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Serve una space economy circolare

di Circularity

Data 01/07/2025
Tipo News

Dopo anni di crescita della space economy, durante i quali sono stati lanciati nello spazio migliaia di sonde e satelliti, oggi ci ritroviamo a dover affrontare un problema già visto sulla terraferma: i rifiuti

Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Space Environment Report 2025, in orbita attorno al nostro pianeta ci sarebbero oltre 1,2 milioni di frammenti di detriti con un diametro superiore a 1 cm. E circa 50.000 oggetti superano i 10 cm, aumentando notevolmente il rischio di collisioni con i satelliti operativi.

È la cosiddetta sindrome di Kessler, scenario proposto nel 1978 dall’omonimo consulente della NASA. Quando a causa dell’inquinamento spaziale si raggiunge una certa densità di oggetti nell’orbita terrestre bassa (300-2000 km di altitudine) le collisioni tra oggetti possono generare detriti e frammenti che aumentano a cascata la probabilità di ulteriori impatti. Un rischio che si sta cercando di prevenire e mitigare in vari modi: dal diritto spaziale alle missioni per recuperare i detriti per mezzo di bracci robotici.

Contenere gli impatti dei rifiuti spaziali

In virtù del problema le agenzie internazionali hanno dato vita ad una serie di norme per la mitigazione dei detriti spaziali che stanno lentamente migliorando la situazione. Soprattutto nel settore commerciale. Circa il 90% dei razzi lanciati in orbita bassa ha rispettato la norma internazionale che prevede il rientro atmosferico entro 25 anni dalla fine della missione. E l’80% è già conforme alla più severa direttiva dell’ESA, introdotta nel 2023, che riduce il limite a soli 5 anni.

Ci sono diverse possibilità per limitare la produzione di nuovi detriti e ripulire l’ambiente spaziale. Oltre a ridurre i nuovi lanci e progettare satelliti più resistenti, le aziende possono regolare il tempo di permanenza in orbita utile, prevedendo un rientro in atmosfera o posizionando i satelliti su orbite meno affollate, lasciandoli galleggiare nelle cosiddette “orbite cimitero”. Si possono poi eliminare le fonti di energia residue che possono causare esplosioni o posizionare coperture che impediscano la frammentazione.

Entro il 2028 l’ESA prevede una missione di pulizia chiamata ClearSpace-1, che tenterà la rimozione attiva di un oggetto abbandonato in orbita. A questo si aggiunge l’iniziativa “Zero Debris Charter” che mira a non generare più alcun detrito orbitale a partire dal 2030, coinvolgendo partner internazionali sia pubblici che privati.

La nuova space economy europea

Lo spazio sta diventando sempre più congestionato. Oggi sono in orbita 11.000 satelliti e si stima che altri 50.000 verranno lanciati nel prossimo decennio. Il rischio di collisione con i detriti rappresenta un prezzo da pagare troppo alto, soprattutto se si tratta di infrastrutture di telecomunicazione essenziali per la sicurezza di un paese. 

Così il 25 giugno, la Commissione europea, il braccio esecutivo dell’UE, ha proposto una nuova serie di misure che tra le altre cose puntano a rendere il mercato spaziale europeo più circolare e meno impattante. 

l’EU Space Act introduce nuove norme per migliorare il tracciamento degli oggetti spaziali e limitare la formazione di nuovi detriti, includendo requisiti per lo smaltimento sicuro dei satelliti al termine della loro vita operativa.

Con la crescita delle attività spaziali diventa fondamentale anche efficientare la gestione delle risorse e misurare con standard comuni gli impatti ambientali del settore. La proposta di legge prevede infatti di stabilire norme che garantiranno dati coerenti e verificati e incoraggeranno l’innovazione in diversi aspetti della circolarità spaziale: dalla manutenzione al design per prolungare il ciclo vita dei satelliti.

Il regolamento proposto dalla Commissione UE punta soprattutto a sanare la frammentazione normativa che indebolisce il mercato spaziale europeo. “Immagina di essere un’azienda e di dover seguire 13 normative nazionali diverse. Questa frammentazione è dannosa per gli affari, per la competitività e per il nostro futuro nello spazio”, ha spiegato il commissario europeo Andrius Kubilius sottolineando il bisogno di incentivare le imprese a espandersi oltre i confini degli stati membri.

La Commissione istituirà inoltre uno “Space Team Europe”, un forum di alto livello che riunirà tutti gli stakeholders dell’ecosistema spaziale europeo, e svilupperà una metodologia specifica per monitorare la competitività dell’UE nel settore spaziale.

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