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Gestione Rifiuti: il gap con l’Europa orientale è ancora ampio

di Circularity

Data 01/04/2025
Tipo News

La transizione circolare europea non corre alla stessa velocità. Ci sono paesi con un assetto e un approccio alla gestione circolare dei rifiuti radicato da anni come l’Italia e altri che faticano a tenere il passo.

Un recente studio realizzato da diverse organizzazioni in collaborazione con Zero Waste Europe ha messo in luce una preoccupante carenza nei fondi dell’Unione Europea destinati ai paesi dell’Europa centrale e orientale, evidenziando come queste risorse non siano sufficienti per colmare il divario esistente nella gestione dei rifiuti e per permettere a questi Stati di rispettare gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dall’Unione europea.

Il gap sulla raccolta e il riciclo

 L’analisi ha coinvolto 9 paesi, tra cui Bulgaria, Croazia, Romania e Polonia, rivelando una notevole lentezza, in particolare nella separazione e nel trattamento dei rifiuti organici.

Nonostante il bilancio per il periodo 2021-2027 dedicato alla gestione dei rifiuti e all’economia circolare abbia visto un incremento del 39% rispetto al periodo precedente, la reale efficacia di questi fondi dipenderà dall’efficienza con cui verranno utilizzati.

La situazione attuale resta critica: nei paesi oggetto dello studio, solo il 10% dei rifiuti urbani viene raccolto separatamente come rifiuto organico, con percentuali ancor più basse in alcuni Stati, come la Bulgaria, dove la raccolta separata raggiunge appena il 3%. Questo insufficiente impegno nella gestione dei rifiuti porta a un continuo accumulo di scarti nelle discariche, con conseguenze devastanti per l’ambiente.

Le emissioni di metano dei rifiuti organici

La decomposizione dei rifiuti organici nelle discariche produce metano, un gas serra che ha un potenziale di riscaldamento globale 85 volte superiore a quello della CO₂ su un arco di 20 anni, anche se la sua permanenza in atmosfera è significativamente più breve. 

Nel 2020, il 27% delle emissioni di metano nell’Unione Europea è stato attribuito proprio al settore della gestione dei rifiuti. Questo dato sottolinea l’urgenza di intervenire con politiche più efficaci e con l’allocazione di risorse adeguate, in grado di sostenere questi paesi nel raggiungimento degli obiettivi europei di sostenibilità ambientale e decarbonizzazione.

“Il metano delle discariche è una delle minacce più potenti per il clima, eppure i finanziamenti dell’Ue per la gestione dei rifiuti sono ancora insufficienti”, ha dichiarato Janek Vahk, responsabile delle politiche per l’inquinamento di Zero Waste Europe. “Sono necessari investimenti urgenti per incrementare la raccolta dei rifiuti organici, il compostaggio e le tecnologie di pretrattamento, come il trattamento biologico, per fermare la produzione di metano alla fonte. Senza un’azione decisa, rischiamo di non raggiungere i nostri obiettivi climatici e di permettere ai rifiuti di accelerare la crisi climatica”.

Il case study in Bulgaria sul riciclo dei rifiuti organici

In sintesi, non basta aumentare i fondi disponibili, ma è fondamentale garantire che vengano utilizzati in modo strategico ed efficiente per trasformare radicalmente la gestione dei rifiuti nei paesi dell’Europa centrale e orientale. 

Un esempio virtuoso di utilizzo di fondi europei lo offre il comune di Blagoevgrad, una regione della Bulgaria sud-occidentale, che nel 2018 ha avviato un progetto che prevede la progettazione e la costruzione di impianti anaerobici per i rifiuti biodegradabili raccolti separatamente.

Il progetto, finanziato quasi interamente dall’European Regional Development Fund, deve ancora entrare nella fase operativa ed è costato circa 14,3 milioni di euro.

Il finanziamento europeo copre l’impianto di digestione anaerobica, l’infrastruttura di accompagnamento e l’acquisto di otto autocarri specializzati, oltre ai cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti. Il nuovo impianto di digestione anaerobica dovrebbe ridurre la quantità di rifiuti biodegradabili inviati in discarica, promuovere il riciclo e il recupero dei rifiuti e favorire un maggiore impegno dei cittadini nella raccolta differenziata dei rifiuti organici.

L’impianto servirà quasi 100mila residenti in cinque comuni e dovrebbe trattare 15.819 tonnellate di rifiuti biodegradabili all’anno, tra cui circa 7.900 tonnellate di rifiuti alimentari e di carta.  Si stima che il trattamento di questi rifiuti produrrà circa 2.411 megawattora (MWh) di elettricità all’anno – sufficienti per alimentare circa 915 famiglie – e la produzione di circa 5.100 tonnellate di compost all’anno, che può essere utilizzato per il giardinaggio e attività agricole. 

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