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AI, un alleato nella lotta contro spreco alimentare

di circularity

Data 02/09/2025
Tipo News

Produrre e smaltire alimenti che non vengono consumati comporta pesanti sprechi di cibo, risorse, e il dovere e i costi di smaltirli in modo adeguato, dato che la degradazione di rifiuti organici in ambienti non controllati causa l’emissione di una potente gas serra come il metano. La lotta contro lo spreco alimentare –  che nel 2022 ha raggiunto i 1,05 miliardi di tonnellate, (pari a circa il 19% di tutto il cibo disponibile) – passa anche attraverso la digitalizzazione e uno sapiente dell’intelligenza artificiale.

Prevedere con il contagocce le porzioni di patatine che verranno consumate in un Fast Food, la quantità di piatti pronti a scadenza offerti dalla grande distribuzione; dalle aziende agricole alla logistica: sono tante le filiere e i modi in cui l’intelligenza artificiale (AI) e l’Internet Of Things (IoT) possono fare la differenza.

I sensori di Reamit per ridurre gli sprechi

L’analisi dei dati offre strumenti fondamentali per ridurre lo spreco alimentare. Tra le soluzioni più efficaci: ordinare le scorte su richiesta anziché basandosi su stime, effettuare inventari tramite dispositivi IoT con analisi Big Data per una pianificazione più accurata, e monitorare e tracciare i prodotti in tempo reale, riducendo così i costi finanziari e le emissioni legate a spedizioni inutili.

È questa la missione di REAMIT (Improving Resource Efficiency of Agribusiness Supply Chains by Minimizing Waste using Big Data and IoT Sensors), un progetto europeo che riunisce aziende del settore agroalimentare e tecnologico insieme a diversi atenei, tra cui la Nottingham Trent University (NTU), la University of Essex e la University of Bedfordshire, quest’ultima nel ruolo di partner principale.

L’obiettivo è ambizioso: azzerare lo spreco alimentare attraverso tecnologie avanzate di monitoraggio in tempo reale. Grazie ai sensori IoT e all’analisi dei Big Data, le aziende possono controllare costantemente la qualità dei prodotti lungo tutta la filiera, preservandone la freschezza e assicurando che arrivino al consumatore in condizioni ottimali.

I data di Orbisk per ridurre gli scarti nelle cucine

L’obiettivo della startup olandese Orbisk è invece quello di ridurre lo spreco di cibo del 50% di cucine delle mense e dei ristoranti. Come? Installando sopra i bidoni dei rifiuti delle telecamere collegate a una bilancia: così il software ideato dalla startup è in grado di registrare automaticamente tutti gli alimenti gettati nella spazzatura fino al livello degli ingredienti, fornisce un quadro dettagliato dei flussi di rifiuti e permette di identificare le inefficienze nelle cucine professionali per contribuire a ridurre gli sprechi.

Il software impiegato dal progetto è in grado di analizzare le immagini e identificare tipologia e quantità di alimento, livello di lavorazione (intero, preparato o scarto di taglio), momento e motivo dello smaltimento. Può persino determinare se il cibo provenga da una padella, un tagliere o un piatto, consentendo di individuare con precisione dove e in quale fase del processo avviene la perdita.

Questa tecnologia AI si basa su un modello che replica il funzionamento delle reti neurali umane: riconosce struttura, forma, colore e altre caratteristiche a diversi livelli di analisi. In questo modo è più semplice distinguere facilmente tra alimenti visivamente simili, come zucchine e cetrioli.

L’AI per la beneficenza

Alcune grandi aziende del settore alimentare, tra cui Nestlé, stanno testando un software basato sull’intelligenza artificiale per monitorare e ridurre gli sprechi di cibo. Questa tecnologia potrebbe permettere di recuperare fino a 700 tonnellate di prodotti in eccedenza — ingredienti o alimenti ancora commestibili ma in surplus rispetto alle esigenze commerciali — equivalenti a circa 1,5 milioni di pasti. Per esempio, un impianto di Nestlé, dopo appena due settimane di sperimentazione, gli sprechi sono diminuiti dell’87%.

Un esempio pratico riguarda i prodotti come le barrette KitKat rotte o quelli prossimi alla scadenza: pur essendo ancora sicuri da consumare, non possono essere venduti nei supermercati. È proprio qui che entra in gioco il software. Sviluppato da Zest, il sistema sfrutta tecnologie avanzate come BigQuery e Vertex AI di Google Cloud per analizzare in tempo reale i surplus alimentari delle aziende e abbinarli alla domanda delle reti di associazioni caritative, come la Caritas in Italia, che distribuiscono pasti a chi ne ha bisogno.



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