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Mobili, il buy back circolare di IKEA

di Circularity

Data 02/06/2025
Tipo Caso studio

Hai un prodotto IKEA che non usi più? Il colosso svedese dei mobili componibili, fondato dall’imprenditore svedese Ingvar Kamprad nel 1943, lo ricompra e, se è in buone condizioni, lo rimette in vendita nell’angolo circolarità dei propri negozi.  

Si chiama «Buy Back» ed è un programma di riacquisto che dà la possibilità ai clienti di restituire vecchi mobili IKEA in cambio di buoni spesa dal 30% al 50% del loro prezzo iniziale. 

Dare una seconda vita ai mobili usati è un servizio circolare, vantaggioso sia per l’ambiente che per l’economia. Nel caso in cui i prodotti non fossero nelle condizioni di poter essere rivenduti saranno allora riciclati o donati a progetti della comunità locale”, dichiara IKEA sul proprio sito.

I clienti che desiderano rivendere i propri mobili usati possono verificare le condizioni del servizio di riacquisto ed effettuare una pre-valutazione del prodotto prima di recarsi in negozio per la valutazione finale e la consegna.

Non tutti i mobili possono però essere restituiti per il «buy back». Nell’elenco dei prodotti idonei ci sono: scaffali, librerie, scrivanie, tavoli e tavolini, sedie, sgabelli e panche, armadi, cassettiere, comodini, carrelli e buffet, mobili da esterni, strutture letti bambini e culle.

Prolungare la vita dei prodotti e mantenerli in uso più a lungo può non solo ridurre la produzione e l’impronta carbonica associata, ma anche diminuire i rifiuti che finiscono in discarica. Il servizio cirocolare buy back di Ikea è attivo in 27 paesi, tra cui l’Italia.

Il riciclo dei mobili in Europa

Si stima che ogni anno, in Europa, vengano smaltiti circa 10 milioni di tonnellate di mobili, generando un impatto ambientale significativo. Secondo un report dell’European Environmental Bureau (EEB), la maggior parte di questi rifiuti finisce in discarica o viene incenerita. Solamente il 10% viene riciclato.

Le iniziative per promuovere l‘economia circolare nel settore dell’arredo stanno guadagnando attenzione. Ad esempio, il consorzio francese Eco-mobilier ha raccolto oltre 874.000 tonnellate di mobili usati nel 2019, con un tasso di riciclo e recupero del 93% .

Tuttavia, la domanda di mobili di seconda mano rimane bassa, e molti consumatori preferiscono acquistare nuovi mobili piuttosto che riparare o riutilizzare quelli esistenti . Per affrontare questa sfida, sono necessarie politiche che incentivino la riparazione, il riutilizzo e il riciclo dei mobili, promuovendo al contempo la progettazione ecocompatibile e la responsabilità estesa del produttore.

Il Consorzio italiano di FederlegnoArredo

Per migliorare la gestione dei rifiuti derivanti dai mobili alcuni paesi, tra cui l’Italia, hanno creato consorzi di responsabilità estesa del produttore (EPR). Ad aprile il Consorzio nazionale sistema arredo (CNSA) ha siglato un accordo di programma con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) per avviare una fase sperimentale di EPR che raccoglierà dati, opinioni e buone pratiche.

L’accordo prevede un analisi in quattro aree chiave (Milano, Treviso, Napoli e Bari) e consultazioni con associazioni rappresentative a livello nazionale che consentiranno di disegnare una normativa EPR su misura per il settore.

Per sostenere economicamente il consorzio si ricorrerà a un contributo ambientale che sarà incluso nel prezzo del mobile alla vendita. Il contributo sarà proporzionale a dimensione e tipologia di prodotto, fissato su degli archetipi (dalle sedie alle cucine di grandi dimensioni).

Chi realizzerà mobili più sostenibili e circolari pagherà un contributo inferiore, una premialità che incentiva soprattutto la riciclabilità, la riparabilità e il contenuto riciclato nei mobili nuovi.

La fase sperimentale inizierà con uno studio approfondito per comprendere come i mobili e altri prodotti di arredo vengono gestiti a fine vita. Sono previste analisi a campione in quattro aree chiave per l’industria come Milano, Treviso, Napoli e Bari. Fondamentale sarà il periodo di consultazione con le associazioni nazionali, tra cui Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), i produttori di mobili e di materie prime, distributori e gestori dei rifiuti.

Successivamente è previsto lo sviluppo di una roadmap strategica per cui il ministero, insieme al CNSA e alle aziende del settore, lavorerà per delineare le migliori pratiche per la gestione dei rifiuti e il riciclo dei materiali.

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