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Riciclo organico: le sfide del settore biowaste

di Circularity

Data 07/05/2024
Tipo News

Oltre a rappresentare un settore fondamentale per l’economia italiana, il biowaste è il fiore all’occhiello dell’economia circolare: attraverso il riciclo valorizza i rifiuti producendo compost e biogas, e allo stesso tempo riduce le emissioni climalteranti. Per capire l’andamento della produzione e della raccolta dei rifiuti a matrice organica in Italia si devono osservare dati contenuti nel Rapporto Rifiuti Edizione 2023 dell’ISPRA, meticolosamente analizzati dal Centro Studi CIC del Consorzio Italiano Compostatori. Nel 2022 In Italia sono stati raccolti 144.000 tonnellate di rifiuti organici in meno rispetto al 2021: 7,25 milioni di tonnellate considerando la frazione umida (5,46 milioni di tonnellate) e verde (1,79 milioni di tonnellate).

Considerando il totale di rifiuti a matrice organica, a cui si aggiungono i fanghi di depurazione ed agroindustriali complessivamente trattati negli impianti italiani, si stimano invece 8,35 milioni di tonnellate di rifiuti, circa 55.000 tonnellate in più dell’anno precedente. Secondo i dati raccolti dal CIC, dalla trasformazione dei rifiuti a matrice organica, sono state ottenute circa 1,9 milioni di tonnellate di compost e 409 milioni di metri cubi di biogas

“Il biowaste si conferma un settore fondamentale per l’economia del Paese e nella lotta alla crisi climatica”, spiega Lella Miccolis, presidente del CIC. “In generale, nel 2022 è stato rilevato un calo nella produzione nazionale dei rifiuti urbani, dovuto in parte agli strascichi delle anomalie generate dalla pandemia da Covid-19 e in parte al calo della popolazione residente in Italia, con una riduzione di circa 132.000 unità rispetto all’anno precedente. Tuttavia, c’è stato un incremento della percentuale di raccolta differenziata, che ha superato il 65%, un dato che fa ben sperare per il futuro.”

Le criticità del settore biowaste

Secondo Miccolis, ci sono una serie di criticità relative al settore che devono essere affrontate con urgenza. In particolare, bisogna intervenire sull’implementazione delle raccolte differenziate dell’umido su tutto il territorio italiano, migliorare la qualità di quanto raccolto e direzionare correttamente gli investimenti nel settore per arginare gli effetti di una sovra capacità impiantistica”.

Nonostante l’Italia abbia introdotto dal primo gennaio 2022 l’obbligo di raccolta della frazione umida, anticipando di ben due anni il resto dell’Unione Europea, nel 2022 si rilevano ancora 675 comuni in cui non risulta essere stata attivata la raccolta differenziata della frazione umida, per un totale di oltre 900.000 abitanti (il 49% circa al Sud, il 38% al Nord e il 12% nel Centro).

Oltre a mancare ancora una diffusione capillare della raccolta organica, anche la qualità della stessa spesso lascia a desiderare. Il Centro Studi CIC rileva che la purezza merceologica media della frazione umida raccolta è scesa dal 93,8% all’attuale 92,9%. La frazione umida raccolta e avviata agli impianti di trattamento presenta quindi una percentuale di materiali impropri (materiale non compatibile – MNC) pari al 7,1% del materiale conferito.

Secondo Massimo Centemero, direttore del CIC, la causa del calo della qualità è data dall’utilizzo ancora elevato di sacchetti non compostabili nonostante il divieto. Solo un ingrediente di elevata qualità, quindi un umido con poche impurità fisiche, può garantire un sistema efficiente, sostenibile e in grado di generare prodotti di qualità”

Impianti e produzione di compost e biogas

Il riciclo dei rifiuti organici nel 2022 è stato affidato a 357 impianti di trattamento biologico, uno in più rispetto all’anno precedente, autorizzati a trattare circa 12 milioni di tonnellate all’anno di rifiuti, oltre 750.000 mila tonnellate in più del 2021. Il totale dei rifiuti a matrice organica trattati ammonta a circa 8,35 milioni di tonnellate, circa 55.000 tonnellate in più dell’anno precedente.

In particolare sono 283 (10 in meno del 2021) gli impianti di solo compostaggio che producono compost. Salgono a 74, invece gli impianti che trattano i rifiuti tramite la digestione anaerobica, in prevalenza integrati con il processo di compostaggio, per la produzione di compost e biogas. Oltre il 65% della frazione umida viene riciclata attraverso processi integrati che includono una fase di digestione anaerobica.

Dal riciclo dei rifiuti nel 2022 sono state prodotte circa 1,9 milioni di tonnellate di compost, tra ammendante compostato misto (oltre 1 milione di tonnellate), ammendante compostato verde e ammendante compostato con fanghi (oltre 400mila tonnellate ciascuno). Inoltre, sono stati ottenuti 409 milioni di metri cubi di biogas, valorizzati mediante la produzione di circa 411 GWh di energia elettrica lorda, 169 GWh di energia termica lorda e 167 milioni di metri cubi di biometano (in 30 impianti) utilizzabile sia per l’immissione in rete per consumi domestici che per l’autotrazione come carburante rinnovabile, con l’obiettivo di ridurre il consumo di fonti fossili.

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