L’Europa è leader globale della transizione verso un’economia circolare, sia per ambizione che per supporto finanziario. Ecco perché è uno dei terreni fertili per lo sviluppo di interessanti start-up che stanno tracciando la via attraverso innovativi modelli di business.
Ma senza supporto finanziario le start-up avrebbero vita breve. Accanto a queste realtà ci sono infatti fondi che investono capitale e credono fortemente in modelli di business circolari. Lo scorso anno Polestar Capital, con sede ad Amsterdam, ha annunciato il lancio del più grande fondo europeo per l’economia circolare. Altri fondi che si concentrano in questo campo sono Circularity Capital, con sede a Edimburgo, e Closed Loop Partners con sede a New York. Scopriamo quali sono le 5 start up, unicorno e non, da tenere d’occhio.
Infinited Fiber
Uno dei più grossi problemi nel rendere circolare il settore tessile è il riciclo. In teoria riciclare fibre naturali porta ad una graduale diminuzione della loro qualità, ma una start-up finlandese Infinited Fiber sembra avere trovato una soluzione a questo problema. Si chiama Infinna ed è la super fibra che può essere riciclata infinite volte in modo da generare nuovi filati per indumenti.
In pratica la tecnologia prende mucchi di tessuti scartati che altrimenti verrebbero gettati in discarica o bruciati e li trasforma in nuove fibre di alta qualità per l’industria tessile. Attualmente l’azienda si sta concentrando su tessuti ricchi di cotone, ma l’obiettivo sarebbe quello di trasformare anche altri materiali ricchi di cellulosa, come vecchi giornali, cartone usato, residui di colture come riso o paglia di grano – nello stesso tipo di fibra.
Twig
Fondata nel 2021, Twig si definisce la “banca delle cose” dando la possibilità ai consumatori che non usano più i loro abiti e accessori di venderli facilmente e dare loro una nuova vita. Basta caricare i propri prodotti inutilizzati sulla piattaforma e ricevere una valutazione e contestualmente i soldi corrispondenti al valore stimato.
Secondo Geri Cupi, fondatore di Twig, la chiave è allontanarsi dal modello di business al dettaglio verso un modello di finanza personale, aiutando le persone a capire che il loro guardaroba fa parte della loro ricchezza e che hanno la possibilità di liquidare i beni che non si vogliono più. Twig si considera una società fintech offrendo vantaggi di mobile banking tra cui una carta Visa che può facilitare le transazioni nazionali e internazionali.
L’approccio sostenibile e digitale riflette il cambiamento dei comportamenti nei confronti delle cose e delle abitudini di acquisto, in particolare tra i giovani consumatori che costituiscono il principale target di Twig.
DND Biotech
L’idea della start-up italiana DND Biotech, supportata dall’acceleratore di start up Terra Next, è quella di mettere a punto un sistema capace di studiare e accelerare i processi di biodegradazione dei contaminanti organici. Combinando robotica, dispositivi wireless e biotecnologie è in grado di fornire un innovativo servizio di biorisanamento a costi molto competitivi e basso impatto ambientale.
Il suolo è molto eterogeneo e complesso da studiare, quindi ogni sito da trattare è diverso dall’altro. La bonifica di un suolo può essere fatta tramite diversi trattamenti (procedimento chimico, fisico, termico, soil-washing). DND biotech utilizza microrganismi per stimolare le attività di biodegradazione. In sostanza aiuta la natura a fare il suo mestiere in modo più veloce e preciso: grazie alle biotecnologie si valorizza ciò che è già presente nel suolo creando le condizioni ideali.
Northvolt
È svedese e si chiama Northvolt, la start-up unicorno che produce batterie agli ioni di litio utilizzando energia da fonti rinnovabili e materiali ottenuti dal riciclo di altre batterie. Nel 2021 aveva annunciato di aver prodotto la sua prima cella di batteria con nichel, manganese e cobalto riciclati al 100%, materie prime di stoccaggio importanti per le batterie agli ioni di litio utilizzate nei veicoli elettrici.
La società con sede a Stoccolma, che ha attirato investimenti da Goldman Sachs e Volkswagen, produce le celle delle batterie agli ioni di litio attraverso il suo programma di riciclo Revolt. L’impianto produce catodi al nichel-manganese-cobalto utilizzando metalli recuperati attraverso il riciclo dei rifiuti delle batterie esauste. Northvolt riesce a recuperare il 95% dei metalli con più di valore, riportandoli poi a un livello di purezza elevatissima.
Zume
Gli europei consumano più caffè di qualsiasi altro continente, con conseguente spreco di coperchi di plastica monouso. Solo nel Regno Unito, ogni anno vengono buttati via 2,5 miliardi di contenitori e coperchi per caffè, ma solo lo 0,25% viene riciclato, lasciando che il resto si accumuli nelle nostre discariche o si riversi nei corsi d’acqua. Sebbene si provi ad introdurre regole per ridurre i rifiuti di plastica, i brand del settore alimentare non possono eliminare completamente la plastica dai bicchieri da asporto senza valide alternative.
Zume ha pensato ad una soluzione lanciando in Europa e negli Stati Uniti il suo coperchio per bicchieri monouso di caffè in plastica compostabile, realizzato con materiali di origine vegetale e biomasse. Dal 2015 questa start-up, diventata unicorno, produce packaging compostabile anche per contenitori per il cibo e confezioni per prodotti medicali e di uso comune.