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Come rendere circolari i parchi giochi

di Circularity

Data 03/12/2024
Tipo Caso studio
PARCHI GIOCHI

Parchi divertimenti, parchi giochi e parchi d’avventura. Anche il divertimento, di bambini e adulti, può diventare un business circolare, attento agli sprechi, all’uso dei materiali e alla gestione dei rifiuti.

Negli ultimi anni sempre più parchi ludici stanno sperimentando buone pratiche di circolarità, trasmettendo il messaggio che ci si può anche divertire senza inquinare. Vediamone alcune

Gardaland zero waste 

Solo chi ci è stato può farsi un’idea della fiumane gente che ogni giorno affolla Gardaland, uno dei parchi divertimento più noti d’Italia. L’equazione è semplice: più persone frequentano il parco, maggiore sarà la quantità di rifiuti da gestire. Tuttavia, nonostante le dimensioni e le criticità logistiche, nel 2022 il Gardaland Resort è diventato il primo parco divertimenti italiano a ottenere la certificazione “Rifiuti Zero”.

Certificato da AENOR, uno dei dieci enti certificatori internazionali più importanti al mondo, il primato di Gardaland è figlio di una valorizzazione del 93,4% dei rifiuti generati in un anno.  

L’ente certificatore ha messo sotto osservazione tutto il Resort, prendendo in considerazione tutte le tipologie di rifiuti derivanti dalla ristorazione, dai negozi, dagli uffici e dalle officine.  Non solo scarti alimentari, quindi, ma anche, ad esempio, indumenti, scarti dei negozi come giocattoli rotti, pile, carta e cartone fino agli oli idraulici, vernici di manutenzione del parco, per citarne alcuni.

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti indifferenziati, Gardaland li ha destinati a impianti di selezione e cernita, pressoché azzerando la quantità di materiale destinato alle discariche.

Le iniziative circolari del parco erano cominciate già a partire dal 2019 quando i gestori vietarono la plastica monouso a favore di materiali compostabili e biodegradabili all’interno dei punti ristorazione.

La circolarità dei costruttori di parchi giochi Pozza 1865

L’azienda italiana Pozza 1865, nota per aver contribuito a costruire varie attrazioni del parco divertimenti Gardaland  tra cui il noto Albero di Prezzemolo e il villaggio del Far West – è da sempre impegnata nella sostenibilità e nella circolarità.

Dagli anni Settanta e Ottanta i Pozza hanno cominciato a costruire giochi in legno, sul modello dei paesi nordici. Si trattava tendenzialmente di legno di pino, impregnato con una verniciatura che tuttavia era poco sostenibile. Da qui lo sforzo di migliorare il prodotto e renderlo più ecologico possibile, passando a prodotti in alluminio e plastica riciclata. 

Dal recepimento in Italia della legge sui Criteri ambientali minimi (CAM), che prevede una serie di requisiti a cui devono rispondere i prodotti acquistati dagli enti pubblici, l’azienda ha iniziato a creare sempre più prodotti riciclati e riciclabili. Oggi la plastica di Pozza 1865 è certificata da Remade in Italy, un organismo che certifica che la catena di custodia del materiale delle materie plastiche. 

Ma non è finita qui. Dal 1938 l’azienda utilizza energia idroelettrica rinnovabile grazie a una centrale di proprietà. Nel 2012 è stata premiata per la realizzazione e il brevetto di un parco che si illumina in modo autonomo ed ecosostenibile grazie all’energia solare.

Area giochi per bambini in plastica riciclata a Brescia

Un altro esempio di circolarità e resilienza è il premio di Legambiente e Idea Plast vinto dalla città di Brescia e installato nella nuova area giochi del “Parco Alpini di terra bresciana. Colpito in modo feroce dal Covid19, il capoluogo di provincia lombardo si è distinto come centro urbano sostenibile nell’ambito di Ecosistema Urbano, studio annuale realizzato da Legambiente, Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore che fotografa la sostenibilità ambientale dei nostri centri urbani.

Così nella nuova area giochi del Parco Alpini di terra bresciana è stata montata una casetta per bimbi con tetto e tavolo, un “veliero” dotato di scivolo e una panchina interamente realizzata in plastica riciclata. 

Brescia si è fatta notare per il suo progetto “Oltre la strada”: più di 50 milioni di euro per un recupero urbanistico molto ampio che ha previsto una serie di interventi che interessano 40 mila cittadini in una superficie di 24 mila metri quadrati. 

Il progetto ha previsto la messa in sicurezza delle falde acquifere, la bonifica dei terreni inquinati dalle fabbriche, l’attivazione della stazione per il nuovo treno metropolitano Brescia-Iseo, nuove opportunità residenziali, housing sociale e coworking, un teatro, un parco pubblico, piste ciclabili, una ciclofficina, uno skate park, una portineria di quartiere, laboratori d’arte e una biblioteca per giovani lettori.

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