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CARBON MANAGER

Livello del percorso INTENSIVE
Durata 17h
Costo 829 €
carbon manager
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Descrizione

CORSO CARBON MANAGER

Il corso “Carbon Manager” forma professionisti interessati a misurare, ridurre e gestire le emissioni di CO₂ in azienda. Fornisce strumenti operativi per elaborare piani di decarbonizzazione, supportare strategie Net Zero e integrare la sostenibilità climatica nella governance aziendale. Un percorso pratico per affrontare la transizione ecologica in modo concreto e misurabile.

Il percorso formativo è pensato per Project Manager con esperienza già maturata nel settore dell’economia circolare e della sostenibilità, ma anche per neolaureati che vogliono acquisire conoscenze e strumenti concreti in materia di circolarità.

  • Il corso è articolato in 7 moduli videoregistrati e fruibili in streaming sulla Circularity Platform.
  • L’intero corso o i singoli moduli possono essere acquistati tramite carta di credito o bonifico e seguiti in streaming sulla nostra piattaforma.
  • Una volta acquistati hanno validità di 30 giorni.
  • Al temine di ogni modulo è possibile eseguire un quiz per testare il livello di apprendimento
  • Al termine del corso verrà erogato un attestato di partecipazione nominale.
  • Il prezzo del corso è da intendersi iva inclusa.

 

 

Argomenti per questo corso

  • play_circle 1/7 IL RISCALDAMENTO GLOBALE schedule2:00:00
  • play_circle 2/7 I CAMBIAMENTI CLIMATICI schedule2:00:00
  • play_circle 3/7 STRATEGIE E NORMATIVA CLIMATICA schedule2:00:00
  • play_circle 4/7 QUADRO NORMATIVO E STRUMENTI DI GOVERNANCE schedule2:00:00
  • play_circle 5/7 L'APPROCCIO LIFE CYCLE THINKING schedule3:00:00
  • play_circle 6/7 L'INVENTARIO EMISSIVO DI ORGANIZZAZIONE schedule3:00:00
  • play_circle 7/7 RIDUZIONE E COMPENSAZIONE DELLE EMISSIONI schedule4:00:00

Modulo 1 – “IL RISCALDAMENTO GLOBALE”

1.1 Le cause del riscaldamento globale
Il riscaldamento globale è causato principalmente dalle attività umane, in particolare dall’uso di combustibili fossili. Queste attività rilasciano grandi quantità di gas serra nell’atmosfera. La deforestazione e l’agricoltura intensiva contribuiscono ulteriormente all’accumulo di CO₂ e metano. L’industrializzazione ha accelerato il cambiamento climatico, modificando gli equilibri naturali.

1.2 Le emissioni di gas climalteranti
I gas climalteranti comprendono CO₂, metano, protossido di azoto e gas fluorurati. Questi gas intrappolano il calore nell’atmosfera, aumentando la temperatura terrestre. Le principali fonti sono trasporti, industria, agricoltura e produzione energetica. Misurare e ridurre queste emissioni è centrale nella lotta al cambiamento climatico.

1.3 L’effetto serra e il riscaldamento globale
L’effetto serra è un fenomeno naturale che permette alla Terra di mantenere una temperatura compatibile con la vita. Tuttavia, l’eccesso di gas serra amplifica questo effetto, causando un riscaldamento anomalo del pianeta. Questo squilibrio altera il clima globale e influenza sistemi naturali e umani. Intervenire sull’origine delle emissioni è essenziale per contenere il fenomeno.

1.4 Effetti estremi del riscaldamento globale
Il riscaldamento globale intensifica eventi climatici estremi come ondate di calore, alluvioni, incendi e siccità. Scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello del mare minacciano ecosistemi e comunità costiere. La biodiversità è a rischio e cresce l’insicurezza alimentare. Le conseguenze si estendono a salute, economia e migrazioni umane.

Modulo 2 – “I CAMBIAMENTI CLIMATICI”

2.1 Meteo -vs- Clima
Il meteo descrive le condizioni atmosferiche in un breve periodo e in un’area limitata (es. pioggia, sole, vento). Il clima, invece, rappresenta la media di queste condizioni su periodi lunghi (30 anni o più). Confondere i due concetti porta a interpretazioni errate del cambiamento climatico. Comprendere la distinzione è fondamentale per l’analisi dei trend climatici.

2.2 Cosa è il cambiamento climatico
Il cambiamento climatico è l’alterazione duratura dei parametri climatici globali o locali. È causato principalmente dalle attività antropiche, che aumentano la concentrazione di gas serra. Si manifesta con temperature più alte, variazioni nei regimi delle precipitazioni e fenomeni estremi. È un’emergenza ambientale, economica e sociale su scala globale.

2.3 Scenari climatici futuri
Gli scenari climatici si basano su proiezioni modellistiche che ipotizzano diversi livelli di emissioni future. A seconda delle azioni adottate oggi, il riscaldamento potrà essere contenuto o aggravarsi drasticamente. Gli scenari aiutano governi, aziende e comunità a pianificare strategie di risposta. IPCC fornisce i principali modelli di riferimento, come gli SSP (Shared Socioeconomic Pathways).

2.4 Mitigazione e Adattamento ai cambiamenti climatici
La mitigazione mira a ridurre le cause del cambiamento climatico, limitando le emissioni di gas serra. L’adattamento si concentra invece sull’affrontare gli impatti già in atto, modificando infrastrutture, agricoltura e gestione delle risorse. Entrambe le strategie sono complementari e necessarie. Il Carbon Manager ha un ruolo chiave nella loro applicazione a livello aziendale.

Modulo 3 – “sTRATEGIE E NORMATIVA CLIMATICA”

3.1 Storia e Origine dell’attenzione climatica
L’attenzione al cambiamento climatico nasce nel XX secolo con le prime osservazioni scientifiche sull’aumento di CO₂. Negli anni ’70 e ’80 cresce la consapevolezza grazie a studi sull’effetto serra e il riscaldamento globale. La Conferenza di Rio del 1992 segna una svolta politica internazionale. Da allora, clima e sostenibilità sono al centro del dibattito ambientale globale.

3.2 Le strategie mondiali riguardo ai cambiamenti climatici
Le strategie globali si basano su accordi multilaterali per ridurre le emissioni e aumentare la resilienza climatica. Il Protocollo di Kyoto (1997) e l’Accordo di Parigi (2015) sono due pilastri fondamentali. I Paesi definiscono contributi volontari (NDCs) per la decarbonizzazione. La cooperazione internazionale è essenziale per affrontare un problema globale come il clima.

3.3 Le COP ONU nella storia
Le COP (Conference of the Parties) sono conferenze annuali dell’ONU sui cambiamenti climatici, iniziate nel 1995. Hanno portato a tappe fondamentali come Kyoto (COP3), Copenaghen (COP15) e Parigi (COP21). Ogni COP è un momento cruciale di negoziazione tra governi, esperti e società civile. Le decisioni prese guidano le politiche climatiche a livello mondiale.

3.4 L’IPCC e i suoi report
L’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è il principale organismo scientifico internazionale sul clima. I suoi report valutano in modo oggettivo i dati scientifici disponibili sui cambiamenti climatici. I documenti IPCC sono fondamentali per guidare le decisioni politiche e definire scenari futuri. Ogni ciclo di report aggiorna la comunità globale sull’urgenza dell’azione climatica.

Modulo 4 – “QUADRO NORMATIVO E STRUMENTI DI GOVERNANCE”

4.1 Politiche europee e quadro normativo
L’Unione Europea è tra i leader mondiali nella lotta al cambiamento climatico, con obiettivi ambiziosi di neutralità climatica al 2050. Il Green Deal Europeo, il pacchetto Fit for 55 e il Regolamento sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD) sono pilastri centrali. Norme e direttive guidano le aziende verso la decarbonizzazione. Conoscere il quadro normativo è essenziale per agire in conformità ed efficacia.

4.2 Antifragilità e adattamento: Rischi e opportunità e analisi di scenario
L’adattamento ai cambiamenti climatici va oltre la resilienza: punta a trasformare i rischi in opportunità. Il concetto di antifragilità descrive sistemi che migliorano sotto stress, anche climatico. L’analisi di scenario aiuta le aziende a prevedere impatti futuri e a pianificare strategie adattive. Un approccio proattivo riduce vulnerabilità e crea valore competitivo.

4.3 Reporting e trasparenza: CDP, SBTs, ESRS, product passport
Il reporting climatico è uno strumento chiave per dimostrare impegno e ottenere fiducia da investitori e stakeholder. CDP valuta la trasparenza ambientale, SBTi certifica obiettivi allineati agli scenari scientifici, e gli ESRS definiscono standard europei per la rendicontazione. Il “product passport” europeo punta a tracciare l’impatto ambientale dei prodotti lungo il ciclo di vita.

Modulo 5 – “L’APPROCCIO LIFE CYCLE THINKING”

5.1 LCA – Life Cycle Assessment – teoria e definizioni
La LCA è una metodologia scientifica per valutare gli impatti ambientali di un prodotto o processo lungo tutto il suo ciclo di vita. Parte dall’estrazione delle risorse fino allo smaltimento (“dalla culla alla tomba”). È standardizzata da norme ISO (14040-44) e fondamentale per la sostenibilità aziendale. Permette decisioni informate su ecodesign, approvvigionamento e strategie climatiche.

5.2 Metodo di calcolo – (Definizione di Scopo e obiettivi dell’analisi-Analisi di inventario-Confini del sistema-Interpretazione risultati)
Il calcolo LCA si sviluppa in quattro fasi principali. Si definiscono obiettivi, unità funzionale e confini del sistema (cosa è incluso nell’analisi). Si raccolgono dati nel Life Cycle Inventory (LCI), e si valuta l’impatto ambientale (LCIA). Infine, i risultati vengono interpretati per guidare scelte sostenibili e comunicare in modo trasparente.

5.3 Life cycle inventory (raccolta dati)
Il Life Cycle Inventory (LCI) raccoglie tutti i dati in entrata (input) e in uscita (output) associati ai processi del sistema analizzato. Include energia, materiali, trasporti, emissioni e rifiuti. La qualità e la rappresentatività dei dati influenzano direttamente l’affidabilità dell’analisi. Il LCI è la base quantitativa su cui si fonda ogni valutazione LCA.

5.4 Valutazione degli impatti
La Life Cycle Impact Assessment (LCIA) traduce i flussi ambientali in categorie di impatto (es. cambiamento climatico, acidificazione, uso del suolo). Ogni input/output viene associato a un potenziale impatto usando modelli standard. Il risultato permette di comparare soluzioni e individuare i “punti caldi”. È uno strumento decisionale per ridurre l’impronta ambientale.

5.5 LCA vs LCC vs LCS
LCA (Life Cycle Assessment) valuta gli impatti ambientali, LCC (Life Cycle Costing) analizza i costi economici lungo il ciclo di vita. LCS (Life Cycle Sustainability) integra LCA e LCC aggiungendo l’impatto sociale, per una visione olistica della sostenibilità. Insieme, offrono un quadro completo per decisioni strategiche e progettazione responsabile.

Modulo 6 – “L’INVENTARIO EMISSIVO DI ORGANIZZAZIONE”

6.1 Definizione dei confini
La definizione dei confini è il primo passo per costruire un inventario emissivo solido e coerente. Si distinguono confini organizzativi (controllo operativo, controllo finanziario, quota di partecipazione) e confini operativi (Scope 1, 2 e 3). La scelta influenza profondamente il perimetro delle emissioni rendicontate. Una corretta impostazione garantisce comparabilità, trasparenza e conformità agli standard (GHG Protocol, ISO 14064).

6.2 Calcolo delle emissioni
Il calcolo delle emissioni si basa sull’uso di fattori di emissione applicati a dati di attività (es. consumo di gas, carburante, elettricità). Scope 1 include emissioni dirette da fonti controllate; Scope 2 quelle indirette da energia acquistata; Scope 3 tutte le altre indirette lungo la catena del valore. Si usano database e tool di calcolo riconosciuti (es. DEFRA, ISPRA, GHG Protocol). Una stima accurata consente di monitorare performance e definire strategie di decarbonizzazione efficaci.

Modulo 7 – “RIDUZIONE E COMPENSAZIONE DELLE EMISSIONI”

7.1 Il piano di decarbonizzazione
È una strategia strutturata per ridurre progressivamente le emissioni di gas serra. Include misure operative, tecnologiche e gestionali per abbattere l’impatto ambientale. Si basa sull’analisi delle emissioni attuali e sulla definizione di target temporali. È fondamentale per allineare l’azienda agli obiettivi climatici internazionali.

7.2 L’analisi di scenario
Consiste nella valutazione di diversi futuri possibili legati a variabili economiche, tecnologiche e normative sul clima. Aiuta le imprese a comprendere i rischi e le opportunità della transizione ecologica. Supporta la pianificazione strategica e la resilienza del business. È spesso integrata nei piani climatici secondo il framework TCFD.

7.3 Il carbon Pricing
È un sistema che assegna un costo alle emissioni di CO₂ per incentivare la riduzione dell’impatto ambientale. Può essere attuato tramite tasse sul carbonio o sistemi di scambio di quote (ETS). Rende economicamente vantaggioso ridurre le emissioni. Favorisce la transizione verso modelli produttivi a basse emissioni.

7.4 I Science Base Targets
Sono obiettivi di riduzione delle emissioni allineati con la scienza climatica e gli Accordi di Parigi. Permettono alle aziende di definire impegni credibili e misurabili. Richiedono il rispetto di soglie compatibili con il contenimento del riscaldamento globale. Sono validati dall’iniziativa SBTi, riconosciuta a livello internazionale.

7.5 La neutralità carbonica secondo ISO 14068
È uno standard internazionale che definisce criteri rigorosi per dichiarare la carbon neutrality. Include la quantificazione delle emissioni, la loro riduzione e la compensazione residua. Assicura trasparenza, tracciabilità e verificabilità dei risultati. Rende le affermazioni aziendali conformi e credibili agli occhi del mercato.

7.6 I crediti di carbonio
Sono certificati che attestano la riduzione o rimozione di una tonnellata di CO₂ equivalente. Possono essere acquistati per compensare le emissioni non riducibili. Devono rispettare criteri di addizionalità, tracciabilità e permanenza. Sono uno strumento utile, ma non sostitutivo, delle azioni di decarbonizzazione interna.

I docenti del corso
corso economia circolare
Alberto Pizzocchero Circular economy Project Manager

Laurea magistrale in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio in Tecnologie di Risanamento Ambientale al Politecnico di Milano, abilitato alla professione di Ingegnere, per accrescere le competenze manageriali e professionali sulle attuali tematiche di sostenibilità. Laurea professionale Executive Master in Circular Economy Management presso la LUISS Business School. Specializzato nella sostenibilità, ottimizzazione della gestione e trattamento dei rifiuti, principi e applicazione di Economia Green e Circolare in specifici progetti di settore e di singole aziende. Responsabile di formazione sulle tematiche di Sostenibilità ed Economia Circolare, con cattedre specifiche in Master professionali presso l’Università Cattolica di Milano, 24Ore Business School e direttamente all’interno delle aziende in percorsi formativi personalizzati. 

Circular economy & Carbon footprint Analyst corso economia circolare
Gabriele Cattivello Circular economy & Carbon footprint Analyst
Consegue la laurea magistrale in ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie presso il Politecnico di Milano, ampliando la propria specializzazione in materiali polimerici con esami e corsi integrativi riguardanti la gestione e il riciclo dei materiali, l’analisi del ciclo di vita e elementi di micro e macroeconomia.
Nel corso degli anni di esperienza professionale, il background ingegneristico si è integrato con le metodologie per la stima degli impatti ambientali legati a prodotti, servizi e organizzazioni, acquisendo padronanza nei principali schemi del settore (ISO 14064, GHG PROTOCOL, ISO 14044).
Parallelamente, l’esperienza maturata a stretto contatto con l’industria del riciclo ha consentito di approfondire le dinamiche di mercato, i vincoli normativi e gli aspetti tecnici e gestionali peculiari di un settore ancora troppo sconosciuto al grande pubblico.
corso economia circolare
Leonardo Corbella Sustainability & Carbon footprint Specialist
Consegue nel 2019 la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio presso l’Università di Milano Bicocca. Durante la realizzazione del proprio elaborato di tesi collabora con il gruppo di ricerca GREEN (Centro di Ricerca sulla geografia, le risorse naturali, l’energia , l’ambiente e le reti) dell’Università Commerciale Luigi Bocconi.
Da sempre attento e interessato alle tematiche di sostenibilità e desideroso di potervi contribuire attivamente, ha iniziato la propria carriera lavorativa come membro del team tecnico di Circularity in qualità di Sustainability & Carbon Footprint Specialist. 
Specializzato nell’analisi di dati ambientali nell’ambito di progetti di rendicontazione di sostenibilità e nella realizzazione di studi di Carbon Footprint. Si occupa infine dell’erogazione di corsi di formazione in materia di Sostenibilità ed economia Circolare sia in occasione di Master professionali presso la 24Ore Business School e l’Università Cattolica, sia rivolgendosi direttamente alle aziende nell’ambito di percorsi di formazione dedicati.

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