Per comprendere al meglio a che punto è la transizione circolare non c’è miglior appuntamento del World Circular Economy Forum (WCEF), il summit internazionale per promuovere l’accelerazione dell’economia circolare, che è tornato in Finlandia dopo l’edizioni in Giappone e Ruanda. Dal 30 maggio al 2 giugno l’edizione Circular Solutions for Nature and Economy ha messo in risalto il valore della natura all’interno del paradigma circolare, mostrando come le soluzioni basate sulla natura (nature-based solutions) possano essere protagoniste nella transizione verso un’economia rigenerativa e resiliente, aiutando ad affrontare alcune delle crisi globali attuali.
Transizione circolare ancora di nicchia
Non c’è dubbio che il paradigma circolare, come una piantina, abbia messo radici sempre più profonde nell’economia mondiale, ma le sue foglie sono ancora poche e crescono ancora ad un ritmo troppo lento.
Si è capito dalle sale conferenze affollate ma non completamente piene, con una partecipazione poco attiva da parte di multinazionali, PMI, mondo accademico e finanza. Tuttavia, all’evento hanno presenziato alcune delle organizzazioni più importanti del mondo economico e non, come il World Economic Forum, le agenzie e le organizzazioni delle Nazioni Unite, le banche di sviluppo multilaterale e le associazioni internazionali come Circle Economy. Naturalmente, l’evento ha visto la partecipazione di numerose imprese e associazioni d’impresa finlandesi e nordiche (considerando che l’evento mira anche a sostenere il ruolo di leadership della Finlandia) con più di 2000 persone registrate, mentre quasi il doppio ha seguito l’evento online.
A sciorinare un po’ di numeri ci ha pensato Andrea Liverani, specialista presso la Banca Mondiale, mettendo in evidenza il divario attuale tra l’economia circolare e quella lineare, che ammonta a 90mila miliardi di dollari. Tuttavia, se i due modelli di economia continuano a crescere ai ritmi attuali, questo divario rischia di aumentare fino a 224mila miliardi di dollari.
Nonostante la sua importanza, l’evento rimane ancora di nicchia. Emma Sairanen, coordinatrice del progetto per le soluzioni di sostenibilità presso Sitra e co-conduttrice della prima giornata di lavori, ha evidenziato l’impatto attuale dell’economia circolare, rigenerativa e a basse emissioni sul modello lineare dominato dal petrolio. Ha sottolineato che la trasformazione non sta avvenendo abbastanza rapidamente e che è necessario coinvolgere una vera massa critica per promuovere la transizione verso l’economia circolare. Ancora una forte resistenza si registra da parte dei decisori politici e dei gruppi di interesse conservatori nei confronti di idee innovative, come ad esempio il pagamento degli agricoltori per i servizi ecosistemici.
Accelerare la transizione, ma come?
Durante diverse sessioni del WCEF sono emerse le ragioni della lenta transizione. Un ostacolo significativo è rappresentato dalle sovvenzioni che continuano ad alimentare l’economia lineare. Si stima che questi sussidi rappresentino il 2% del PIL mondiale, creando un ambiente non competitivo per l’economia circolare. Inoltre, la mancanza di finanziamenti pubblici e di strategie di approvvigionamento pubblico circolare crea una carenza di risorse e fiducia nel settore. C’è la necessità di reti più diffuse e robuste, simbiosi industriali, partnership internazionali, network e “hotspot”; e un indirizzo politico internazionale condiviso supportato da governi e grandi industrie.
Certo è che non mancano le soluzioni: Ci sono incentivi per gli acquisti circolari, sistemi EPR, una tassazione basata sulla quantità di materiali anziché sul lavoro, informazioni per i consumatori, finanziamenti dedicati, accordi commerciali basati sui principi dell’economia circolare, metriche, sostegno all’innovazione, nuovi modelli di business e piani di sviluppo economico a livello locale, nazionale e regionale. Queste proposte provengono sia dall’Europa che paesi come il Cile, il Vietnam, il Sud Africa e il Marocco.
Il ruolo cruciale della finanza
Uno dei momenti più importanti del WCEF2023 è stato il primo incontro dei direttori del settore “Ambiente” delle principali banche multilaterali di sviluppo che hanno parlato di inserire per la prima volta il modello circolare nei loro piani di sviluppo. Banca africana di sviluppo (AfDB), Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), Banca europea per gli investimenti (BEI), Banca interamericana di sviluppo (IDB) e Banca mondiale hanno riconosciuto l’importanza della transizione circolare nella lotta contro la triplice crisi del cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’inquinamento.
Questo è un passo importante, ma è necessario coinvolgere i fondi privati. Ambroise Fayolle, vicepresidente della BEI, ha commentato che il mondo della finanza privata è fondamentale e senza di essa non si possono ottenere i risultati sperati, aumentando così l’esposizione ai rischi globali. Durante l’incontro, sono state evidenziate diverse priorità, tra cui l’interconnessione tra circolarità e principali obiettivi ambientali, l’armonizzazione dei metodi di valutazione dell’impatto degli investimenti nell’economia circolare, l’aumento dei progetti circolari ad alto impatto nelle pratiche di prestito e investimento e lo sviluppo delle competenze interne (MDB) ed esterne (partner di progetto) per impiegare l’economia circolare come strategia di sviluppo.