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Cosa è successo alla COP sulle sostanze chimiche e rifiuti pericolosi

di Simone Fant

Data 01/06/2023
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Dal primo al 12 maggio a Ginevra si è svolta la Conferenza delle Parti di Basilea, Rotterdam e Stoccolma, tre accordi multilaterali che affrontano le criticità ambientali e di salute pubblica collegate all’uso di sostanze chimiche e alla gestione di rifiuti pericolosi. Oltre 2000 delegati provenienti da tutto il mondo hanno lavorato per due settimane su temi che potrebbero prevenire almeno 1,6 milioni di morti in tutto il mondo ogni anno. Così, una volta che la presidente della Convenzione di Stoccolma Keima Gardiner ha dichiarato ufficialmente conclusa la COP, nella plenaria si è levato un applauso. Di stanchezza, ma anche di felicità. Perché sì, da un lato rimangono alcuni nodi da sciogliere, ma dall’altro sono stati raggiunti accordi importanti, per certi versi inaspettati.

I risultati della COP

Le Parti della Convenzione di Basilea sono riuscite ad accordarsi sull’adozione di linee guida tecniche per la gestione ecocompatibile dei rifiuti di plastica, dei rifiuti contaminati da inquinanti organici persistenti (POP) e dei rifiuti provenienti da dispositivi elettronici. Più difficoltosi sono stati i negoziati per quanto riguarda l’inclusione di sette sostanze chimiche pericolose nell’elenco soggetto al “previo consenso informato” per il commercio tra Paesi. Solo una sostanza ha raggiunto l’unanimità. Infine è stato raggiunto un ampio consenso sul divieto di produzione e utilizzo del pesticida metossicloro, nonché dei prodotti chimici Dechlorane Plus e UV-328, comunemente utilizzati come additivi nella plastica, nei veicoli e nei dispositivi medici. Tuttavia, alcune esenzioni hanno suscitato polemiche.

La convenzione di Basilea e il riciclo chimico

Entrata in vigore nel 1992, la Convenzione di Basilea è nata per monitorare i movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e il loro smaltimento. Per questa COP si discuteva l’adozione delle linee guida tecniche per la gestione dei rifiuti di plastica, dei rifiuti contaminati da POP e dei rifiuti provenienti da dispositivi elettronici. Questo negoziato era particolarmente delicato e atteso, soprattutto in vista dei prossimi negoziati a Parigi previsti tra il 29 maggio e il 2 giugno, che hanno lo scopo di sviluppare uno strumento internazionale legalmente vincolante per contrastare l’inquinamento da plastica.

Durante la discussione sulle linee guida tecniche, diversi Paesi hanno cercato di inserire il riciclo chimico tra le tecnologie sostenibili. Ciò avrebbe rappresentato un precedente per i negoziati di Parigi. Dopo intensi negoziati però, il riciclo chimico è stato escluso dalle linee guida. È possibile che il rapporto “Chemicals in Plastics: A Technical Report”, pubblicato durante la settimana dei negoziati dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e dal Segretariato delle tre Convenzioni, abbia avuto un ruolo importante nella decisione finale. Il rapporto evidenzia come le sostanze chimiche rilasciate durante il ciclo di vita della plastica rappresentino una grave minaccia per la salute e l’ambiente e sottolinea che il riciclo chimico, come le altre tecnologie, può generare elevate quantità di rifiuti pericolosi, complicando ulteriormente la loro gestione.

Nel contesto della Convenzione di Basilea, sono state introdotte anche linee guida per regolare il movimento transnazionale dei rifiuti elettronici. Le discussioni si sono concentrate sulla distinzione tra un dispositivo che diventa rifiuto e un dispositivo ancora riutilizzabile, una problematica spesso connessa al traffico illegale internazionale di rifiuti.

Convenzione di Rotterdam e il veto di alcuni Paesi

L’accordo di Rotterdam richiede ai firmatari di garantire che gli esportatori di qualsiasi prodotto chimico e pesticida considerati pericolosi ottengano il previo consenso informato (PIC) dal Paese importatore. Alla Cop di Ginevra i delegati hanno negoziato l’inclusione di sette sostanze chimiche nella procedura PIC, ma solo una di queste, il pesticida Turbufos, ha ottenuto l’accordo unanime. Tuttavia alcune Parti hanno bloccato l’inclusione delle altre 6 sostanze, mettendo in discussione le regole della Convenzione di Rotterdam.

Sono diversi anni che si tenta di aggiungerle ma, secondo le regole della Convenzione di Rotterdam, è necessario raggiungere il consenso di tutte le Parti. Per bloccare tutto basta quindi il no di uno o due Paesi.

Per questa COP, visti i continui veti, è stata presentata una proposta di un allegato (Annex VIII) che avrebbe consentito il libero scambio di informazioni solo tra quei Paesi che fossero interessati. Tuttavia, l’emendamento non è riuscito a ottenere il quorum del 75% dei voti, necessario per modificare la Convenzione di Rotterdam.

A sottolineare le lacune del processo decisionale della Convenzione è stata anche una coalizione globale di oltre 40 sindacati e organizzazioni non governative che hanno espresso frustrazione per l’esclusione dalla lista dell’amianto crisotilo e di altre sostanze chimiche pericolose. Secondo la coalizione di ONG presente a Ginevra, queste tattiche minacciano la credibilità della Convenzione e impediscono una libera circolazione di informazioni su sostanze chimiche pericolose.

Convenzione di Stoccolma il nodo “esenzioni”

Nonostante le discussioni e le controversie, più di 120 Paesi hanno accettato di inserire il pesticida metossicloro e due sostanze chimiche tossiche (UV-328 e Dechlorane Plus) usate nella plastica nella lista delle sostanze da eliminare.

I primi giorni diversi rappresentati hanno chiesto requisiti specifici che consentano di identificare materiali e rifiuti contenenti le due sostanze. Tuttavia, sebbene la Convenzione contenga disposizioni per tracciarli nella misura del “facciamo ciò che è possibile”, alcune Parti si sono opposte fermamente alla richiesta.

Questo di fatto ha comportato l’inserimento di numerose esenzioni: un esempio sono quei Paesi che hanno notificato la volontà di continuare a produrre e usare l’additivo UV-328 in accordo con l’articolo 4 della Convenzione. Queste deroghe sono state oggetto di diverse critiche per il fatto che potrebbero continuare a mettere a rischio le vite di quelle persone che lavorano a stretto contatto con materiali contenti UV-328 e Dechlorane Plus.

In conclusione, nonostante le sfide e le controversie, la COP si è conclusa con risultati complessivamente positivi per la protezione delle persone e del pianeta. Una gestione corretta delle sostanze chimiche e dei rifiuti pericolosi potrebbe prevenire milioni di morti in tutto il mondo ogni anno. Negoziati come questi sono fondamentali per prevenire scenari come questi.


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