Per capire cos’è davvero circolare abbiamo bisogno di un vocabolario comune con cui definire, misurare ed esplorare tutto ciò che torna in circolo come materia prima seconda.
Senza strumenti di valutazione chiari e standardizzati è difficile per le aziende e i governi capire il proprio impatto, tracciare i progressi e comunicare in modo trasparente con gli stakeholder. L’adozione di indicatori standardizzati e strumenti di rendicontazione è quindi fondamentale per la transizione circolare. Oltre ai tre standard ISO adottati recentemente, esistono altre metriche che permettono di esplorare i vantaggi dei modelli di business circolari e misurare le prestazioni della circolarità.
Circular Transition Indicators (CTI) v4.0
Uno di questi sono i Circular Transition Indicators (CTI) versione 4.0. Sviluppati dal World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), questi indicatori circolari sono un esempio avanzato di strumento di misurazione progettato per le aziende che consente di tracciare in modo sistematico il proprio progresso verso la circolarità, grazie a un quadro universale e quantitativo.
Questo strumento si concentra su aree chiave come l’efficienza nell’uso delle risorse, il riciclo dei materiali e la riduzione dei rifiuti. Nella versione 4.0, gli indicatori sono stati ulteriormente perfezionati per riflettere le complessità di settori specifici, offrendo un approccio su misura per le diverse tipologie di imprese.
I dati sono un ingrediente fondamentale dei CTI, dati che possono essere facilmente disponibili, ma anche nascosti in sacche dell’azienda o addirittura che esistono al di fuori dell’azienda, presso i partner della catena di fornitura. Per ottimizzare l’accessibilità e l’usabilità dei CTI, il WBCSD ha collaborato con Circular IQ per sviluppare uno
Gli Standard Global Reporting Initiative
Utilizzati per la rendicontazione della sostenibilità utilizzato da organizzazioni in tutto il mondo, anche gli Standard GRI, sviluppati dal Global Reporting Initiative (GRI), dedicano una categoria alla circolarità.
Tra gli otto standard esistenti nella sezione GRI 300 per l’ambiente, in particolare due, il GRI 301 e il GRI 306, riguardano l’economia circolare. Il GRI 301 è pensato per i materiali, per la loro gestione e il loro impatto e comprende informazioni su peso, volume, riciclo e riutilizzo.
Mentre il GRI 306 si occupa della gestione e rendicontazione dei rifiuti, del loro smaltimento e del loro impatto ambientale. Si tratta di un sistema modulare di standard interconnessi: gli altri standard GRI 300 sono infatti legati a energia, acqua e scarichi idrici, biodiversità ed emissioni.
Circularity Gap Metric
Lanciate nel 2017, Circularity Gap Metric sono le metriche che permettono annualmente la stesura del Circularity Gap Report, strumento che fornisce un quadro quantitativo del grado di circolarità dell’economia mondiale. In sostanza utilizza indicatori globali per analizzare quante risorse vengono effettivamente riciclate o riutilizzate rispetto a quelle consumate.
Si tratta di una metrica sviluppata soprattutto per creare consapevolezza e inserire il tema nell’agenda politica, meno per essere uno strumento per le imprese.
Navigare la CSRD con i video di Deloitte e gli strumenti di Circle Economy
Entrata in vigore nel gennaio 2023, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) europea modernizza e rafforza le norme relative alle informazioni sociali e ambientali che le società devono fornire. Un gruppo più ampio di grandi aziende, così come le PMI quotate in borsa, saranno tenute a redigere un bilancio di sostenibilità secondo gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS).
Per aiutare le aziende a navigare in questi complessi scenari Deloitte ha sviluppato le CSRD Series, una serie di video guida di venti minuti che affrontano diversi argomenti correlati, dai rischi alle opportunità della CSDR, fino alla tassonomia UE.
Il CSRD tool di Circle Economy, invece, fornisce spiegazioni sui concetti CSRD E4/E5 e valuta la preparazione dell’azienda. Questo strumento è stato progettato per consentire alle imprese di autovalutare l’allineamento con lo standard europeo ESRS E5 e offrire una panoramica dettagliata delle performance circolari, identificando aree di non conformità o opportunità di miglioramento.