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Raccolta oli usati (e riuso): Italia modello europeo

di Circularity

Data 10/01/2022
Tipo News

La filiera italiana della raccolta degli oli usati è un esempio compiuto di economia circolare e rinnovamento della materia, oggi prossima a un recupero quasi totale. Grazie al lavoro di CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, il nostro settore dell’olio usato proveniente dalle autovetture e dal comparto industriale è un modello d’efficienza, punta di diamante per tutta l’Europa.  

CONOU è uno dei principali operatori della green economy italiana. Come primo ente ambientale nazionale dedicato alla raccolta differenziata di oli usati (un rifiuto pericoloso) il Consorzio è un soggetto giuridico senza fini di lucro che coordina l’attività di 63 aziende e 3 impianti di rigenerazione presenti sul territorio italiano. Opera sulla base del principio della Responsabilità Estesa del Produttore (EPR): “chi inquina paga”, perciò i suoi costi sono ripartiti tra le imprese che immettono al consumo lubrificanti.    

Gli oli usati lubrificanti

Giunti a fine vita, una parte dei lubrificanti risulterà consumata durante l’utilizzo, mentre il restante costituisce l’olio usato. Si tratta di un prodotto potenzialmente molto inquinante in grado di causare gravi danni all’ambiente se smaltito in modo scorretto. Per fare un esempio, versati in mare i 4kg di olio usato presenti nel motore di un autoveicolo sono in grado estendersi su una superficie grande come un campo da calcio. Grazie a realtà come CONOU questo fortunatamente non avviene, in Italia infatti la quasi totalità di olio usato viene invece raccolto e rigenerato nelle raffinerie del consorzio, risultando in un prodotto con le stesse caratteristiche del lubrificante iniziale pronto a essere rimesso sul mercato, con importanti benefici ambientali ed economici.  

i benefici del riciclo degli oli usati
I benefici ambientali della filiera del recupero di oli usati. Fonte: CONOU, 2017 

Raccolta di oli usati e decarbonizzazione  

La raccolta di oli usati ha effetto su numerosi aspetti che concorrono ad esacerbare il cambiamento climatico. L’efficienza del riciclo italiano permette di ottenere un risparmio di 80mila tonnellate di CO2 e 35 milioni di mc di acqua, oltre che ad evitare fenomeni di eutrofizzazione delle acque e depauperamento del terreno.  

L’Europa che guarda all’Italia 

Come ha dichiarato il presidente Riccardo Piunti ai giornalisti di Materia Rinnovabile in occasione di Ecomondo, l’incontro per le aziende del settore delle tecnologie ambientali a livello internazionale, CONOU ha raggiunto numeri che nessun altro operatore europeo è riuscito ad ottenere, arrivando ad una raccolta quasi totale degli oli usati. È un risultato importante, anche tenendo conto dell’intenzione dell’Europa di aumentare il limite alla rigenerazione degli oli usati all’85% entro il 2025, contro l’attuale media del 60%. Secondo Piunti, in Europa il problema risiede nell’organizzazione nella filiera, non nell’assenza di impianti. Gli altri paesi riscontrano difficoltà quando si tratta di controllare i flussi e accertare che l’olio vada prioritariamente alla rigenerazione e spesso succede che alla fine gli oli vengano semplicemente bruciati nei forni. In Italia, invece, la funzione di equilibratore e controllore viene svolta molto efficientemente da CONOU, grazie al quale non viene dispersa nell’ambiente neanche una goccia d’olio, assicurando un elevato grado di circolarità del ciclo.  

Qualità e informazione sulla raccolta degli oli usati  

Avendo chiuso il cerchio per quanto riguarda la quantità di oli usati recuperata, la prossima sfida è adesso quella di aumentarne la qualità, ottimizzando i processi di rigenerazione con l’obiettivo di aumentare il valore delle basi lubrificanti rigenerate. Allargandosi il mercato, si riduce anche la quantità di oli provenienti dall’autotrazione e aumenta quella di provenienza industriale, che in molti casi contengono più inquinanti e necessitano quindi di essere gestiti in maniera particolarmente attenta. Migliorare la qualità dell’olio lubrificante raccolto è un obiettivo che CONOU persegue anche attraverso l’implementazione di attività di comunicazione e sensibilizzazione, informando le aziende su quelle che sono le best practices da adottare per favorire il recupero degli oli usati. Si va quindi dallo stoccaggio del rifiuto a norma al divieto assoluto di miscelazione.  

Importanti sono anche le attività di comunicazione dirette ai cittadini e agli studenti. Per aumentare la consapevolezza e il know how che il pubblico e i professionisti di domani avranno in questo importante settore, il consorzio conduce dei master, partecipa a vari progetti universitari a Roma e Bologna, promuove le sue attività nelle scuole tramite videogiochi per smartphone sul tema del rispetto dell’ambiente e raccolta dell’olio (iniziativa partita a seguita di una sollecitazione che il Ministero dell’Istruzione sta facendo a tutto il mondo dei Consorzi) e ha creato dei filmati in realtà aumentata.  

L’ultimo step sarà l’utilizzo di bio-lubrificanti, prodotti ad oggi ancora di nicchia ma che risultano molto promettenti per via del loro elevato fattore di infiammabilità. Non prendendo fuoco possono infatti essere utilizzati, ad esempio, come oli da trasformatori nelle colonnine di ricarica elettrica.  

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