Circular guide

Circularity Gap 

Unità didattica 3.2

La distanza da colmare per un futuro più circolare è ancora lunga. Conoscere il cosiddetto Circularity Gap, ovvero quello che ci separa da un’ideale circolarità e le opportunità che un’azienda può cogliere, sono i primi passi per avere successo in questa transizione. Scopriamo in questa unità didattica questo importante concetto di economia circolare.  

L’economia circolare è un modello di business che spinge a riutilizzare il più possibile la “materia” in qualsiasi processo produttivo, cercando di non sprecare risorse e trasformando i rifiuti in nuove opportunità, per un vero e proprio RINNOVAMENTO DELLA MATERIA. Questo cambiamento deve essere visto dalle aziende come un’opportunità per trasformare quello che prima consideravano scarto come una nuova risorsa, portando dei benefici non solo ambientali ma anche economici. In una produzione, cercare di riutilizzare i propri rifiuti o trovare un mercato adatto che li possa acquistare per riciclarli, è sempre stato difficile in Italia, sia per problemi normativi, di CERTIFICAZIONI per la sicurezza della qualità del rifiuto (e di conseguenza del prodotto che ne deriva), che di conoscenza di possibili compratori e di una rete industriale strutturata pronta ad utilizzarli.   
 
Negli ultimi anni c’è stato comunque un cambiamento di rotta per cercare di incentivare ed accelerare il loro riciclo e riutilizzo, regolando le autorizzazioni END OF WASTE alle indicazioni europee per cessare la qualifica di rifiuto e poterli così vendere nel mercato e utilizzarli per scopi specifici. Anche l’avvento di nuovi NETWORK E PIATTAFORME DIGITALI ha contribuito a sottolineare l’importanza di creare una rete di imprese, di aziende, enti territoriali, società di servizi che condividendo esperienze, progetti, scambiando e commerciando materia e risorse, riescono a raggiungere gli obiettivi di economia circolare. Lo scenario attuale però dimostra che la strada è ancora lunga per arrivare a una vera circolarità e il gap da colmare per un corretto riutilizzo della materia è ampio.  

Il Circularity GAP: il concetto di economia circolare che misura la circolarità  

Per conoscere quale è l’attuale “stato di circolarità” della nostra società, il Circularity GAP si può intendere come l’unità di misura che permette di comprendere quale è lo stato dell’arte dell’economia circolare a livello globale o di singoli paesi. La prima misurazione è stata proposta e sviluppata da Circle Economy che ha effettivamente sottolineato la mancanza di misurazioni di base globali sullo stato circolare del nostro mondo o dati disponibili per comprendere veramente come ci si può effettivamente muovere verso una piena transizione circolare e monitorare i progressi. L’interpretazione di questi dati permette di avere una base di partenza per capire quali settori e quali paesi hanno bisogno di un maggiore supporto per dare un beneficio circolare a tutto il pianeta.   
 
L’ultimo report presentato nel 2019 (scarica qui) mostra come attualmente il nostro mondo è circolare solo al 9% e il trend è in peggioramento anziché migliorare, il divario di circolarità non si sta chiudendo. Si è identificata una tendenza al rialzo nell’estrazione delle risorse e di conseguenza le emissioni dei gas serra sono continuate, andando contro le indicazioni dell’Accordo di Parigi che vuole mantenere l’aumento della temperatura globale di 1.5 °C rispetto al periodo pre-industriale. Tutti gli indicatori chiave confermano che i problemi di un’economia lineare stanno “cuocendo” il nostro pianeta e che per di più il motore della nostra economia globale sta andando al contrario di come dovrebbe invece andare. L’estrazione di materiale ha alimentato il progresso economico dalla Rivoluzione industriale, causando allo stesso tempo emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. C’è quindi una stretta interazione tra l’estrazione di materiale, la creazione di valore finanziario e le emissioni di gas serra. Analizzando i dati, negli ultimi quattro decenni l’uso globale di materiali è quasi triplicato, da 26,7 miliardi di tonnellate nel 1970, a 92,1 miliardi di tonnellate nel 2017 e si prevede che crescerà tra 170 e 184 miliardi di tonnellate entro il 2050.1   

L’interazione tra materia, valore economico ed emissioni di carbonio – MVC(Mass–Value–Carbon) 

Circle Economy nel suo report di misurazione della circolarità, ha analizzato l’economia globale attraverso tre obiettivi fondamentali per la circolarità: rendimento materiale, creazione di valore finanziario ed emissioni climatiche. Questo nesso Mass-Value-Carbon (MVC) fornisce un quadro concettuale dinamico per l’identificazione e la valutazione delle variabili chiave per lo sviluppo dell’economia circolare. Riuscire a capire quali materiali (Mass) hanno più valore di altri (Value) sia come costi di estrazione che come ricavi nel mercato, e quale è il loro impatto in termini di emissioni di carbonio (Carbon), permette di effettuare diverse valutazioni su come è opportuno sviluppare nuove strategie e progetti per incentivare o disincentivare, recuperare, riciclare o riutilizzare dei materiali rispetto ad altri.  
 
L’analisi effettuata riesce a mettere in evidenza la correlazione tra 4 principali gruppi di risorse primarie (minerali, metalli, combustibili fossili e biomassa) e il loro utilizzo in 7 esigenze e necessità della società:  

  • Case e infrastrutture: L’esigenza che rappresenta la più grande impronta di risorse, con 42,4 miliardi di tonnellate, è per la costruzione e la manutenzione di case, uffici, strade e altre infrastrutture, specialmente nei paesi in via di sviluppo.
  • Alimentazione: La seconda categoria più grande in i termini di utilizzo delle risorse è il settore alimentare. Prodotti agricoli come colture e bestiame richiedono 21,8 miliardi di tonnellate all’anno. I prodotti per l’alimentazione hanno cicli di vita brevi nel nostro sistema economico e vengono consumati rapidamente dopo la produzione.  
  • Mobilità: Una notevole impronta di risorse è assorbita dal nostro bisogno di muoverci. In particolare, vengono utilizzati due tipi di risorse: i materiali per costruire tecnologie di trasporto e veicoli come automobili, treni e aerei e i combustibili fossili, bruciati per alimentarli.   
  • Materiali di consumo: sono un gruppo diversificato e complesso di prodotti, come elettrodomestici, abbigliamento, detergenti, prodotti per la cura personale, vernici o oggettistica generale, che generalmente hanno una durata di vita medio-breve nella società. I tessuti, compresi gli indumenti, consumano anche molti tipi diversi di risorse come cotone, materiali sintetici come poliestere, pigmenti coloranti e prodotti chimici.  
  • Servizi: la fornitura di servizi alla società spazia dall’istruzione e dai servizi pubblici a servizi commerciali come banche e assicurazioni. L’impronta materiale è complessivamente modesta e in genere comporta l’uso di attrezzature professionali, mobili per ufficio, computer e altre infrastrutture.  
  • Assistenza sanitaria: Con una popolazione in espansione, che invecchia e, in media, più prospera, i servizi sanitari stanno aumentando a livello globale. A parte gli edifici, i gruppi di risorse tipiche includono l’uso di attrezzature di capitale come macchine a raggi X, prodotti farmaceutici, attrezzature ospedaliere (letti), articoli monouso e attrezzature per la cura in casa. 
  • Comunicazione: la comunicazione sta diventando un aspetto sempre più importante della società di oggi, fornita da un mix di apparecchiature e tecnologie che vanno dai dispositivi mobili personali ai data center. L’aumento della connettività è anche un fattore abilitante dell’economia circolare, in cui la digitalizzazione può rendere obsoleti i prodotti fisici o consentire un uso più efficiente delle risorse esistenti, compresi i materiali di consumo, le scorte edili o le infrastrutture.  
circularity gap

La classificazione tra materie prime e bisogni della società permette di calcolare il Circularity GAP.  

Le 4 materie prime identificate e le 7 principali necessità della società, sono correlate tra loro dal diverso uso delle prime per soddisfare i bisogni delle seconde, in diverse fasi di lavorazione e processi. L’estrazione di risorse (Take) è la prima fase di misurazione, ad esempio attraverso l’estrazione di minerali e carbone, la trivellazione del petrolio, la produzione di colture in agricoltura o silvicoltura per produrre legname per costruzione. Il secondo passaggio è quello della lavorazione delle materie prime estratte (processo), ad esempio nella produzione di metalli da minerali, cemento da calcare o zucchero raffinato da barbabietole. Successivamente, i materiali raffinati possono essere utilizzati per la produzione (produzione) e l’assemblaggio di prodotti come automobili in metallo, plastica e vetro, oppure per la costruzione di strade e case o la produzione di capi di abbigliamento. Questi prodotti finiti possono a loro volta essere utilizzati per (fornire) servizi e accedere a prodotti in grado di soddisfare le esigenze della società. Fondamentale per identificare e affrontare le opportunità per un’economia più circolare è stabilire cosa succede ai prodotti e ai materiali dopo il loro uso funzionale nella nostra economia (End of use). In che modo i materiali vengono processati, se non del tutto, dopo essere stati scartati, anziché finire come rifiuti, emessi o dispersi nell’ambiente? Circle Economy nel suo report ha calcolato quale è l’andamento di questo flusso di materia rappresentandolo in figura 1, individuando un GAP alla completa circolarità del 91%, infatti solamente circa il 9% dell’intera materia utilizzata nelle diverse filiere industriali viene recuperata e reintrodotta nel sistema produttivo.  
 
Questo approccio metodologico MVC (Mass-Value-Carbon) con la misurazione delle materie prime estratte, la loro lavorazione e il loro utilizzo per il soddisfacimento dei 7 bisogni della società, può essere utilizzato in diverse scale di riferimento. Può essere utilizzato per misurare la circolarità di una città, di una Regione o di un intero paese, identificando così quale è la reale circolarità e quali possono essere delle azioni di innovazione per il miglioramento della stessa. 
 
Andando a ridurre la scala di applicazione, questo metodo può anche essere utilizzato per tutte le aziende e imprese che vogliono essere consapevoli di quale è il loro status di circolarità e come poter migliorarlo e potersi comparare con indicatori globali.  

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FONTI:
Circularity GAP Report 2019

Nota dell’autore: questo articolo ha preso come riferimento il Circularity GAP Report 2019, inserendo contenuti presenti nel documento per diffondere anche nel mercato italiano, un importante concetto di condivisione e uniformità di dati. L’economia circolare ha bisogno di essere standardizzata e confrontabile con parametri e dati a livello globale per il raggiungimento di obiettivi comuni di circolarità.

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