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Dal riciclo della plastica ai sottoprodotti. Il caso di Clearchem.

di Circularity

Data 07/10/2022
Tipo Caso studio
riciclo della plastica

Dal 1950 sono stati prodotti più di 8 miliardi di tonnellate di plastica di ogni tipo in tutto il mondo. Come si possono fermare queste cifre? Il riciclo della plastica è fondamentale, così come la sensibilizzazione delle istituzioni, delle imprese e della società in generale. Ridurre il consumo di imballaggi, utilizzare sacchetti riciclabili e riciclare la plastica è dunque essenziale per aiutare il pianeta. Se parliamo di monouso, ogni minuto vengono acquistate un milione di bottiglie di plastica e ogni anno vengono utilizzati 500 miliardi di sacchetti. 

La plastica, presente in molti prodotti, è composta da polimeri di resina e sostanze a base di petrolio che vengono modellati mediante pressione e calore. Anche se possono essere naturali se provengono da materie prime vegetali, i sintetici sono i più diffusi. Realizzate con composti derivati dal petrolio, dal gas naturale o dal carbone, le plastiche possono essere di molti tipi, ma quattro sono i principali:

  • Polietilene (PE). Si trova in sacchetti di plastica, fogli e pellicole di plastica, contenitori, microsfere cosmetiche e prodotti abrasivi.
  • Poliestere (PET). Si trova in bottiglie, imballaggi e indumenti.  
  • Polipropilene (PP). Fa parte di elettrodomestici o parti di veicoli.  
  • Cloruro di polivinile (PVC). Presente in tubi, valvole o finestre.  

IL PROCESSO DI RICICLO DELLA PLASTICA  

Come per materiali come il vetro o la carta e il cartone, il riciclo della plastica prevede diverse fasi.  

  1. Deposito dell’imballaggio nel contenitore corrispondente. Questo è senza dubbio il primo passo nella lotta contro la plastica mediante il suo riciclaggio. Il lavoro dei cittadini e delle imprese è essenziale a questo scopo. Ma cosa si può mettere nei contenitori per il riciclo? Imballaggi in plastica (come le bottiglie di ammorbidente), imballaggi in metallo (come le lattine) e tetrabrik (come i cartoni del latte o del succo di frutta). È anche possibile depositare vassoi di sughero.  
  2. Raccolta e trasferimento all’impianto di selezione. Tutti gli imballaggi inseriti nell’apposito contenitore vengono trasferiti in un impianto, dove i materiali vengono smistati e classificati per colore.  
  3. Frantumazione e lavaggio. Una volta selezionati, i contenitori vengono schiacciati e lavati per eliminare le impurità. Effettuata questa fase, vengono essiccati e centrifugati per eliminare eventuali residui. In seguito, sono omogeneizzati con un processo meccanico per ottenere un colore e una consistenza uniformi.  
  4. Generazione di un nuovo contenitore o prodotto. Dopo un’ulteriore purificazione del materiale, la plastica è pronta per ricevere una nuova forma e un nuovo colore a seconda delle esigenze, passando successivamente attraverso i controlli di qualità. 

Gli usi della plastica riciclata e dei prodotti che se ne possono ricavare sono molteplici. Questo materiale si può riutilizzare sotto forma di nuovi imballaggi, scarpe, vestiti, accessori; alcuni lo hanno persino utilizzato per creare una barca e altri gli hanno dato una seconda vita sotto forma di strumento musicale.  

OBIETTIVO: RIDURRE LA PLASTICA PER AIUTARE L’AMBIENTE  

Il primo passo nel tentativo di ridurre l’impronta della plastica è stata la produzione di polimeri biodegradabili attraverso l’uso di additivi. Tuttavia, questo non risolve il problema della sua origine petrolchimica, dovendo utilizzare una fonte di energia non rinnovabile. Si sta lavorando anche per produrre bioplastiche da materiali come l’amido o la cellulosa.  

Anche la biotecnologia potrebbe giocare un ruolo importante in questo scenario, in quanto potrebbe essere utilizzata per creare microrganismi in grado di degradare tonnellate di rifiuti che continuerebbero a essere generati nonostante il riciclaggio o la creazione di nuove plastiche più sostenibili.  

Eliminare la plastica monouso: alcune istituzioni si stanno adoperando per promuovere misure di riduzione della plastica, come il governo peruviano, che nell’ambito della COP25 ha lanciato la campagna “Promesas en Plastico“, legata a diversi impegni:  
Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato nel marzo 2019 la direttiva SUP (single use plastic), con l’obiettivo di eliminare le plastiche monouso come:  

  • Posate di plastica monouso (cucchiai, forchette, coltelli e bacchette).  
  • Piatti di plastica monouso.  
  • Cannucce.
  • Auricolari di cotone in plastica.  
  • Bastoncini di plastica per palloncini.  
  • Plastica oxo-degradabile e contenitori per alimenti.  

Alla quarta assemblea delle Nazioni Unite sull’ambiente è stato raggiunto un accordo globale in linea con quello dell’UE per eliminare la plastica monouso entro il 2030.  

CLEARCHEM: l’economia circolare nella plastica in Italia

A livello industriale, anche in Italia abbiamo esempi d’eccellenza per quanto riguarda l’applicazione dell’economia circolare riciclo della plastica. Pensiamo ad esempio a CLEARCHEM, società milanese che opera nel campo della compravendita di scarti plastici selezionati post-industriali e post-consumo.

CLEARCHEM fornisce servizi che aiutano a ridurre la produzione di nuovo materiale plastico di origine fossile, favorendo il riutilizzo e il riciclo degli scarti plastici post-industriali. L’azienda traduce i principi dell’economia circolare e dell’ecosostenibilità in strategie, obiettivi, azioni e progetti pilota, nell’ottica dello sviluppo sostenibile facilitando l’incontro tra domanda e offerta tra le aziende. 

Di seguito le attività e i servizi offerti dall’azienda:

  • Acquisto scarti plastici post-industriali e post-consumo; 
  • Vendita scarti plastici post-industriali e post-consumo 
  • Ottimizzazione processi di riciclo plastica 
  • Valorizzazione scarti plastici non riciclabili
  • Vendita di polimeri ecosostenibili innovativi

Senza sinergia industriale è impossibile rendere più circolare l’industria delle plastiche. Nasce da questo presupposto la partnership tra Clearchem, azienda che da più di 20 anni opera nella compravendita di scarti plastici selezionati post-industriali e post-consumo, e Circularity, innovativa piattaforma digitale che accelera la transizione circolare delle aziende. L’unione delle forze nasce dall’interesse di Clearchem di riuscire a trovare una serie di scarti plastici- il cui unico sbocco è al momento la discarica o l’incenerimento – che possano diventare dal punto di vista normativo e pratico materia prima seconda o sottoprodotti. “Circularity ci fornirà una consulenza tecnica, regolatoria  e commerciale sulle tante opportunità di upgrade di rifiuti plastici che ci sono – spiega Alessandro Fabbri, CFO di Clearchem – il nostro compito poi sarà quello di reimmettere sul mercato questa materia, che andrebbe altrimente irrimediabilmente sprecata”. 

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