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Le microplastiche trovate nelle bottiglie di Coca-Cola e Schweppes

di Circuarity

Data 02/09/2024
Tipo News

Fino ad ora la comunità scientifica ha trovato tracce di microplastiche ovunque: negli oceani, nei crostacei, nel latte materno, nell’acqua potabile, nella pioggia e persino nel sangue e nel cuore umano. Ma dove ingeriamo queste piccole particelle di plastica? Secondo un recente report della ONG francese Agir pour l’environnement anche le bottiglie di plastica di due famosi brand come Coca-Cola e Schweppes. 

Le microplastiche trovate nelle bibite

Le microplastiche trovate nelle bibite di Coca-Cola e Schweppes

Avvalendosi di due laboratori indipendenti specializzati nel rilevamento di micro e nano plastiche, l’ONG ha fatto analizzare sette bottiglie da un litro di Coca-Cola Original e sei bottiglie da 1,5 litri di Schweppes Indian Tonic. Sono state sottoposte allo stesso esame: conservazione a diverse temperature (30°C o 4°C) e osservazioni dopo diverse serie di aperture: una dieci e poi venti.

In tutto sono stati identificati sei polimeri plastici, la maggior parte dei quali sono il polietilene (PE) e il polietilene tereftalato (PET), che costituiscono gli imballaggi dei tappi e delle bottiglie dei due marchi, ma anche polimeri di cloruro di polivinile (PVC).

“È profondamente inaccettabile che i consumatori ingeriscano inconsapevolmente microplastiche – ha dichiarato l’associazione – Nonostante sia stato scientificamente provato, il rilascio di microplastiche è un fenomeno non regolamentato di cui le autorità francesi dovrebbero occuparsi, facendone una priorità per la salute pubblica e la protezione dell’ambiente”. L’appello è stato rivolto alla DGCCRF, la direzione generale francese della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi.

Agir pour l’environnement ha inoltre scoperto che il volume delle microplastiche aumenta man mano che le bottiglie vengono aperte. Sono state contate in media 28 microparticelle per litro dopo dieci aperture e 44 per litro dopo venti aperture, la maggior parte delle quali di diametro inferiore a 50 micrometri. Nei casi più estremi l’ONG ha trovato 46 microparticelle (di cui 25 di PVC) in un litro di Coca-Cola e 62 microparticelle (di cui 57 di PE) in un litro e mezzo di Schweppes. 

Le microplastiche aumentano con l’apertura delle bottiglie

Secondo l’associazione ambientalista Agir pour l’environnement il numero di microplastiche cresce significativamente con l’aumentare del numero di aperture delle bottiglie, suggerendo che la degradazione del tappo – dovuta alla sua abrasione ad ogni apertura – sia responsabile del rilascio delle microplastiche, in particolare per quanto riguarda il PVC. 

L’apertura ripetuta delle bottiglie ha inoltre generato una gamma più ampia di nanoparticelle, ovvero la cui dimensione media è leggermente superiore a quella delle nanoparticelle inizialmente presenti dopo una singola apertura. 

In sostanza, dalle analisi emerge come il molteplice consumo di queste bibite sia collegato ad un aumento delle microplastiche ingerite. E con esso il potenziale di effetti nocivi per la salute umana, tuttavia non ancora scientificamente dimostrati.

Queste minuscole particelle di plastica hanno contorni molto irregolari e quindi una superficie totale molto ampia, che favorisce la loro interazione sia con altre particelle, combinando gli effetti di diversi polimeri, sia facilitando il loro contatto e la loro internalizzazione da parte delle cellule delle membrane mucose umane.

Il vuoto normativo in Europa

In Francia, al momento, non è prevista alcuna regolamentazione in materia. Le bevande in bottiglia sono infatti soggette a controlli di conformità da parte delle agenzie sanitarie regionali, ma non sulle quantità di microplastiche

A livello europeo, la Commissione europea ha adottato una metodologia di monitoraggio delle microplastiche nelle acque solo nel marzo 2024, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento da microplastiche del 30% entro il 2030.  Per il momento, i regolamenti sui prodotti chimici (Reach) vietano solo la vendita di alcuni prodotti, in particolare i cosmetici. Ma nulla riguarda ancora le bevande in bottiglie di plastica. 

In conclusione, l’Agir pour l’environnement è necessario definire uno standard massimo per l’esposizione a micro e nano plastiche nelle bottiglie di acqua e bibite.

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