Net Zero è diventato il principale impegno globale per evitare una crisi climatica, ma rappresenta anche un’opportunità di investimento e innovazione per tutti i settori dell’economia. Il concetto di emissioni nette zero è emerso in concomitanza con l’Accordo di Parigi, con l’obiettivo di mantenere le temperature globali al di sotto dei 2°C. Il termine Net Zero indica l’impegno a ridurre le emissioni al limite del possibile, compensando quelle rimanenti attraverso l’assorbimento. Un numero crescente di aziende, governi e organizzazioni della società civile si stanno impegnando ad agire insieme per raggiungere questo obiettivo.
Punti chiave
- È necessario misurare e analizzare l’impronta di carbonio delle catene del valore per fissare obiettivi di riduzione delle emissioni basati sulla scienza del clima;
- Vi è una crescente pressione sociale, normativa e di mercato per ridurre le emissioni di carbonio nei progetti e nei portafogli di investimento;
- Il cambiamento climatico sta determinando la trasformazione del mercato e la riprogettazione delle politiche, il che presenta rischi e opportunità per le aziende di tutti i settori;
- I tre fattori essenziali per raggiungere le emissioni nette zero sono: la definizione dell‘ambito di applicazione, la progettazione di strategie socialmente giuste e la definizione di una tabella di marcia a lungo termine.
- Sebbene l’attuale quadro normativo Net Zero presenti dei punti deboli, è una delle poche guide per il settore privato per adattarsi alla transizione verso un’economia a emissioni nette zero entro il 2050.
Perché è importante agire ora per ottenere un’economia Net Zero?
Gli effetti del cambiamento climatico sono presenti e sempre più evidenti. Lo dimostra l’accelerazione della trasformazione del sistema finanziario globale, che d’ora in poi avrà un impatto su tutti i settori dell’economia. Per evitare che le conseguenze del cambiamento climatico si aggravino, dobbiamo limitare le emissioni di gas serra il più rapidamente possibile, ed è per questo che sempre più Paesi si stanno muovendo verso obiettivi di zero emissioni nette.
Grazie agli accordi internazionali, alla crescente pressione sociale, normativa e di mercato, sempre più aziende si sono impegnate a ridurre le emissioni nette di gas serra. Si tratta di una nuova area di opportunità per lo sviluppo e gli investimenti, poiché gli obiettivi Net Zero implicano una trasformazione dei mercati e una riprogettazione delle politiche pubbliche, che rappresentano rischi e opportunità per le aziende di qualsiasi settore.
Come muoversi verso la neutralità climatica?
Secondo la Science Based Targets Initiative (SBTi), ci sono due condizioni perché le aziende possano raggiungere le emissioni nette zero:
- Ridurre le emissioni nella propria catena del valore per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C;
- Compensare l’impatto di qualsiasi fonte di emissioni che non può essere eliminata in quantità equivalente (ad esempio, il sequestro del carbonio).
Ogni azienda deve misurare e analizzare l’impronta della propria catena del valore, fissare obiettivi basati su dati scientifici e valutare i rischi e le opportunità finanziarie associate al cambiamento climatico. Per raggiungere le emissioni nette zero, è necessario fissare obiettivi precisi, misurabili, a lungo termine e che garantiscano giustizia sociale.
Le emissioni zero vengono raggiunte sulla base di obiettivi definiti, socialmente giusti e a lungo termine.
Inoltre, gli obiettivi dovrebbero chiarire quali sono le fonti di emissione coperte dalle aziende, cioè quelle derivanti dalla loro attività diretta o anche quelle generate nella loro catena del valore. È inoltre importante stabilire la combinazione di riduzioni delle emissioni, assorbimenti diretti e compensazioni. Le rimozioni dirette di CO2 sono quelle sotto il controllo dell’organizzazione, mentre le compensazioni sono riduzioni o rimozioni acquistate e realizzate da qualcun altro, da qualche altra parte. In generale, è preferibile una riduzione diretta delle emissioni. Le strategie di rimozione o compensazione sono spesso di efficacia incerta e rappresentano un rischio maggiore.
L’approccio di giustizia sociale si riferisce alla considerazione dei diversi livelli di sviluppo e di accesso ai finanziamenti di ciascun Paese. I Paesi in cui è prevista l’eliminazione anticipata tendono ad avere livelli relativamente bassi di emissioni di CO2, un PIL pro capite relativamente alto, una bassa quota attuale di emissioni non CO2 e una bassa densità di popolazione.
Infine, la tabella di marcia a lungo termine dovrebbe stabilire punti intermedi per la valutazione e la riorganizzazione dei piani di decarbonizzazione stabiliti, il che implica il monitoraggio dei progressi attraverso indicatori di performance affidabili e ambiziosi.
Rischi e opportunità per il futuro
Esiste la possibilità concreta che il raggiungimento di emissioni nette di carbonio entro il 2050 non sia possibile a livello globale, o che non sia sufficiente a mantenere le temperature al di sotto dei 2°C rispetto alle temperature preindustriali. Diverse voci della comunità scientifica e dell’attivismo ambientale si sono espresse contro la promessa ambientale Net Zero. Si chiede la fattibilità di catturare la quantità di emissioni di carbonio necessaria per raggiungere net zero entro il 2050. Le soluzioni tecnologiche proposte finora si sono rivelate insufficienti, sia per la necessità di grandi superfici, sia per i costi elevati o semplicemente per l’impossibilità tecnica.
Un’altra sfida fondamentale è quella di stabilire una contabilità rigorosa e trasparente delle emissioni e del sequestro di carbonio, con il rischio di una proliferazione del greenwashing, o falsa propaganda della sostenibilità, da parte di governi o aziende che sovrastimano le loro prestazioni di decarbonizzazione.
Anche se lo scetticismo nei confronti del cambiamento climatico persiste, gli aggiustamenti del mercato genereranno rischi e opportunità di investimento che non possono essere ignorati.
Nonostante i dubbi che circondano l’idea di Net Zero, non c’è dubbio che mantenere le emissioni di carbonio al livello attuale sia insostenibile e che catturare le emissioni di carbonio dall’atmosfera contribuirà a limitare gli effetti negativi del riscaldamento globale. Inoltre, le normative governative e le valutazioni del valore di mercato saranno sempre più allineate all’obiettivo di ridurre e catturare il maggior numero possibile di emissioni di carbonio.
In conclusione, anche se l’obiettivo globale Net Zero dovesse non essere del tutto realizzabile, o fosse insufficiente per mantenere la temperatura al di sotto dei 2°C, è un dato di fatto che i piani aziendali e di investimento dovrebbero sfruttare le opportunità che si presentano in questa transizione. Allo stesso tempo, mentre c’è ancora scetticismo sul cambiamento climatico, gli aggiustamenti del mercato genereranno rischi che possono essere mitigati nel tempo. Senza dubbio i prossimi cinque anni saranno decisivi per gli investitori che vogliono essere rilevanti nella transizione più ambiziosa dell’umanità.