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Notizie dal mondo circ n.3 Luglio 2019

di Materia Rinnovabile n°5

Data 16/07/2019

Una piattaforma nazionale per promuovere un modello di economia circolare incentrato su filiere innovative, integrate e multisettoriali: così si presenta il Cluster Tecnologico Nazionale della Chimica Verde SPRING, nato per promuovere una bioeconomia intesa come rigenerazione territoriale. 

SPRING rappresenta infatti l’intera filiera italiana biobased: dall’agricoltura, alla ricerca nel campo della chimica da fonti rinnovabili e delle biotecnologie industriali, alla realizzazione di materiali e bioprodotti, all’industria di trasformazione e alla fase di smaltimento. Forte dell’eterogeneità dei suoi oltre 100 associati (tra cui grandi player industriali, Pmi, università, centri di ricerca pubblici e privati, associazioni, fondazioni, poli di innovazione e altri soggetti attivi nel campo della comunicazione ambientale e del trasferimento tecnologico), il Cluster si propone di rilanciare la chimica nazionale dal punto di vista della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, stimolando ricerca e investimenti in nuove tecnologie con un approccio interdisciplinare e la creazione di bioraffinerie integrate, partendo dalla valorizzazione delle specificità dei territori e in costante dialogo con gli attori locali. Attori locali rappresentati innanzitutto dalle Regioni italiane – nello specifico Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna, Veneto e Umbria – in qualità di interlocutori privilegiati dell’aggregazione, che fin dall’inizio si sono impegnati a sostenerne le attività attraverso strategie di sviluppo e documenti di programmazione coerenti con la sua visione e i suoi obiettivi. Tale dialogo trova oggi ulteriore conferma nell’istituzione di un Tavolo Permanente Cluster/Amministrazioni regionali, che permetterà nei prossimi mesi di facilitare il confronto reciproco in materia di programmazione locale strategica e la costituzione di partnership interregionali, stimolando le relazioni con istituzioni e stakeholder nazionali ed europei e favorendo le ricadute positive sui territori e la condivisione di best practices a supporto di attività di ricerca e innovazione.

Il cluster tecnologico nazionale della chimica verde “SPRING”

Nato in risposta a un bando del 2012 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con l’obiettivo di creare una piattaforma nazionale della chimica verde che agisse da propulsore della crescita economica sostenibile dei territori e del sistema economico nazionale, il Cluster Tecnologico Nazionale della Chimica Verde SPRING – Sustainable Processes and Resources for Innovation and National Growth si è costituito ufficialmente nel 2014 come associazione senza scopo di lucro, per iniziativa di quattro soci fondatori: Biochemtex, Novamont, Versalis e Federchimica.

Incoraggiando la crescita e lo sviluppo dell’industria biobased italiana attraverso un approccio olistico all’innovazione, SPRING si propone di favorire azioni di ricerca, dimostrative, di trasferimento tecnologico, di divulgazione e di formazione, incentivando la creazione di bioraffinerie e di filiere integrate multisettoriali, presentandosi come interlocutore di riferimento sulla bioeconomia e sul portafoglio di politiche nazionali e comunitarie di interesse per le industrie biobased.

Con gli attuali 103 associati – il 43% dei quali soggetti industriali (dagli spin-off, alle Pmi, ai grandi player industriali nel settore della chimica da fonti rinnovabili), seguiti da enti di ricerca (29%) e dalle altre tipologie di enti (28%), e distribuiti per il 60% nel nord Italia, il 24% nel centro e il 16% nel sud e isole – il Cluster è governato da un Consiglio Direttivo formato da rappresentanti eletti da quattro Comitati, rispettivamente dell’Industria, dell’Accademia, delle Associazioni e delle Istituzioni regionali.

I quattro progetti di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e formazione finanziati attivati nell’ambito di SPRING a inizi 2014 (ALBE – ALternative Biomasses for Elastomers; BIT3G – Bioraffineria di III generazione integrata nel territorio; LIDIA – Sviluppo di tecnologie di seconda generazione per la conversione di derivati organici in acidi dicarbossilici green, come bulding blocks di origine rinnovabile per la sintesi di chemicals e polimeri; e REBIOCHEM – Biochemicals da biomasse: integrazioni di bio-conversioni per la produzione e l’applicazione di biochemicals da biomasse di II generazione da fonti rinnovabili) si focalizzano ciascuno su una tematica specifica nell’ambito della trasformazione tramite processi fortemente innovativi di biomasse sostenibili in chemicals e prodotti ad alto valore aggiunto, e sono condotti da un partenariato basato su una logica multiregionale e di integrazione di competenze e sulla collaborazione tra mondo industriale e della ricerca. 

Ogni progetto è abbinato a uno specifico progetto di formazione per giovani ricercatori, dalle competenze e professionalità eterogenee per ricoprire tutta la filiera di sviluppo delle bioraffinerie.

Se la bioeconomia rappresenta una opportunità incredibile per lo sviluppo sostenibile comunitario e degli stati membri – in un mercato europeo stimato in 2000 miliardi di euro e che dà impiego a oltre 22 milioni di persone, il 9% dell’occupazione complessiva dell’Unione – sono infatti proprio le Regioni a giocare un ruolo chiave all’interno di tale strategia. Regioni chiamate a diventare ”sostenibili”, come già espresso dal Bioeconomy Panel della Commissione Europea e dalla 3rd Bioeconomy Stakeholders’ Conference di Torino nell’ottobre 2014: vale a dire protagoniste di una rigenerazione territoriale che moltiplichi su scala nazionale competenze e casi studio di eccellenza che già esistono a livello locale. In che modo? Favorendo l’utilizzo efficiente delle risorse, la messa a punto di processi a basso impatto ambientale e lo sviluppo di progetti di innovazione tecnologica multidisciplinari, mettendo in atto una crescita economica e sociale integrata e rispettosa degli ecosistemi e incoraggiando lo sviluppo una cultura comune della bioeconomia. 

SPRING si pone proprio al servizio delle Regioni e di questo loro importante compito, grazie anche a una Roadmap di strategia e innovazione industriale elaborata con la collaborazione della società D’Appolonia. La Roadmap è il documento strategico che delinea la posizione dell’Associazione sulle linee di sviluppo del settore della bioeconomia in Italia. Essa rappresenta da un lato l’espressione delle progettualità del Cluster in materia di R&D – favorendo la creazione di partnership e l’accesso a opportunità di finanziamento – e, dall’altro, lo strumento di dialogo politico/istituzionale di cui il Cluster si è dotato per agevolare l’implementazione del framework normativo di supporto alla bioeconomia, mettendone in luce gli impatti positivi in termini di competitività, sviluppo, occupazione e sostenibilità. In linea con politiche locali e comunitarie e in un contesto coerente di sviluppo della bioeconomia nazionale, la roadmap permette quindi di accedere come “sistema-Paese” a più ampie opportunità di crescita anche a livello europeo, favorendo l’attivazione di filiere virtuose interregionali e ottimizzando la complementarità fra domanda e offerta tecnologica all’interno del comparto biobased.

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Un’attenzione al territorio, quella di SPRING, che si inserisce in un più ampio contesto di stimolo al comparto e di spinta verso un modello di economia circolare, sempre più dinamico sia a livello italiano sia europeo.

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