Il concetto di capitale naturale supera il principio per cui la natura rappresenta la nostra fonte di materie prime per la produzione, per includere il ruolo dell’ambiente e degli ecosistemi nel sostenere il benessere umano attraverso la fornitura di beni e servizi fondamentali come acqua pulita, terreni fertili e preziose risorse genetiche.
Sulla base di questo concetto, le Nazioni Unite hanno inaugurato una nuova concezione della ricchezza globale e dopo oltre 50 anni dal celebre discorso di Robert Kennedy sul PIL, L’economista Elliott Harris ha presentato alla stampa un nuovo indicatore che includerà allo stesso tempo dati economici e ambientali.
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di misurare il benessere non più soltanto servendosi solo dei parametri del Prodotto Interno Lordo, ma allargando la rilevazione anche ai temi ambientali, con l’obiettivo di portare il tema della sostenibilità al centro del delle scelte politiche ed economiche dei Paesi.
In quest’ottica, l’Onu ha annunciato l’adozione del nuovo sistema di contabilità SEEA EA, acronimo di System of Environmental-Economic Accounting—Ecosystem Accounting con l’obiettivo di avere “un impatto significativo sugli sforzi per affrontare le emergenze ambientali come il cambiamento climatico e il declino della biodiversità”. Il quadro SEEA segue una struttura contabile simile a quella del Sistema dei conti nazionali (SNA): utilizza concetti, definizioni e classificazioni coerenti con lo SNA al fine di facilitare l’integrazione delle statistiche ambientali a quelle economiche. Il SEEA è un sistema multiuso che genera un’ampia gamma di statistiche, conti e indicatori con molte diverse potenziali applicazioni analitiche.
Pensato per essere una guida per integrare i dati economici, ambientali e sociali in un quadro unico e coerente per il processo decisionale olistico, i SEEA considera, tra i diversi fattori:

i flussi monetari associati alle risorse utilizzate in agricoltura, silvicoltura e pesca, e i fattori ambientali correlati

le transazioni relative alle attività intraprese per preservare e proteggere l’ambiente, come la fornitura e l’uso di beni e servizi di protezione

i conti delle emissioni atmosferiche relative alla generazione di emissioni e all’emissioni di accumulo generate da famiglie e industrie

l’area totale di ciascun ecosistema, le condizioni delle risorse, e la “contabilità” relativa a biodiversità, cambiamenti climatici, oceani e aree urbane.

il ruolo dell’energia all’interno dell’economia, lo stato degli input energetici e le transazioni legate all’energia

le quote mutevoli dei diversi usi del suolo, come gli impatti dell’urbanizzazione, l’intensità della produzione agricola e animale, il rimboschimento e la deforestazione
Le risorse della natura non figurano ancora nei calcoli della ricchezza dei Paesi.
Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ”Se vogliono avere la possibilità di un futuro sostenibile, le nazioni devono iniziare a soppesare il costo del profitto economico rispetto ai danni all’ambiente”. Il capo dell’Onu ha sottolineato che “l’economia globale è aumentata di quasi 5 volte negli ultimi 50 anni, ma la crescita ha avuto un costo enorme per l’ambiente.”
Un appello che arriva mentre è in corso il terzo United Nations World Data Forum (UNWDF) della Statistical Commission dell’Onu che dovrebbe deliberare un nuovo quadro statistico per misurare la prosperità economica e il benessere umano e che include i contributi della natura.