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Tessile: quanto è circolare l’Europa?

di Circularity

Data 02/08/2024
Tipo News

Dal 1 gennaio 2025 tutti i Paesi Ue dovranno adottare obbligatoriamente la raccolta differenziata dei rifiuti tessili. Tuttavia, come accade in Italia, diversi Stati membri hanno deciso di giocare d’anticipo, avviando dei sistemi di raccolta per intercettare i tessuti scartati. 

Secondo il report dell’Agenzia Europea per l’ambiente (AEA) Management of used and waste textiles in Europe’s circular economy però in media solamente il 10% viene raccolto separatamente dagli altri rifiuti urbani.

L’indagine condotta nel 2023 rivela che la maggior parte degli Stati membri dell’UE disponeva già nel 2020 di sistemi di raccolta differenziata, ma per lo più per raccogliere i prodotti tessili riutilizzabili. Non per il riciclo. 

Da migliorare la raccolta differenziata dei prodotti tessili

Nel 2020 i 27 Paesi membri hanno generato un totale stimato di 6,95 milioni di tonnellate di rifiuti tessili, circa 16 kg a persona. Di questi 16, solo 4,4 kg a persona sono stati raccolti separatamente (il 27,5%), mentre i restanti 11,6 kg sono finiti nei rifiuti domestici misti. Di tutti i rifiuti tessili, l’82% proveniva dai consumatori e il resto era costituito da rifiuti di produzione o da prodotti tessili mai venduti.

Tra i Paesi più virtuosi nella raccolta differenziata si annoverano Lussemburgo e Belgio, che toccano una percentuale di raccolta 50%. Seguono i Paesi Bassi (37%) e Austria (30%).

Stop alla distruzione dei prodotti tessili invenduti

L’agenzia fa notare che nel conteggio si possono presentare delle discrepanze, principalmente dovute ai diversi sistemi di raccolta in ogni Stato e alle diverse interpretazioni delle categorie di rifiuti. In alcuni Paesi ad esempio, i prodotti tessili raccolti per il riutilizzo sono classificati come prodotti, non come rifiuti.

Un’altra criticità riguarda la mancanza di dati sugli scarti pre-consumo, ovvero i rifiuti generati dalle aziende durante i processi di lavorazione. Anche sulla distruzione dei tessuti rimasti invenduti non ci sono statistiche precise.

L’AEA stima che il 4-9% di tutti i prodotti tessili immessi sul mercato in Europa venga distrutto prima dell’uso, per un totale valutato tra le 264.000 e le 594.000 tonnellate di prodotti all’anno. Per limitare questo enorme spreco l’Ue ha da poco approvato il Regolamento ecodesign (ESPR) che tra le altre cose vieta la distruzione di abbigliamento, accessori e calzature invenduti, a partire da due anni dopo l’entrata in vigore della legge.

I tessuti che finiscono in discarica

I dati dell’Agenzia ambientale europea rivelano che in Europa si è verificata una notevole riduzione dello smaltimento in discarica dei prodotti tessili. Nel 2010 il 21% dei rifiuti tessili veniva smaltito in discarica, mentre nel 2020 questa percentuale è scesa all’11%.

Si tratta di una riduzione da 220.000 a 150.000 tonnellate. Alcuni Paesi però sono in controtendenza: lo smaltimento in discarica è infatti cresciuto in Estonia, Francia, Bulgaria, Polonia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi e Ungheria. Anche in questo caso la mancanza di dati non permette stime precise. 

Se, nel complesso, la quota di rifiuti conferiti in discarica è diminuita, contemporaneamente la quantità di rifiuti tessili destinati al recupero energetico è passata dal 9% nel 2010 al 16% nel 2020. Ciò corrisponde a più di un raddoppio (da 90.000 a 220.000 tonnellate) e testimonia la mancanza di infrastrutture di riciclo in Europa.

Secondo il database open source Textiles Sorting and Recycling database esistono 17 aziende di riciclo tessile in tutto il continente. Prevedono di riciclare circa 1,3 milioni di tonnellate di fibre all’anno attraverso processi chimici e meccanici. Alcune tecnologie sono ancora in fase di sperimentazione.

Finora, un sistema EPR (Extended producer responsibility-EPR) per i prodotti tessili è stato implementato solo in Francia, Ungheria e Paesi Bassi, ed è volontario nella regione delle Fiandre (Belgio). Anche la Croazia obbliga i produttori tessili a facilitare la raccolta dei prodotti tessili immessi sul mercato. 

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