS MODEL CANVAS (fig. 1) per rappresentare l’attuale modello di business cercando di rispondere alle domande rappresentate in ogni “blocco” del canvas. In questo modo otteniamo la rappresentazione di quale sia il proprio attuale modello di business dando già da subito una maggiore attenzione alle opportunità di circolari, per poi effettuare una nuova modellizzazione circolare aggiungendo ulteriori parametri.
Indicare il valore aggiunto che il proprio modello di business riesce a dare ai clienti. Quali problemi riesco a risolvere, perché i clienti scelgono la mia azienda anziché un competitor;
Esaminare quale sia la relazione che instauro con i clienti, a che cosa servo ai clienti, a cosa sono finalizzate le relazioni con i clienti (fidelizzazione clienti, acquisire altri clienti, aumentare le vendite), quanto costano queste relazioni;
Specificare quali canali utilizzo per quali segmenti, come operano, come sono integrati tra loro. Sono i punti di contatto con i clienti target: canali di comunicazione, di distribuzione, di vendita. Hanno la funzione di stimolare la consapevolezza della nostra value proposition e come aiutano il cliente a valutarla positivamente.
Indicare quali sono le caratteristiche del mercato che voglio raggiungere, quali sono i mercati potenzialmente raggiungibili, l’insieme dei clienti o il business a cui punto di vendere il mio prodotto o servizio.
Indicare il flusso economico che il mio business genera da ogni COSTUMER SEGMENT e che tipo di transizioni sono (a spot, contratti a progetto, abbonamenti ecc…). Capire poi come vorrebbero pagare, perché pagano, quanto contribuisce ogni flusso economico alla revenue totale del mio business;
Riportare quali sono le risorse principali per poter produrre il mio prodotto o fornire il mio servizio nel modello di business impostato. Possono essere risorse umane, tecnologiche, di materiali, conoscenza, partnership, ecc.;
Indicare le azioni più importanti che l’azienda deve effettuare per far funzionare il suo modello di business. Può essere la produzione, marketing, R&D ecc.;
Indicare qual è il network di fornitori e partner che Indicare qual è il network di fornitori e partner che permette il funzionamento del modello mio modello di business. Come catalogo i miei fornitori, partner, consulenti (fondamentali, strategici, base, inutili) e che rapporto c’è (equity vs non equity, paritaria vs squilibrata);
Indicare quali sono i costi per attuare il modello di business (salari, fornitori, attrezzature, forniture ecc.);
STEP 2 – CIRCULAR BUSINESS MODEL CANVAS
Il passaggio successivo è quello di rivedere il modello di business analizzato nello STEP 1, riadattandolo ai principi dell’Economia Circolare rispondendo quindi a “blocchi” aggiuntivi che ci permetteranno di capire quali siano le modifiche da effettuare e quali i settori meno circolari da andare ad implementare.
Si può utilizzare come riferimento il CIRCULAR BUSINESS MODEL CANVAS (figura 2), utile anche per costruire un nuovo modello di business da zero con la consapevolezza che la mia azienda rispetterà i principi di circolarità.
Descrivere quali sono i vantaggi ambientali generati e gli impatti evitati dalla mia attività: la value proposition del modello di business circolare deve comportare una riduzione dell’impatto ambientale generato;
Indicare quali sono le azioni di economica circolare che saranno utilizzate nel modello di business. Possono essere azioni interne all’azienda come nel processo produttivo, differenti modalità di vendita o altre azioni che rispecchino i principi di economia circolare;
Indicare le risorse riciclate o riutilizzate nel proprio modello di business: come per le risorse classiche, possono essere materiali o immateriali.
Esaminare quali sono i costi risparmiati dalle attività circolari e dall’utilizzo di risorse riciclate o riutilizzate all’interno del proprio modello di business;
Indicare quali sono i vantaggi sociali per i lavoratori, per i partner, per i clienti e per il mercato che si vuole intercettare: ad esempio, generare nuovi posti di lavoro, migliorare l’ambiente di lavoro, utilizzare e supportare una filiera a km0, etc.;
Descrivere qual è la relazione con i clienti: indicare per esempio come sia fondamentale coinvolgerli in un network dove il valore aggiunto (sociale, ambientale, economico) sia distribuito lungo l’intera filiera, o creare simbiosi industriale con i clienti non fornendo solo un prodotto ma anche un servizio;
Rendere i canali di acquisizione clienti e di lavoro il più possibile digitali, utilizzando piattaforme dedicate al fine di aumentare la tracciabilità, trasparenza, fidelizzazione del cliente, intercettazione di mercati al di fuori del proprio;
Indicare qual è il valore in più che il proprio modello di business può apportare al mercato, le esternalità positive che favoriscono la crescita economica e sostenibile del territorio, dei propri partner, del mercato e dei propri clienti.
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