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Quanto e come si riciclano i materassi?

Data 01/02/2023
Tipo News
Materassi (Ty Carlson)

Non abbiamo dati ufficiali per capire quanti siano i materassi scartati ogni anno in Europa. L’ultimo report della European Bedding Industry Association, datato 2014, stimava che fossero oltre 30 milioni ogni anno (di cui il 60% destinato alla discarica). Ora le percentuali di riciclo sono certamente migliorate. Basti pensare che nel 2020 in Olanda, degli 1,5 milioni di materassi scartati il 75% è stato raccolto e riciclato. Tuttavia, la mancanza di dati dimostra che nella maggior parte dei Paesi europei la filiera del riciclo di questo rifiuto poco considerato sia ancora in evoluzione e alla ricerca di sinergie.

Il riciclo dei materassi

Le potenzialità in ottica circolare non mancano: circa l’90% della massa di un materasso potrebbe essere riciclato. Tuttavia,  il problema principale è spesso la sostanziale diversità dei materiali che lo compongono: schiuma di poliuretano, lattice, fibre sintetiche e naturali, acciaio e tessuto non tessuto. Insomma, tra il faticoso processo di separazione dei materiali e il riuscire a trovare un mercato a queste materie prime seconde, creare filiere collaudate ed economicamente sostenibili è operazione assai complessa.

La buona notizia è che la maggior parte dei componenti e dei materiali recuperati dai materassi può essere riciclata e utilizzata per altri prodotti. Per esempio, i componenti in fibra tessile possono essere rilavorati in una varietà di prodotti tra cui geotessili e filtri industriali. Allo stesso modo, la schiuma di poliuretano può essere usata come isolamento acustico o per i tappetini da palestra; le molle vengono riciclate come scarti metallici e il legno (non contaminato) può essere utilizzato nella fabbricazione di pannelli truciolari, pacciame o lettiere per animali.

È importante sapere che prima di procedere con il disassemblaggio del materasso a fine vita, è fondamentale stoccare con attenzione il rifiuto all’asciutto per evitare contaminazioni e poi procedere con la sanificazione attraverso diversi trattamenti.

I numeri sono pochi e non ufficiali

Nel 2017 il Regno Unito ha buttato via più di 7 milioni di materassi, la maggior parte dei quali è andata direttamente in discarica. Zero Waste Scotland ha stimato che nel 2019 in Scozia se ne sono stati scartati 600mila, mentre nel 2017 negli Stati Uniti il numero ha toccato 18,2 milioni con solo 56 strutture disponibili per riciclarli. I rifiuti generati sono tanti e sapere con certezza dove vanno a finire è difficile da stimare, anche perché di numeri ufficiali non ce ne sono. Le cause di questa scarsa trasparenza potrebbe ricondursi al fiorente (e poco controllato) mercato del second hand e il proficuo business di spedizione illegale dei rifiuti.

Circom, un’impresa del riciclo inglese con sede a Coventry, ha riferito al Guardian che ci sono anche tante truffe. Ci sono finte imprese che si atteggiano come rispettabili riciclatori di materassi. Offrono servizi ai cittadini scegliendo solo i materassi in buone condizioni, sostituiscono le fodere con il logo di produttori e infine li rivendono come nuovi, spesso senza igienizzarli. Queste pratiche truffaldine – che non esistono solo nel Regno Unito – e il commercio illegale di rifiuti rendono poco affidabili i dati dei consorzi europei.

Opera nella legalità invece Circom, una delle aziende più virtuose del Regno Unito che nel 2020 ha raggiunto un tasso di riciclo del 60% per ogni materasso gestito. Il 40% del materiale che attualmente non viene riciclato è trasformato in combustibile.

Ikea, un esempio di upcycling

Nel 2021 IKEA ha venduto circa 12,4 milioni di materassi e, per adempiere alla responsabilità di gestire il fine vita del proprio prodotto, non si sta concentrando solo sui metodi di riciclo. La circolarità parte dal design, che facilita di conseguenza l’upcycling delle materie prime seconde recuperate.

Così, dal 2015, la multinazionale svedese ha lanciato diversi progetti per iniziare a produrre materassi con schiuma di poliuretano riciclata. La maggior parte delle schiume non è biodegradabile e contiene sostanze chimiche che possono inquinare il suolo. Inoltre, essendo un prodotto di origine fossile, Ikea vorrebbe sostituire la schiuma con quella prodotta da risorse rinnovabili.

Oggi nei materassi Ikea, solo il 13% dei polioli (sostanze polimeriche del poliuretano) contenuti nella schiuma sono prodotti da fonti rinnovabili come soia, olio di ricino e colza. L’obiettivo per il 2025 è arrivare ad un minimo del 20% di contenuto riciclato oppure rinnovabile di polioli utilizzati nella produzione di schiume.

Da questo punto di vista è ottimista Jose Naraval, ingegnere dei materiali di IKEA: “con la tecnologia che stiamo utilizzando potremo arrivare a sostituire il 50% del poliolo vergine con quello riciclato”. Per rendere davvero circolare la filiera ci sono anche altri fattori da tenere in considerazione. Secondo Naraval, il processo di smontaggio del materasso è sufficientemente automatizzato, ma non arriva ancora al 100%. Il problema è nel design del prodotto: selezionare diversi colori e qualità dei materiali, separare miscele e prodotti chimici rende tutto più complesso. Un altro aspetto riguarda il concetto di riduzione: IKEA ha lanciato una nuova gamma di materassi concentrandosi sulla riduzione del consumo di schiuma senza perdere qualità e comfort.

I materassi ricondizionati in Francia

Non tutti i materassi vengono buttati perché troppo vecchi o rovinati. Molti sono ancora perfettamente riutilizzabili e ricondizionarli è più semplice che riciclarli. Fondata nel 2017, l’azienda francese Ecomatelas ricondiziona circa 7.000 materassi all’anno (in Francia ne vengono buttati tra i 5 ei 6 milioni di pezzi), recuperati da hotel, privati cittadini e produttori.

Per igienizzarli al meglio, Ecomatelas ha sviluppato una tecnologia brevettata per il trattamento delle cimici da letto. Il processo di pulizia, senza trattamento chimico, consiste in vari step: filtrazione e sterilizzazione mediante raggi ultravioletti, ozono, proiezione di calore e aspirazione, e infine una fase di ricompattazione.

La piccola impresa di Montpellier desidera triplicare i suoi tassi di ricondizionamento unendo le forze con i riciclatori per perfezionare la sua offerta. Questo sarà possibile anche grazie alla legge francese antispreco Agec – adottata nel 2020 – che incentiva in primis a riutilizzare i prodotti.

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