Il 19 settembre la Commissione Europea ha adottato nuove misure restrittive per limitare l’utilizzo di acido undecafluoroesanoico (PFHxA) e sostanze correlate, appartenenti al gruppo dei cosiddetti PFAS, noti anche come forever chemicals (prodotti chimici eterni) per la loro resistenza alla decomposizione nell’ambiente.
Le nuove misure riguardano diversi prodotti di uso quotidiano, come alcuni tessuti utilizzati nelle giacche antipioggia, gli imballaggi alimentari come le scatole per pizza, spray impermeabilizzanti e alcuni cosmetici. Anche l’uso nelle schiume antincendio per formazione e test sarà soggetto a restrizioni, senza compromettere la sicurezza nelle operazioni di spegnimento.
Restano invece esenti altre applicazioni utilizzate per esempio nei semiconduttori, nelle batterie o nelle celle a combustibile per l’idrogeno verde. Come spiegato dalla Commissione UE, “la restrizione sui PFHxA si concentra sugli usi per i quali il rischio non è adeguatamente controllato, sono disponibili alternative e i costi socio-economici saranno limitati rispetto ai benefici per la salute umana e l’ambiente”.
A secondo degli usi e delle tempistiche di sostituzione, la stretta sui PFHxA entrerà in vigore dopo periodi di transizione compresi tra 18 mesi e 5 anni.
I rischi dei PFHxA
Queste nuove restrizioni si basano su valutazioni scientifiche approfondite dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), che ha rilevato i rischi legati all’uso di PFHxA in alcuni prodotti. Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo uscente per il Green Deal europeo, ha sottolineato come queste misure contribuiscono a eliminare le sostanze nocive dai prodotti di uso quotidiano e a migliorare la sostenibilità dell’industria chimica europea, fornendo alle aziende il tempo necessario per adattarsi.
La restrizione rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro gli inquinanti eterni, poiché il PFHxA è spesso utilizzato al posto di un altro PFAS già vietato come l’acido perfluoroottanoico, o PFOA.
“La sostituzione delle sostanze chimiche eterne contribuisce a mantenere l’ambiente sano, a preservare le risorse e a promuovere l’innovazione in alternative più pulite. La direzione è chiara e le imprese avranno a disposizione periodi di transizione sufficienti per adattarsi”, ha aggiunto Šefčovič.
Adottata nell’ambito del regolamento REACH, la stretta anti PFHxA non va confusa però con la potenziale restrizione sull’intero gruppo dei PFAS, circa 10.000 molecole. Quest’ultima è in fase di valutazione da parte dell’ECHA, in seguito alla proposta del gennaio 2023 avanzata dalle autorità nazionali di Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Norvegia e Svezia.
Dall’ultimo meeting avvenuto tra il Comitato per la valutazione del rischio e quello di analisi socioeconomica sembra esserci un accordo sulle restrizione dei PFAS nel settore petrolifero e minerario. Per quanto riguarda il settore tessile, dei materiali a contatto con alimenti e imballaggi si dovrà aspettare il prossimo meeting.
La campagna di Greenpeace Italia
La notizia dei nuovi limiti a queste sostanze arriva in contemporanea all’annuncio di una nuova iniziativa lanciata da Greenpeace Italia che monitorerà il livello di contaminazione delle acque nel nostro Paese.
Lunedì 23 settembre è infatti partita dalla Toscana la spedizione “Acque senza veleni”. “Per cinque settimane il nostro team attraverserà tutte le regioni italiane, raccogliendo campioni di acqua potabile alla ricerca di queste sostanze chimiche pericolose”, ha dichiarato Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento dell’associazione. I risultati dei campionamenti saranno resi noti all’inizio del 2025 e forniranno una panoramica dello stato delle acque potabili in Italia.