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Cambiamento climatico e arte

di Circularity

Data 01/05/2020
Tipo News

È noto a tutti che il tema del cambiamento climatico è uscito dai suoi circuiti specialistici di nicchia ed è diventato un tema di dibattito pubblico.

Con la recente pandemia globale, l’attivismo di Greta Thunberg, gli incedi sempre più estesi, la disobbedienza civile di Extinction Rebellion, l’arrivo in anticipo dell’Overshoot Day e gli scioperi per il clima di migliaia di studenti nelle capitali di tutto il mondo, possiamo affermare che negli ultimi anni sia aumentata di gran lunga la consapevolezza verso i cambiamenti climatici e verso l’importanza di tutelare l’ambiente e di promuovere uno sviluppo sostenibile.
Nell’ultimo anno gli sforzi coordinati da parte di migliaia di attivisti in tutto il mondo per spingere i governi ad agire in modo decisivo per far fronte alle minacce poste dall’emergenza climatica, sono diventati più frequenti.

Oltre a far sentire la propria voce su questioni sociali come l’uguaglianza e l’identità, anche molti artisti e istituzioni si sono occupati in prima persona di trattare tematiche ambientali nelle loro opere. Alexis Lowry, curatore della Dia Art Foundation di New York, rinforza questa direzione affermando che «gli artisti di oggi si occupano di questioni più esplicitamente socio-politiche, hanno più propensione all’attivismo rispetto alla generazione precedente, più interessata a creare arte in paesaggi remoti».

Molti artisti si sono impegnati in prima persona per sensibilizzare il Mondo su questo tema. Condividiamo con voi  alcune delle opere più suggestive realizzate negli ultimi anni.

⁣⁠1982 – Agnes Denes realizza Wheatfield – A Confrontation, seminando delle spighe di grano in un lotto a pochi metri dalle Twin Towers di Manhattan come simbolo di un concetto universale: rappresentava cibo, energia, commercio mondiale per riferirsi agli sprechi, alla fame nel mondo e alle nostre priorità fuori luogo.

1983Christo (autore anche di The Floating Pears sul Lago d’Iseo) e Jeanne-Claude circondarono 11 isole della Biscayne Bay di Miami con 600mila mq di tessuto rosa in polipropilene. Surrounded Islands ci fa notare qualcosa che diamo per scontato e che potrebbe finire sommerso.

2003 – Olafur Eliasson, nominato poi Ambasciatore ONU per lo sviluppo sostenibile, installa un sole all’ingresso della Tate Modern di Londra. The Weather Project, un progetto per ricreare il Sole con tutta la sua energia entro uno spazio chiuso.

2009 – Banksy, deluso dalla Conferenza sul clima di Copenaghen, sugli argini del Regent’s Canal di Londra, realizza la scritta «I don’t believe in global warming», quasi sommersa dall’acqua del canale.
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2014 – Olafur Eliasson, in concomitanza con la COP24 di Katowice, installa Ice Watch trasportando dei veri e propri blocchi di ghiaccio prima a Copenaghen, poi a Londra e Parigi, per far vedere più da vicino il rapido scioglimento dei ghiacciai.⠀

2016Sean Yoro, in arte Hula, uno street artist hawaiano si dirige in una regione fortemente influenzata dai cambiamenti climatici, il circolo polare artico canadese, e dipinge un murales non sulle vecchie pareti, ma sul ghiaccio circostante e realizza poi il cortometraggio What if you fly.

2018Daan Roosegaarde realizza Waterlicht, una combinazione di lenti e led crea una stupefacente inondazione virtuale, influenzata dagli agenti atmosferici reali come vento e pioggia. L’installazione catapulta lo spettatore sul fondo dell’oceano, in mezzo alla città, per sensibilizzare rispetto all’innalzamento dei mari causato dai cambiamenti climatici.

2019 – Lorenzo Quinn Con “Support” sostiene la fragilità di Venezia con le sue mani, che a causa dei cambiamenti climatici e all’aumento del livello degli oceani, potrebbe essere sommersa o danneggiata in modo irreparabile.⁣⁠

2019Alper Dostal, con il suo progetto Hot Art Exhibition tratta il tema del riscaldamento globale riproducendo i possibili effetti del caldo su opere iconiche di Picasso, Van Gogh, Mondrian e molti altri a seguito a un rovinoso innalzamento delle temperature.


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