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Gli emendamenti al regolamento europeo sugli imballaggi

Data 02/11/2023
Tipo News
bioplastiche

Martedì 24 ottobre la Commissione per l’ambiente (ENVI) del Parlamento europeo ha approvato con 56 voti a favore la relazione con emendamenti alla proposta della Commissione europea sul Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggio che sostituirà la vecchia Direttiva datata 1994. Dopo un acceso dibattito politico caratterizzato da un intenso lobbismo industriale, Il testo approvato è quello promosso dalla relatrice belga Frédérique Ries dei Liberali, che era stata anche relatrice per la Direttiva sulle plastiche monouso nel 2019.

Due delle disposizioni incluse nella proposta della Commissione attorno a cui si è concentrata maggiore attenzione sono l’art. 22 che prevede l’eliminazione graduale degli imballaggi monouso non necessari, e l’art. 26 che stabilisce obiettivi chiari per i sistemi di riutilizzo. Su queste disposizioni si sono concentrati sia gli sforzi di lobbying dell’industria per promuovere il monouso a discapito del riuso che gli sforzi degli europarlamentari italiani, prima nelle Commissioni industria (ITRE) e agricoltura (AGRI), e alla vigilia del voto anche in sede della Commissione ENVI, per eliminare tutti gli obiettivi di riuso.

Nuovi modelli di riuso e i divieti ad alcuni imballaggi in plastica erano quindi i temi più caldi e criticati. A tal punto da far presentare ai due relatori ombra conservatori (coloro che sono responsabili del tema all’interno del proprio gruppo politico) Massimiliano Salini (PPE) e Pietro Fiocchi (ID) proposte di emendamenti che prevedevano l’eliminazione di molti dei divieti sugli imballaggi e l’aggiunta di maggiori esenzioni dalle quote di riutilizzo.

Vietato il monouso, con eccezioni per carta e cartone

Per quello che riguarda il divieto per gli imballaggi monouso ritenuti inutili, mentre la proposta della Commissione includeva tutti i tipi di materiale, la relazione approvata dall’ENVI si limita agli imballaggi in plastica, imponendo il divieto per gli “imballaggi di frutta e verdura monouso in plastica e in materiale composito” (reti, sacchetti, vassoi, contenitori) e per gli imballaggi in miniatura in plastica per i prodotti da toilette negli alberghi (Flaconi di shampoo, flaconi di lozione per mani e corpo, bustine di sapone in miniatura con dimensioni inferiori ai 100 ml).

Rispetto alla proposta dell’organo esecutivo, il testo introduce un nuovo divieto per i sacchetti di plastica “molto leggeri” (sotto i 15 micron), per gli imballaggi di plastica per le valigie negli aeroporti e per gli imballaggi esterni “non necessari” per cosmetici (eccetto i profumi), prodotti per l’igiene e articoli da toilette.

È stato inoltre approvato l’obbligo per tutti i ristoranti, i caffè e gli hotel di servire i pasti e le bevande sul posto in stoviglie riutilizzabili e il divieto di tutti gli imballaggi monouso, indipendentemente dal loro materiale. Questa disposizione si applica però solo ai ristoranti con più di 10 dipendenti o con un fatturato di più di 2 milioni di euro.

Stop a PFAS e Bisfenolo A negli imballaggi a contatto con alimenti

Nonostante le politiche del riuso abbiano “vinto” questo round parlamentare, si registra un passo indietro per il Sistema di deposito cauzionale (art. 44). Gli emendamenti di Ries prevedono infatti una condizione di esenzione nel caso in cui si raggiunga l’85% di raccolta differenziata (obiettivo in contrasto con la Direttiva sulle plastiche monouso SUP che prevede l’obbligo di raccolta selettiva del 90% al 2029).

Divieto anche per due tipi di sostanze nocive negli imballaggi che entrano in contatto con gli alimenti: gli PFAS, inquinanti eterni, alcuni dei quali sono interferenti endocrini, attualmente presenti nella maggior parte degli imballaggi utilizzati nei fast food, e il bisfenolo A (BPA), un’altra sostanza che desta preoccupazione già vietata in alcuni Paesi nelle bottiglie d’acqua, nella carta termica delle casse e in altri prodotti di consumo.

Plastica contro carta

La produzione di rifiuti da imballaggio in Europa ha conosciuto nel 2021 l’incremento maggiore degli ultimi 10 anni: secondo Eurostat l’anno scorso sono state generate 84 milioni di tonnellate di rifiuti da imballaggio, corrispondente a una media di 188,7 kg per abitante, ovvero 10,8 kg in più che nel 2020 e quasi 32 in più che nel 2011. Senza interventi, si stima che nel 2030 si arriverà 209 kg all’anno di rifiuti da imballaggio per abitante. Degli 84 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio, il 40,3% è costituito da carta e cartone. La plastica rappresentava il 19,0%, il vetro il 18,5%, il legno il 17,1% e il metallo il 4,9%”.

“L’industria della plastica critica le numerose norme specifiche per gli imballaggi in plastica e le esenzioni per altri materiali di imballaggio, in particolare carta e cartone, perché incoraggiano il passaggio a imballaggi monouso in carta, laminati o rivestiti di plastica, che non possono essere riciclati in termini di contenuto di plastica. Tali imballaggi sono anche molto più pesanti e quindi aumenterebbero i rifiuti da imballaggio e le emissioni di gas serra del settore degli imballaggi”, ha detto Martin Engelman, direttore generale della German Plastic Packaging Association, sottolineando come i modelli di riuso siano più efficaci per le politiche di riduzione di rifiuti.

Il voto in plenaria del Parlamento europeo è previsto per la settimana del 20 novembre e la proposta della Commissione ENVI sarà probabilmente adottata in linea di principio. Tuttavia la Commissione Industria (ITRE) ha una competenza condivisa con la Commissione ENVI per quello che riguarda il divieto all’immissione sul mercato degli imballaggi. È quindi probabile che ci saranno nuove discussioni sulle restrizioni alla vendita di imballaggi monouso. 

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