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La produzione di bioplastiche è tornata a crescere

di Circularity

Data 05/01/2024
Tipo News
piatti e posate di bioplastica

Aumento di costi energetici, catene del valore interrotte e prezzi delle materie prime alle stelle: per il mondo delle bioplastiche il biennio pandemico dal 2020-2021 è stato incerto e stagnante. Oggi però parliamo di uno scenario di netta ripresa con la capacità produttiva globale che nel 2022 è tornata a crescere stabilmente, e non di poco. La capacità produttiva globale di bioplastica è destinata ad aumentare in modo significativo da 2,18 milioni circa di tonnellate nel 2023 a 7,43 milioni circa di tonnellate nel 2028.

A dirlo è il rapporto della European Bioplastics (EUBP), l’associazione europea della filiera delle bioplastiche, presentato durante l’EBC23, il più importante forum di business e di dialogo del settore delle bioplastiche in Europa, che si è svolto a Berlino il 12 e 13 dicembre.

Quest’anno, per la prima volta, il rapporto include un approfondimento sui dati di produzione. Il confronto tra le capacità produttive e la produzione effettiva nel 2023 mostra che l’industria delle bioplastiche sta producendo quasi a piena capacità. Sebbene vari da un polimero all’altro, dal 60% al 100%, il tasso di utilizzo medio nel 2023 è dell’82% (produzione di 1,79 tonnellate contro capacità di produzione di 2,18 tonnellate).

Bioplastiche per la produzione di imballaggi

Le bioplastiche vengono utilizzate per una crescente varietà di applicazioni, che vanno dagli imballaggi e prodotti di consumo all’elettronica, dall’automotive al tessile e molto altro. Gli imballaggi rimangono ancora il segmento più importante per le bioplastiche, occupando il 43% (934.000 tonnellate) del mercato totale delle bioplastiche nel 2023.

“Mentre l’adozione del regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio è ancora in discussione all’interno delle istituzioni dell’UE, i dati mostrano che le bioplastiche hanno un futuro nel settore degli imballaggi, sostituendo i materiali non riciclabili e aiutando a eliminare gradualmente le opzioni basate sui fossili”, spiega Hasso von Pogrell, amministratore delegato di European Bioplastics

Grazie al forte sviluppo di polimeri come i PHA (poliidrossialcanoati), l’acido polilattico (PLA), le PA biobased (poliammidi) e alla costante crescita del polipropilene biobased (PP), esistono alternative in bioplastica per quasi tutti i materiali plastici convenzionali e le relative applicazioni.

Con il 48% (1 milione di tonnellate) del mercato totale, gli imballaggi rimangono il maggiore campo di applicazione delle bioplastiche. I dati confermano inoltre che i materiali bioplastici vengono già utilizzati in molti altri settori e che il portafoglio di applicazioni continua a diversificarsi. Segmenti come automotive, trasporti, agricoltura ed elettronica continueranno ad aumentare moderatamente la loro quota relativa nei prossimi anni.

Asia primo produttore di bioplastiche

L’Asia rimane il principale polo produttivo, con poco più del 40% delle bioplastiche attualmente prodotte in questa regione. Percentuale che, anche grazie alla riduzione della quota occupata dal Vecchio Continente (25%), potrebbe addirittura crescere di ulteriori venti punti.

Un dato che secondo von Pogrell pone l’Europa a un bivio. “Nei prossimi anni assisteremo a un aumento impressionante della produzione di bioplastiche. Tuttavia, la grande domanda è: l’Europa vuole ancora giocare un ruolo significativo nel campionato mondiale delle bioplastiche o rinuncia alla sua leadership nel campo dei materiali innovativi e sostenibili? Gli investimenti nelle infrastrutture e nella ricerca richiedono le giuste condizioni politiche ed economiche. Pertanto, i responsabili politici europei dovrebbero sfruttare le numerose iniziative legate al Green Deal europeo per riconoscere e promuovere chiaramente le plastiche biobased e compostabili”.

Quanta terra servirà alle bioplastiche

Si stima che i terreni utilizzati per la coltivazione di materie prime rinnovabili per la produzione di bioplastichesaranno 0,8 milioni di ettari nel 2022 e continueranno a rappresentare solo poco più dello 0,01% dell’area agricola globale, che è pari a 5 miliardi di ettari. Se le previsioni di crescita saranno confermate, anche la quota di utilizzo del suolo per le bioplastiche aumenterà, però senza superarlo 0,06%.

“In relazione alla superficie agricola disponibile, questa quota è ancora minima. Non c’è quindi competizione tra le materie prime rinnovabili per l’alimentazione umana e animale e la produzione di bioplastiche”, afferma von Pogrell, “Oltre il 90% dell’area agricola globale è utilizzata per pascoli, mangimi e alimenti. Questo aspetto è di fondamentale importanza anche nel dibattito politico relativo ai terreni utilizzati per le industrie biobased”.

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