Senza politiche più restrittive la produzione e l’uso della plastica sono destinati ad aumentare del 70%, passando da 435 milioni di tonnellate nel 2020 a 736 Mt nel 2040, con solo il 6% delle materie plastiche provenienti da fonti riciclate. Il monito arriva dall’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che nel report Policy Scenarios for Eliminating Plastic Pollution entro il 2040, parte con un inquadramento sul problema della sovrapproduzione di plastica, per poi valutare le implicazioni ambientali ed economiche di un futuro a zero inquinamento.
Meno dispersione della plastica significa maggiore benessere per chiunque. Lo abbiamo sentito ripetere anche ai negoziati ONU che definiranno un Trattato globale sulla plastica. Dal 25 novembre all’1 dicembre a Busan, in Corea del Sud, 200 paesi dovranno trovare un accordo su come affrontare l’inquinamento della plastica in modo legalmente vincolante.
Eliminare l’inquinamento da plastica è possibile
Secondo OCSE eliminare l’inquinamento da plastica è possibile. Le politiche globali globali che affrontano l’intero ciclo di vita della plastica possono ridurne la dispersione nell’ambiente del 96% entro il 2040, a patto di attuare una serie di azioni: dal miglioramento della gestione e del riciclo dei rifiuti di plastica, alla diminuzione del suo consumo, fino alla prevenzione del rifiuto. In questo modo tutti i paesi, dai più ricchi ai più poveri, possono ottenere significativi benefici ambientali e risparmi economici a breve e medio termine.
“La nostra analisi mostra che le politiche ambiziose in tutto il ciclo di vita della plastica, se implementate a livello globale, potrebbero quasi eliminare l’inquinamento da plastica entro il 2040”, ha dichiarato Jo Tyndall, direttore dell’OCSE. “Questo approccio non solo migliora la raccolta, il trattamento e il riciclo dei rifiuti, ma riduce anche la produzione e la domanda di plastica e promuove la progettazione circolare”.
Tyndall sottolinea l’importanza delle politiche circolari, che possono rimediare all’approccio sprecone dell’economia lineare, ossessionato dalla crescita e dal consumismo sfrenato.
Non saranno le soluzioni parziali per l’inquinamento delle materie plastiche a risolvere il problema. Secondo l’OCSE, concentrarsi esclusivamente sulla gestione dei rifiuti senza ridurre la produzione e la domanda ridurrebbe la dispersione di plastica per l’ambiente solo del 55% rispetto alle attività abituali entro il 2040.
Se i rifiuti di plastica sono gestiti meglio ma senza politiche dedicate per ridurre i volumi di rifiuti, i costi per farlo aumenteranno significativamente, rendendo progressivamente più difficile per i paesi eliminare l’inquinamento. Allo stesso modo, le politiche con una copertura geografica parziale o con un rigore limitato non riuscirebbero a ridurre l’uso, i rifiuti e le perdite di plastica al di sotto dei livelli del 2020”.
Politiche circolari riducono anche le perdite economiche
Le proiezioni dell’OCSE indicano che strategie circolari mirate a tutte le fasi del ciclo di vita, pur con calo dello 0,5% del PIL globale, sono più efficienti in termini di costi rispetto alle politiche incentrate esclusivamente sulla gestione dei rifiuti e il riciclo.
Quest’ultima ipotesi, infatti, porterebbe a una perdita di PIL maggiore (0,8% entro il 2040). I Paesi in via di sviluppo e quelli con sistemi di gestione dei rifiuti meno avanzati, in particolare quelli dell’Africa subsahariana, dovrebbero affrontare maggiori costi macroeconomici. E proprio per questo dovrebbero essere supportati dai Paesi più ricchi.
In uno scenario di business as usual, si prevede che il fabbisogno globale di investimenti per la gestione dei rifiuti di plastica raggiungerà i 2.100 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2040. Le politiche che affrontano l’intero ciclo di vita della plastica limiterebbero ulteriori investimenti nelle infrastrutture di gestione dei rifiuti a 50 miliardi di dollari.
Gli aumenti dei costi sono limitati, a causa del reindirizzamento dei flussi di investimento verso una migliore raccolta e riciclo. Al contrario, se i paesi cercassero di eliminare le perdite di plastica concentrandosi esclusivamente sulla fase upstream della gestione rifiuti, i costi sarebbero più elevati.