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Moda sostenibile: report di Enel X e Bocconi

di Giorgia Marino

Data 23/09/2021
Tipo News

L’osservatorio, realizzato insieme a SDA Bocconi, ha coinvolto 14 società lungo tutta la filiera, dai marchi del fashion agli ingredient brand (le aziende che producono componenti per i prodotti) fino ai fornitori di servizi per la logistica.
I risultati del report, presentati lunedì 20 settembre, saranno la base per lavorare su nuove politiche di circolarità, decarbonizazzione ed elettrificazione per il settore moda.

Misurare la circolarità: primo passo per la transizione della moda sostenibile

“Se non ci si misura non si può migliorare”. Così Nicola Tagliaferro, Head of Global Sustainability per Enel X, ha sintetizzato l’importanza del primo report sul Made in Italy redatto dal Monitor for Circular Fashion. L’osservatorio avviato con i ricercatori del Sustainability Lab di SDA Bocconi è parte di un percorso pluriennale che Enel X – controllata di Enel per le soluzioni energetiche avanzate – ha intrapreso per aiutare i brand della moda italiana ad essere più sostenibili in tutti gli anelli della filiera.
Il primo passo, dunque, è stato misurare il livello di circolarità e sostenibilità delle aziende scelte per partecipare al progetto. Sono 14 in tutto e non si tratta solo di case di moda o retailers, ma anche dei cosiddetti ingredient brandovvero le aziende che producono i componenti dei prodotti finiti, come i filati, i tessuti, i bottoni, la passamaneria. Ci sono poi iservice providers che lungo tutto la catena di produzione e distribuzione forniscono macchinari, logistica e assistenza.
Tutte le aziende coinvolte sono comunque state scelte per l’impegno già dimostrato in politiche di sostenibilità e circolarità.
Lo studio si è basato su due metodologie integrate. La prima, messa a punto dai ricercatori di SDA Bocconi, si propone di individuare, attraverso questionari e visite sul campo, i cosiddetti Key Performance Indicator (KPI) della filiera della moda. Il Circular Economy Report messo a punto da Enel X (già certificato da RINA e dal CESI e attualmente in fase di accreditamento presso Accredia) misura invece il livello di maturità circolare relativo agli aspetti corporate e a quelli energetici.

I risultati del Monitor for Circular Fashion Report 2021

Nonostante le difficoltà portate dall’emergenza Covid, la sostenibilità continua ad essere un obiettivo fondamentale per le aziende della moda italiana, che indirizzano i propri sforzi soprattutto nel design per la circolarità. La maggior parte dei brand, tuttavia, non ha ancora ben sviluppato altri approcci circolari nella fase post-vendita dei prodotti e soprattutto è indietro per quanto riguarda la transizione energetica. È questo, in estrema sintesi, ciò che emerge dal primo report del Monitor for Circular Fashion.
In particolare, delle 14 aziende coinvolte, ben 13 hanno confermato o aumentato nell’ultimo anno e mezzo gli investimenti in sostenibilità. Si punta, come detto, sul design for circularity, cioè a realizzare prodotti con materiali sostenibili, bio-based, con contenuto riciclato o comunque con tecnologie che consentano un risparmio di risorse. A questo proposito, è interessante il trend della co-creazione, cioè il coinvolgimento dei clienti nel processo di creazione del prodotto, che mira a creare capi iper-personalizzati contrapposti alla moda usa-e-getta.
Sono invece in fase ancora embrionale altre soluzioni circolari che riguardano la fase post-vendita dei prodotti, come i servizi di riparazione e manutenzione o i programmi di take-back (ritiro dei capi usati) e di vendita di seconda mano.
Altro capitolo con un grande margine di miglioramento è quello dell’energia. Sono ancora poche le aziende della moda che si approvvigionano da fonti rinnovabili o che abbiano implementato sistemi di monitoraggio dei consumi per l’efficienza energetica. E anche dal punto di vista dell’elettrificazione dei trasporti, se si pensa a tutta la logistica, c’è ancora molta strada da fare.

Una roadmap per la transizione circolare e la decarbonizzazione della moda sostenibile italiana

Prese le misure, si tratta ora di rimboccarsi le maniche e pianificare le azioni. “La concretezza – ha commentato Tagliaferro presentando i risultati del Monitor – è ciò che contraddistingue questo percorso intrapreso da Enel X con il settore moda”.
Dopo la misurazione del livello di circolarità, si passa dunque a stilare una roadmap a cui seguirà la fase di execution. “La peculiarità di questo progetto – spiega Tagliaferro – è che Enel X continuerà a seguire le aziende anche nella fase di applicazione pratica delle azioni pianificate”.
L’Agenda suggerita dal Monitor for Circular Fashion si compone così di una serie di azioni concrete che vanno dal coinvolgimento degli “utilizzatori finali” (non più “consumatori) al potenziamento dei progetti pilota sull’economia circolare fino al miglioramento della tracciabilità di prodotti e materiali lungo tutta la catena del valore per garantirne la trasparenza. “Trasparenza che – sottolinea Tagliaferro – è fondamentale per evitare quello che già si comincia a chiamare circular-washing”.
Sarà inoltre importante, sottolineano i ricercatori, il supporto della politica nel mettere a punto leggi e regolamenti chiari ad esempio per la raccolta dei rifiuti, per l’accelerazione della simbiosi industriale e per lo sviluppo di criteri unificati a livello europeo sull’End of Waste.
Infine, fra le azioni prioritarie da intraprendere, c’è la misurazione delle emissioni di CO2 e la strutturazione di piani di efficientamento energetico e di ammodernamento degli impianti. Secondo il report, le emissioni attuali potrebbe essere tagliate fino al 30% adottando forniture di energia elettrica da fonti rinnovabili e investendo in impianti di auto-generazione.

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