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Che cos’è l’agricoltura rigenerativa

di Circularity

Data 03/12/2024
Tipo News
regenerative agricolture

L’agricoltura intensiva è una delle principali cause della perdita di biodiversità e della degradazione del suolo, responsabile dell’80% della deforestazione globale e del 70% dell’uso di acqua dolce. Per invertire questo trend distruttivo, un modello di agricoltura rigenerativa può recuperare e rivitalizzare i terreni degradati, contribuendo al contempo alla lotta al riscaldamento globale.

Il suolo degradato causato dall’agricoltura intensiva

Secondo la UNCCD, la Convenzione per combattere la desertificazione, il 52% di tutti i suoli dedicati alla produzione agricola è degradato, cioè reso poco fertile, se non del tutto infertile, dall’impiego massiccio di pesticidi e fertilizzanti chimici.

La degradazione è tale che, anche seguendo una dieta corretta, la frutta e gli ortaggi che mangiamo oggi sono molto meno ricchi di sostanze nutritive di quanto non fossero cinquant’anni fa: se il suolo è carente di minerali necessari per la nostra vita, anche i suoi prodotti non possono contenerli.

A sottolinearlo c’è anche il rapporto Stepping back from the precipice: Transforming land management to stay within planetary boundaries del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) che traccia un percorso per affrontare la crisi globale legata alla gestione del suolo. Il rapporto esplora i limiti planetari e l’urgenza di azioni integrate per preservare l’equilibrio terrestre.

Tra le altre cose ribadisce il ruolo dell’agricoltura rigenerativa e agroecologia attraverso pratiche come la rigenerazione delle foreste, la semina senza aratura, la gestione dei nutrienti e l’irrigazione efficiente possono migliorare la salute del suolo e aumentarne i rendimenti.

Le risposte dell’agricoltura rigenerativa al suolo

È quindi necessario continuare a ripensare i sistemi agricoli e alimentari per renderli sempre più resilienti e sostenibili. Ma come? Una possibile risposta potrebbe essere l’agricoltura rigenerativa, che punta a razionalizzazare le risorse: fare meglio, con meno. Nutrire in modo corretto le piante, senza impoverire i suoli ma anzi rigenerandoli, diminuendo le emissioni e l’impatto sulla biodiversità.

Rigenerare è il concetto chiave. Che sia suolo, ecosistemi o il rapporto dell’essere umano con la natura. 

La rigenerazione del suolo è un passo fondamentale per ripristinare la fertilità e prevenire l’erosione, in particolare in terreni collinari e montani. Adottare pratiche agricole innovative e scientifiche è essenziale per preservare la salute del terreno. Queste tecniche non solo aumentano la capacità del suolo di trattenere l’umidità e i nutrienti, ma contribuiscono anche a prevenire l’erosione, un fenomeno che è particolarmente problematico in terreni inclinati. 

Inoltre è fondamentale integrare queste pratiche con il rispetto delle specificità locali, riconoscendo le tradizioni agricole e adattando le soluzioni in modo che siano compatibili con le realtà locali e le culture agricole tradizionali.

Integrazione tra allevamento di bestiame e rotazione delle colture è una strategia vincente per rigenerare il suolo. L’allevamento animale, se gestito in modo sostenibile, può fornire concime naturale, riducendo la necessità di fertilizzanti chimici. La rotazione delle colture, invece, aiuta a interrompere i cicli di parassiti e malattie, migliorando la salute del suolo.

Questa sinergia tra agricoltura e zootecnia è essenziale per creare un sistema agricolo resiliente e sostenibile, che non solo migliora la fertilità del terreno, ma contribuisce anche alla riduzione dell’impatto ambientale complessivo.

Rigenerare la biodiversità e i saperi

Anche la rigenerazione degli ecosistemi e della biodiversità è parte fondamentale di un modello di agricoltura rigenerativa. Richiede un impegno concreto per ridurre l’uso di sostanze chimiche di sintesi che contaminano il suolo e le acque, e per promuovere un’agricoltura che rispetti la salute delle persone e dell’ambiente.

Questo significa anche valorizzare gli scarti aziendali, come i residui vegetali o gli scarti di potatura, trasformandoli in risorse attraverso pratiche come il compostaggio o la produzione di biogas. Integrare questi aspetti contribuisce a rafforzare la biodiversità locale, essenziale per il mantenimento di ecosistemi resilienti e produttivi.

La conoscenza agricola, infine, deve essere vista come un bene comune, in continuo cambiamento e in evoluzione. Rigenerare il sapere agricolo è importante per promuovere un ambiente di apprendimento che favorisca lo scambio di esperienze e competenze tra generazioni e tra diverse culture. In questo modo, le tecniche agricole più moderne possono essere integrate con i saperi tradizionali, creando soluzioni innovative che rispettano e valorizzano le conoscenze locali.

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