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Quali sono le città circolari europee

di Circularity

Data 07/05/2024
Tipo News

Dalla teoria alla pratica. Da tempo alcune città europee stanno applicando pionieristicamente alcuni principi dell’economia circolare, dimostrando che una transizione è davvero possibile. A raccontarle ci ha pensato il reportCircular Cities Declaration” pubblicato da ICLEI, ong internazionale di amministrazioni locali per la sostenibilità che, con la collaborazione di Ellen MacArthur Foundation e Circle Economy Foundation, ha raccolto come ogni anno i target, le attività e le metodologie di misurazione messi in campo dalle città europee più virtuose.

L’obiettivo di ICLEI è quello di accendere i riflettori sulle buone pratiche circolari intraprese da oltre 50 città europee, tra cui Budapest, Oslo, Firenze, Copenhagen, per un totale di 16 milioni di abitanti. Dalla riduzione del consumo di materiali vergini all’aumento del riutilizzo alla rigenerazione degli ecosistemi: ogni città ha presentato rapporti dettagliati su come sta procedendo il loro viaggio verso un modello circolare, aggiornando i progressi ed evidenziando gli ostacoli riscontrati. 

Queste città hanno avviato oltre 200 azioni diverse in vari settori per rispettare i 10 impegni fissati dalla Circular Cities Declaration, la dichiarazione delle città circolari. Rispetto al report dello scorso anno ci sono stati progressi anche fino al 20%, Molti di questi progressi sono stati raggiunti attraverso una governance multi-livello che è stata capace di rendere la collaborazione tra le città, gli stakeholder locali e i governi nazionale ed europeo una chiave di volta per il passaggio all’economia circolare.

Le città più virtuose

Tra gli esempi più virtuosi ci sono Turku e Espoo, città finlandesi che organizzano eventi e workshop sull’economia circolare, offrendo servizi gratuiti di manutenzione e riparazione per le biciclette. Entrambe si sono date l’ambizioso obiettivo di diventare carbon neutral entro il 2030 pianificando delle roadmap che portano anche alla creazione di quartieri intelligenti (smart districts), dove i proprietari privati vengono direzionati verso filiere di fornitura edilizia e alimentare più sostenibili. 

Tra le città italiane figura Genova, che ha aperto spazi come il Circular Hub e il Circular Desk per facilitare la creazione di progettualità locali circolari, e il centro SURPLUSE per connettere la domanda e l’offerta di prodotti da riutilizzare. Firenze, invece, si è concentrata sull’obiettivo di aumentare la qualità della raccolta differenziata e di ridurre l’uso della plastica con campagne di sensibilizzazione e servizi come Firenze Plastic Free, che ha portato all’installazione di 22 fontanelle d’acqua e alla distribuzione di borracce in 55 scuole.Obiettivi simili li vuole raggiungere La Spezia che ha creato 181 nuove isole ecologiche e incoraggiando i cittadini a fare meglio la raccolta differenziata . La provincia ligure si impegna anche sul fronte della mobilità introducendo 300 motorini elettrici e 120 biciclette in modalità sharing. 

Le barriere che ostacolano la transizione circolare

Il report suddivide in punti le principali politiche da adottare, le filiere sulle quali intervenire, le tendenze chiave per accelerare la circolarità e le barriere che ostacolano la transizione. Secondo ICLEI emerge una necessità di incentivare il networking, non solo tra le città ma anche con le filiere produttive, il mondo della ricerca e la società civile, affinché il processo di transizione diventi mainstream. In conclusione vengono identificate sei azioni prioritarie che consentiranno alle città, con la cooperazione dei decisori politici, imprese, società civile e cittadini, di accelerare la transizione verso l’economia circolare. In particolare si sottolinea il bisogno di adottare metriche comuni; alzare l’asticella delle ambizioni riguardo agli obiettivi climatici; integrare buone pratiche; innovare e collaborare con i diversi dipartimenti e stakeholder urbani; infine considerare la natura come asset fondamentale all’interno di ogni processo decisionale. Una necessità alla quale si affiancano anche strumenti di mappatura delle infrastrutture e di monitoraggio delle emissioni di gas serra, insieme alla piattaforma europea Urban Nature Platform per accomunare e rendere sistemici gli approcci alla rigenerazione delle risorse naturali.

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