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L’Europa presenta la sua strategia circolare sul tessile

di Circularity

Data 14/07/2020
Tipo News

Il settore della moda produce ogni anno tonnellate di rifiuti che finiscono in discarica che potrebbero invece essere inseriti all’interno di un nuovo ciclo produttivo. L’ultimo rapporto ISPRA sui rifiuti speciali, stima che il 37,4% dei rifiuti non pericolosi del manifatturiero provenga da tessile, abbigliamento e industria conciaria.

Questo accade a causa del sempre più diffuso e praticato sistema del “fast fashion” che si sposa con l’assunzione di un modello di economia lineare classico: take-make-use-dispose. Oggi l’industria del tessile si pone l’obiettivo di superare la crisi dell’attuale modello produttivo, sfruttando le potenzialità legate al riciclo ed al riuso dei materiali e alla ricerca di soluzioni tecnologiche che prolunghino la vita dei prodotti, trasformando quelli percepiti come scarti, in nuove materie prime.

Per concretizzare questa idea di sviluppo in una strategia tangibile, Euratex (European Apparel and Textile Confederation) ha messo a punto un piano per la ripartenza che richiede risorse considerevoli e una serie coerente di misure, sia a breve termine che su base strutturale.
Nel comunicato stampa di giugno 2020 Euratex dichiara come l’Europa dovrebbe approvare l’importanza strategica del settore europeo delle T&A, promuovere lo sviluppo di un ecosistema integrato con l’UE e i paesi limitrofi, investire su innovazione e competenze e trasformare la circolarità in una fonte di competitività.

A questo proposito, per rendere la strategia tangibile e concreta, Euratex ha sviluppato 5 iniziative per la ripartenza del settore tessile in Italia e in tutta l’UE:

  • L’impatto di questo tipo di crisi può essere evitato organizzando forniture garantite e costruendo catene di valore resilienti in Europa per DPI critici e altri prodotti tessili;
  • La forza lavoro tessile e dell’abbigliamento sta invecchiando: il 35% ha più di 50 anni. Le PMI dovrebbero migliorare la propria forza lavoro esistente per incontrare un settore in rapida trasformazione e attrarre giovani lavoratori e professionisti ben qualificati.
  • Dovremmo investire in tessuti innovativi e sostenibili attraverso un partenariato pubblico-privato (PPP) dedicato in UE. Questi PPP riuniranno e accelereranno la ricerca, l’innovazione, i test pilota e le dimostrazioni in aree critiche, come la produzione digitale e le catene di approvvigionamento.
  • Euratex vuole stabilire 5 poli di riciclaggio in Europa vicino ai distretti tessili e dell’abbigliamento per produrre materie prime raccogliendo, smistando, trasformando e riciclando i rifiuti tessili di post-produzione e post-consumo.
  • Il blocco delle merci da parte delle autorità nazionali alle frontiere non dovrebbero avvenire in futuro. È fondamentale garantire un commercio libero ed equo per le nostre società. Un primo passo dovrebbe essere quello di promuovere il Pan Euro Med come ecosistema integrato e sfruttare le opportunità di mercato derivanti da altri ALS dell’UE.

“Questa crisi ha mostrato l’importanza della nostra industria e ora, più che mai, è essenziale sviluppare la competitività dell’ecosistema europeo. Il pacchetto “EU Next Generation” può svolgere un ruolo importante e sostenere l’industria tessile e dell’abbigliamento nel suo rinascimento “, ha affermato Alberto Paccanelli, che è stato rieletto presidente di EURATEX. L’assemblea generale ha inoltre nominato i vicepresidenti EURATEX, Jean-François Gribomont, Gregory Marchant, Hadi Karasu e Bodo Bölzle.


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