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Cos’è il Passaporto digitale per le batterie

di Circularity

Data 02/05/2023
Tipo News

Immaginate un documento elettronico che racchiuda tutte le informazioni indispensabili per avere delle batterie per veicoli elettici sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. È chiamato passaporto digitale per le batterie ed è pensato per contenere informazioni sull’impronta climatica del dispositivo, sulle condizioni di estrazione delle materie prime, ma anche su riparabilità,  riciclabilità, composizione chimica e tanto altro. Tutti questi dati vengono  archiviati in modo sicuro e scambiati tra attori lungo la catena del valore della batteria, rendendo più trasparente la filiera dell’auto elettrica.

Un primo prototipo è stato presentato a gennaio al World Economic Forum di Davos dalla Global Battery Alliance che ha sviluppato un passaporto secondo i requisiti richiesti dall’Unione europea nel nuovo Regolamento batterie, in fase di approvazione definitiva.

Il primo prototipo della Global Battery Alliance

La Global Batteri Alliance, testando batterie di Audi e Tesla, ha realizzato una prima versione di passaporto dove si trovano tutte le informazioni legate alle proprietà tecniche della batteria, alla provenienza dei materiali, al rispetto dei diritti umani e all’assenza di forza lavoro minorile in tutta la supply chain –  dalla fase di estrazione delle materie prime fino alla costruzione della batteria –  e infine alla reportistica sugli impatti ambientali calcolati con il Life Cycle Assesment (LCA).

Al progetto di sviluppo ha collaborato Eurasian Resources Group, organizzazione internazionale che, dopo aver creato una piattaforma digitale per la tracciabilità dei minerali, ha mappato le catene di approvvigionamento di cobalto e litio dalle miniere nella Repubblica Democratica del Congo (per il cobalto) e in Cile (per il litio). Il focus del gruppo è quello di arrivare alle radici del lavoro minorile garantendo alle aziende produttrici massima trasparenza.

Tuttavia, i diversi tipi di passaporti che nasceranno non saranno efficaci senza un sistema di monitoraggio alle spalle. Ci si aspetta quindi che, da una parte le autorità governative siano in grado di effettuare controlli a campione sui dati presentati dai produttori, e dall’altra i consorzi – che si occupano di riciclo – semplifichino il passaggio di informazioni tra player della filiera. Per questo motivo l’Unione europea ha pensato a un registro elettronico unico con funzione di anagrafe dove verranno inseriti tutti i passaporti esistenti.

Il progetto Battery Pass

Il Global Battery Alliance non è l’unico attore attivo sul fronte passaporti e trasparenza. Lo scorso 25 aprile un consorzio di undici organizzazioni globali dell’industria, istituti di ricerca e fornitori di servizi digitali guidato da SYSTEMIQ GmbH, ha lanciato Battery Pass, un progetto che si pone l’obiettivo di sviluppare una piattaforma di raccolta dati interoperabile e open standard che sarà la base di un passaporto digitale delle batterie.

Entro i prossimi tre anni, il consorzio elaborerà una serie di approcci tecnici per dimostrare agli stakeholder il valore commerciale e pubblico del concetto di un documento elettronico. Co-finanziato dal Ministero federale tedesco per gli Affari economici e l’azione per il clima (BMWK), il progetto Battery Pass quindi potrà contribuire sia al calcolo dell’impronta di CO2 obbligatoria di una batteria, che al controllo e alla valutazione delle sostanze pericolose, migliorando gli impatti e i costi del ciclo di vita del prodotto.

I risultati del progetto saranno utilizzati principalmente nell’ambito automotive, ma l’ambizione è quella di aprire la strada anche ad altri passaporti di prodotti in settori diversi.

La Guida al passaporto digitale delle batterie

Ma da dove si comincia per creare un passaporto digitale? Sempre nell’ambito del progetto Battery Pass è ora disponibile al pubblico la prima Content Guidance, un vero e proprio manuale che ha lo scopo di supportare l’implementazione del passaporto digitale delle batterie. Interpretando e valutando i requisiti di contenuto previsti dal Regolamento Ue, la Guida ai contenuti del Passaporto esplora ulteriori quadri normativi chiave – come il regolamento sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili – per fare in modo che lo strumento possa sintonizzarsi anche con altre legislazioni. “I passaporti digitali delle batterie sono un aspetto fondamentale per garantire forniture resilienti di materie prime essenziali per la transizione della mobilità in Europa”, ha affermato Sophie Herrmann, partner di Systemiq GmbH, a capo del Battery Pass Consortium.

Per non farsi mancare nulla e massimizzare la circolarità, la Guida è munita di altri due documenti: una Battery Passport Data Longlist, elenco di facile consultazione che comprende i circa 90 attributi di dati obbligatori delineati nel Regolamento sulle batterie; l’altro documento elenca invece una serie di regole per calcolare l’impronta di carbonio delle fasi di distribuzione e di fine vita e riciclo delle batterie.

Sostenibilità e circolarità sono i pilastri della proposta di Regolamento europeo sulle batterie. Una volta che diventerà obbligatorio – probabilmente a partire dal quarto anno dall’entrata in vigore della normativa – chissà se tutti i produttori di batterie saranno pronti ad esibire il loro passaporto digitale.


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