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Edilizia circolare: rendere sostenibili i nostri edifici

di Circularity

Data 10/01/2022
Tipo News

40%. È la percentuale di materiali consumati, emissioni di CO2, domanda di energia primaria e produzione di rifiuti di cui è responsabile il settore edile a livello globale. Se vogliamo evitare il disastro climatico, come lo definisce Bill Gates nel suo ultimo libro, sarà dunque necessario che la filiera edilizia circolare diventi sostenibile e anche in tempi brevi! 

Applicare i principi dell’economia circolare all’edilizia implica cambiamenti sistemici importanti a tutti i livelli della catena produttiva in primis dal decidere “ se e dove costruire”, passando dal modo in cui le imprese si rapportano con la catena di fornitura e dal  come viene gestito il fine vita degli edifici, dei materiali e componenti.  

Attualmente  l’applicazione del design circolare sta ancora cercando la sua nicchia di affermazione e si sente la necessità di soluzioni più scalabili.  

Gli edifici sono pensati e progettati come se fossero entità isolate, mentre per migliorare l’approccio alla circolarità è importante progettarli mettendo più risorse agli step che attengono all’accessibilità, alla decostruzione e alla personalizzazione dei componenti necessari.   
L’edilizia deve diventare un sistema a ciclo chiuso per garantire che prodotti e edifici siano utilizzati per gli scopi stabiliti, già strutturati per i cicli successivi e valorizzati per durare più a lungo, con la minima ristrutturazione necessaria. 

Alcune delle più importanti pratiche alla base di un’edilizia circolare includono:    

  • Priorità al processo di ristrutturazione rispetto al costruire; 
  • Aumentare l’efficienza energetica degli edifici; 
  • Progettare gli edifici in base all’adattabilità e alla facilità di disassemblaggio,  
  • Favorire il recupero dei materiali da costruzione; 
  • Ridurre l’impronta di carbonio dei materiali utilizzati nelle costruzioni e ristrutturazioni; 
  • Prevedere la raccolta differenziata, il riciclo e riuso dei rifiuti di costruzione e demolizione.  

I materiali dell’edilizia circolare 

La produzione di cemento è causa del 3% delle emissioni di CO2 a livello globale, un dato che da solo già indica la necessità di ripensare la filiera spostando l’asse verso l’utilizzo di materiali caratterizzati da una minore impronta di carbonio.  Sul tema è interessante il progetto Build-in-Wood, parte della strategia Horizon, con la quale l’UE sta cercando di aumentare drasticamente la proporzione di costruzioni verdi in legno, un materiale che emette poca CO2, utilizza minima energia e acqua e può essere 100% rinnovabile, ovviamente se proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile.

 Anche altre aziende hanno sviluppato approcci circolari all’uso e al riutilizzo di materiali che stanno diventando più fattibili e scalabili rispetto al passato.  È l’esempio di Rockwool, che ha prodotto un’isolante in lana di roccia dalla durata e prestazioni estremamente elevate, caratterizzata da un elevato tasso di circolarità.  

Sviluppi normativi, dati e software BIM  

Negli ultimi decenni, l’attenzione da parte di enti governativi e industrie al settore edile è cresciuta esponenzialmente, portando con sé una ristrutturazione degli standard edilizi, con lo scopo di rimodellare gli impegni per la sostenibilità di tutti gli attori coinvolti nella filiera edile, con un focus sulle prestazioni dell’intero ciclo di vita del sistema edificio.  

Rendere il settore edilizio circolare significa innovare i processi produttivi, cambiando radicalmente il modo in cui concepiscono i prodotti stessi. 

Nei prossimi anni sarà necessario fornire soluzioni che soddisfino i target obbligatori di zero carbon, necessari per contribuire a risolvere la crisi climatica.   

Il World Green building Council prevede di azzerare al 2030 le emissioni di CO2 degli edifici e anche quelle dei fornitori di materiali, per poi arrivare al 2050, a un patrimonio edilizio mondiale con zero emissioni di carbonio, in modo da contenere l’aumento della temperatura globale. 

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I 6 principi per un’ambiente costruito sano e sostenibile. Fonte: worldgbc

Ricordiamo che la direttiva vigente prevede che entro il 2020 le attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero di materiale proveniente da costruzioni e demolizioni (C&D) non pericolose, dovranno arrivare almeno al 70% in termini di peso. 

E’ centrale dunque garantire l’affidabilità e la coerenza di tutti i dati che vengono creati. La diffusione di strumenti digitali come il Building Information Modeling (BIM), un metodo per l’ottimizzazione della pianificazione, realizzazione e gestione delle costruzioni tramite aiuto di un software, incoraggerà ulteriormente l’edilizia a fare un uso efficienti dei dati, accelerando l’adozione dei processi dell’economia circolare.  

I rifiuti nell’edilizia circolare 

La quasi totalità dei rifiuti prodotti dalla costruzione, ristrutturazione e demolizione viene frantumata e triturata, impedendone di fatto il recupero e il riuso. I rifiuti vengono di solito “declassati” e diventano materiali di valore inferiore. Persino componenti di valore come gli impianti di servizio vengono ridotti alle loro materie prime invece di essere riusati.  

Le nostre città sono una miniera di risorse preziose che sono state estratte in tutto il mondo, lavorate e trasformate in componenti utili. Il tessuto urbano esistente potrebbe fornire le risorse che ci servono per rigenerare gli ambienti edificati, in un concetto chiamato urban mining, ma dobbiamo fermarci a riprogettare il sistema attuale per liberarci dall’insaziabile fame di materiali vergini e dalla nostra capacità di generare un’enorme mole di rifiuti.  

Innanzitutto, abbiamo bisogno di trovare nuove tecniche per recuperare e conservare il valore dei materiali presenti negli edifici e nelle infrastrutture. In secondo luogo, abbiamo bisogno di più figure specializzate nell’attività di estrazione urbana. Infine, progettisti e costruttori devono accettare di usare i materiali e i componenti recuperati e rilavorati, utilizzando quelli che sono disponibili localmente.  

Esempi di economia circolare applicata all’edilizia 

Esistono numerosi esempi di progetti innovativi, come la fornitura di calcestruzzo sostenibile nel 2012 all’Olympic Park di Londra, che implementano nuovi modelli di business per garantire che i materiali vengano riciclati e riutilizzati secondo i principi dell’edilizia circolare.  

Anche sul nostro territorio esistono esempi virtuosi di aziende della filiera edile che applicano l’economia circolare nei loro processi.  

Il Consorzio REC (Recupero Edilizia Circolare), ad esempio, indirizza i Centri Preliminari alla Raccolta (CPR) al recupero e riciclo dei rifiuti da C&D, favorendone il riutilizzo in nuovi cantieri. Il Consorzio ha deciso di appoggiarsi a Circularity per lo sviluppo di un’applicazione in grado di mettere in contatto tutti gli attori coinvolti nella filiera dei rifiuti da edilizia: i cantieri dove questi vengono prodotti, i trasportatori, fino ai centri di raccolta. Registrandosi si accede a un gestionale dove è possibile tenere traccia di tutti i dati relativi ai propri materiali e rifiuti, visualizzando su mappa l’ubicazione esatta degli impianti di recupero e smaltimento.  

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Circularity, il tuo partner di edilizia circolare

Se hai un’impresa legata al mondo dell’edilizia e vuoi adottare i principi dell’economia circolare nel tuo modello di business, Circularity è il partner che fa per te. Ci rivolgiamo a tutti gli attori della filiera: imprese di costruzione e/o demolizione, studi di architettura e ingegneria, fornitori di materiali, responsabili di progetto, appaltatori, investitori immobiliari e il settore del Real Estate.  

Visita la nostra pagina dedicata all’edilizia circolare per scoprire di più. 

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