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Dentro il PNGR: il Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti del 2022

di Circularity

Data 01/11/2022
Tipo News
pngr, il piano nazione di gestione dei rifiuti

A livello nazionale, nel 2019, la produzione totale dei rifiuti ammontava a circa 184 milioni di tonnellate. Di queste circa 30 milioni, secondo i dati ISPRA, sono di provenienza urbana, il restante è invece attribuito ai rifiuti speciali alle attività produttive.

Con l’adozione delle nuove direttive europee e il Piano d’azione per l’economia circolare, l’Unione europea e gli Stati membri hanno sancito la transizione da un’economia di tipo lineare ad una di tipo circolare.
Considerando questi elementi e con lo scopo di indirizzare le Regioni, le Provincie autonome e l’industria nella pianificazione e gestione dei rifiuti, il governo ha redatto Il Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR).

Obiettivo del programma è quello di contribuire ad affrontare la transizione verso un’economia circolare con un approccio strategico territoriale, garantendo la sostenibilità ambientale e il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali di riciclo e recupero.

Il programma è una parte cruciale del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), in particolare per quanto previsto nella relativa Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica, Componente 1 – Economia circolare e agricoltura sostenibile.

L’ambito di queste ultime è il miglioramento della capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti in attica di economia circolare, attraverso le seguenti iniziative:

  • Rafforzare le infrastrutture per la raccolta differenziata;
  • Ammodernare o sviluppare nuovi impianti di trattamento dei rifiuti;
  • Colmare il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud;
  • Realizzare progetti modello altamente innovativi per filiere strategiche, quali rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), industria della carta e del cartone, tessile, riciclo meccanico e chimica delle plastiche

LE REGIONI AL CENTRO DEL PNGR

La pianificazione e previsioni degli interventi da realizzare saranno sviluppati nei Piani regionali di gestione dei rifiuti.
Il PNGR risulta dunque necessario per migliorare la rete integrata di impianti regionali, la pianificazione regionale e, quindi, la governance territoriale.
Esso fissa i macro obiettivi, definisce i criteri e le linee strategiche cui le Regioni e le Province autonome si attengono nella elaborazione dei Piani regionali offrendo, contestualmente, una fotografia nazionale dell’impiantistica, suddivisa per tipologia di impianti e per regione, al fine di rilevare le lacune infrastrutturali da colmare.
Infine, oltre ad orientare le politiche pubbliche, Il PNGR è preordinato anche ad incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare, a beneficio della società e della qualità dell’ambiente.

I CONTENUTI DEL PNGR

Il fine è quello di migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, in modo di consentire il raggiungimento degli obiettivi di recupero e riciclo previsti dalla normativa EU.
Nello specifico, questa transizione si concretizza attraverso:

  • Un utilizzo più efficiente delle materie prime e dell’energia;
  • L’uso di materiali e prodotti di lunga durata, riparabili e riutilizzabili;
  • Una riduzione della produzione dei rifiuti e dello smaltimento;
  • Lo sviluppo della filiera del riciclo.

Gli obiettivi generali del Programma nazionale di gestione dei rifiuti sono i seguenti:

  1. Raggiungere i più elevati livelli di preparazione per il riutilizzo, riciclaggio e recupero dei rifiuti, tenendo conto anche dei regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR) per i rifiuti di rispettiva competenza;
  2. Adeguare il sistema delle infrastrutture necessarie alla gestione integrata dei rifiuti, in un’ottica di sviluppo dell’economia circolare, limitando il consumo di suolo e le ricadute di effetti negativi;
  3. Assicurare il monitoraggio dell’attuazione del Programma, la costante verifica de raggiungimento degli obiettivi e la conseguente eventuale adozione di strumenti correttivi delle azioni previste;
  4. Promuovere una pianificazione a livello regionale omogenea e confrontabile che preveda una puntuale attuazione delle linee guida europee in tema di pianificazione del ciclo dei rifiuti;
  5. Implementare la raccolta differenziata dei rifiuti and attraverso la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica;
  6. Monitorare e ridurre le discariche abusive, gli scarichi e incenerimenti illegali di rifiuti anche tramite l’impiego di satelliti, droni e tecnologie di intelligenza artificiale;
  7. Perseguire la sostenibilità nell’uso delle risorse.

l’LCA applicato ai sistemi di gestione dei rifiuti

Un valido strumento di supporto ai processi decisionali è costituito dall’analisi degli impatti tramite metodologia Life Cycle Assessment (LCA).
L’analisi LCA deve essere applicata al sistema completo di gestione rifiuti, in questo caso tracciando i rifiuti attraverso tutti i trattamenti fino alle operazioni di smaltimento finale in ogni Regione.

Gestione integrata dei rifiuti
Schema degli elementi che compongono un sistema di gestione integrata dei rifiuti
e degli scambi con fornitori e utilizzatori esterni. Fonte: Gentil E. C. et al., Models for waste LCA: Review of technical as sumptions.

L’applicazione del metodo LCA alla gestione rifiuti permette di quantificare gli scambi tra il sistema di gestione rifiuti e il mondo socioeconomico e quantifica i flussi di:

  • Materia ed energia necessari per costruire, far funzionare, manutenere e dismettere le attrezzature e gli impianti che compongono il sistema di gestione;
  • Emissioni in aria, acqua e suolo e rifiuti di tutte le componenti del sistema di gestione;
  • Materiali ed energia resi disponibili mediante la gestione rifiuti per il recupero da parte del sistema sociale e produttivo.

Panoramica della produzione di rifiuti in Italia

Come abbiamo visto all’inizio di questo articolo, il 70% dei rifiuti prodotti in Italia è di natura extraurbana. Di questi, il maggiore è dato dal settore delle costruzioni e demolizioni (C&D) che, con oltre 70 milioni di tonnellate comprensivi dei rifiuti, concorre al 45,5% del totale prodotto su scala nazionale.

Le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale contribuiscono per il 25,1% (38,6 milioni di tonnellate), mentre una percentuale pari al 18,9% è rappresentata dall’insieme delle attività manifatturiere (circa 29,1 milioni di tonnellate). Le altre attività economiche contribuiscono, complessivamente, alla produzione di rifiuti speciali con una percentuale pari al 10,5% (16,1 milioni di tonnellate).

Ripartizione percentuale della produzione totale dei rifiuti speciali, per attività
economica, anno 2019

Il panorama normativo di riferimento nella pianificazione e nella gestione integrata dei rifiuti ha subìto negli anni continue evoluzioni.
L’articolazione delle competenze tra Stato e Regioni in materia di gestione dei rifiuti è andata evolvendo portando, talvolta, ad incertezze che hanno impattato sulla gestione integrata del ciclo dei rifiuti.
Sempre più dettagliate norme si sono intersecate in un quadro frammentato che necessiterebbe forse di una più consapevole visione d’insieme sia da un punto di vista tecnico/gestionale sia autorizzativo.
In questo contesto, il Programma Nazione di Gestione dei Rifiuti (PNGR) vuole promuovere la transizione verso un’economia circolare e il raggiungimento degli obiettivi europei e nazionali di riciclo e recupero, armonizzando l’approvazione dei piani regionali attraverso la definizione di criteri generali.
Ci auguriamo tutti che questo possa dare una significativa accelerata all’adozione dell’economia circolare nel nostro paese.

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